Di molti Stati, si conoscono principalmente due città o due zone che si contendono la palma della città più bella. Sono guerriglie interne, senza vincitori né vinti, ma che mi divertono, soprattutto perché instillano ai non ferrati in geografia il dubbio su quale sia la capitale di quel Paese. Mosca o San Pietroburgo, Pechino o Shanghai, Varsavia o Cracovia.
In Italia mi verrebbe da dire che la diatriba sia tra Roma e Milano, poi penso a Venezia e Firenze e mi ricordo che da sempre non riusciamo a fare due partiti, ma che ci piacciono i gruppi interni, i rami radicali e quelli progressisti. Anche in Spagna credo che la guerriglia debba essere più articolata, ma quella principale è sicuramente tra Barcellona e Madrid.
Barcellona è sul mare, Madrid è al centro.
Barcellona vive della architettura onirica di Gaudì, Madrid della famiglia reale e della storia che si porta dietro e dentro.
Per qualche motivo, ti imbatti sempre in qualcuno che ti chiede da che parte ti schieri (come se bisognasse schierarsi). Io tendo a circumnavigare intorno alla domanda: l’impressione che provi per un posto dipende da troppe variabili. Può dipendere da con chi sei, quanti anni hai, quello che ti aspetti. Poi lo vedo che la gente dei miei sofismi non se ne fa nulla e rispondo Madrid. Sì, Madrid su Barcellona, se mi obbligate a dire un nome.
Per Il Prado? Per L’Escorial? Per la Plaza Mayor? macché…
Perché mi piace il nome. Quando lo pronunci devi accennare per forza un sorriso. Provate. Nonostante che di nomi ne abbia cambiati parecchi e da che cosa effettivamente sia stato generato non sia del tutto chiaro, a noi è arrivata come Madrid e di questo nome sono felice. È proprio un bel nome. Certe città hanno una fortuna sfacciata.
A Madrid ci abita Sandro, e se per voi non conta, per me sì. Tutte le città dove ho un amico insediato finiscono per avere un indiscutibile punto in più rispetto alle altre.
A Madrid, come ti giri, hai un posticino dove servono tapas, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non devi aver paura che la cucina sia chiusa, Madrid ti sfama e disseta sempre. A prezzi più che ragionevoli. E poi c’è il Mercado de San Miguel che, quando ho iniziato a scrivere questo pezzo era l’unica cosa che avevo in mente.
Il Mercado de San Miguel, al contrario di Madrid in generale, non è a buon mercato, ma non abbiamo potuto resisterci per tre giorni consecutivi. Nascosto in una piazzetta tremendamente piccola rispetto a Plaza Mayor che dista non più di 50 metri in linea d’aria, il Mercado è un rettangolo di vetro e ferro battuto con dentro tutto quello che vorresti trovare da mangiare e da bere. E dalle 10 alle 14 ti ritrovi ad aver pranzato pizzicando qui e lì, cinque o sei olive ripiene sorseggiando un vermut, tre o quattro tartine con vari tipi di baccalà con un bianco, un paio di mini hot dog e un ettino di jamon ibérico appena tagliato con un bicchiere di rosso. E intanto ti guardi intorno e vedi asiatici che mangiano baccalà bevendo un cappuccino e una città intera che sorride come se stesse sempre lì a dire il suo nome.