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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

ghetto ebraico

Se c’è una parte di Venezia in cui torneremmo ogni volta che la visitiamo quello è il ghetto ebraico. Qui si respira un’aria totalmente diversa dal resto della città, un’aria di pace, un’aria mite.

I turisti non sono tanti e se ci sono si mescolano alla gente del posto. Il ghetto si trova nel sestiere di Cannaregio e si divide in tre parti: ghetto Vecchio, ghetto Novo e ghetto Nuovissimo.

ghetto ebraico

Il ghetto Novo è una vera e propria isola circondata da canali ed è la parte più antica del ghetto dove si stabilirono i primi ebrei provenienti dall’Europa centrale, gli ashkenaziti. Alla sera i ponti che lo collegavano alla città venivano chiusi e riaperti al mattino. Con il passare del tempo arrivarono in città altri ebrei come gli italiani, i ponentini (provenienti da Spagna e Portogallo) e i levantini (provenienti dalla Grecia) che non potevano più stare nello spazio ristretto del ghetto nuovo e perciò gli vennero concessi altri spazi che divennero gli attuali ghetto vecchio e nel ghetto nuovissimo.

Il luogo cardine di tutto il ghetto Novo è la grande piazza su cui si affacciano numerose sinagoghe e il museo ebraico.

Il museo ebraico di Venezia

Visitare il museo ebraico di Venezia è un modo per entrare in relazione con la storia degli ebrei nel mondo e al contempo un’occasione per riflettere sulla propria identità. E’ un’opportunità per acquisire consapevolezza sul modo in cui si intrecciano le culture e su quanto anche oggi certi popoli subiscano discriminazioni. La storia si ripete ed è bene conoscerla.

Il Museo è diviso in due parti, la prima è dedicata alle festività ebraiche e conserva numerosi oggetti utilizzati per la liturgia, la seconda parte è dedicata al racconto della storia degli ebrei veneziani attraverso immagini e oggetti che furono di proprietà delle famiglie del ghetto.

museo ebraico

 museo ebraico

museo ebraico

Una sezione del museo vuole accompagnare il visitatore attraverso un percorso storico-culturale che permetta di comprendere le tappe fondamentali che gli ebrei hanno percorso nella loro permanenza veneziana.

Il Museo ebraico di Venezia prevede due tipi di ingressi, uno al solo museo al costo di otto euro e un altro che comprende anche la visita alle sinagoghe al costo di dodici euro. Il nostro consiglio è quello di acquistare il biglietto che permette la visita anche alle sinagoghe che sono una vera e propria chicca, davvero imperdibile.

museo ebraico

Guadando la piazza ci si potrebbe non rendere conto della loro presenza perché sono ospitate all’interno dei palazzi.

La sinagoga (o Schola) Todesca è la più antica sinagoga del ghetto ebraico di Venezia, appartenente agli ebrei ashkenaziti e si trova nello stesso edificio del museo.

Uscendo dal museo si trova la sinagoga Canton all’angolo della piazza (canton in veneto vuole appunto dire angolo), e poco più in là sorge la Schola Italiana.  Nel ghetto vecchio ci sono le due sinagoghe più recenti: quella spagnola e quella levantina.

museo ebraico

Durante la visita la nostra bravissima guida ci ha introdotti alla cultura religiosa ebraica raccontandoci alcune curiosità. La religione si tramanda per linea matriarcale, sono quindi le donne che trasmettono la religione ai figli, se si nasce da una donna ebrea si è già ebrei mentre se si nasce da padre ebreo ma da donna di altre religione occorre convertirsi.

Le donne hanno meno compiti e doveri in Sinagoga perché viene loro riconosciuto l’impegno che mettono nella vita famigliare, per questo motivo sono esonerate da alcune richieste che invece vengono fatte agli uomini e assistono alla celebrazione dalla zona della sinagoga detta “matroneo”.

museo ebraico

Il museo ebraico di Venezia ha una bellissima libreria e una caffetteria che possono essere utilizzate anche da chi non vuole entrare al museo. Il museo ospita anche mostre temporanea: durante la nostra visita abbiamo assistito a “The New Haggadah” ad opera dell’artista Arik Brauer.

Tutte le info sul museo ebraico di Venezia a questo link.

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

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