Viaggio su l’isola di Pasqua: solo a sentire queste due parole la mente vola verso un paradiso lontano, non ve lo nascondiamo è senza dubbio uno dei nostri sogni di viaggio. E allora ben venga il racconto di viaggio sull’Isola di Pasqua di Valeria, special guest di questo mercoledì di fine gennaio.
Valeria mente sempre in viaggio (fisico o “pindarico”) e creatrice del blog Menteinviaggio. Curiosa per natura sia nei confronti delle altre culture che dell’animo umano, quando non viaggia nel mondo, viaggia “stando ferma” occupandosi, tra le altre cose, di Counseling e Crescita Personale (cosa che ha in comune con Elisa, lo sapete vero che anche lei è counsellor?).
Viaggio all’Isola di Pasqua, il fascino di essere all’estremità del Mondo
Inizio questo post sull’enigmatica Isola di Pasqua con una domanda: Perché un viaggio all’Isola di Pasqua?
L’Isola di Pasqua non è una meta consueta, anche perché non è proprio una meta facilmente raggiungibile. Perché andarci? Cosa ha rappresentato per me?
Isola di Pasqua dove si trova
L’Isola di Pasqua (o Rapa Nui, nella lingua locale) è un “non luogo”, o meglio un posto che, nel mio immaginario, era collocato fuori dalle coordinate geografiche e sospeso nel tempo. Ha il fascino della meta selvaggia e irraggiungibile. Non a caso è la località più lontana da qualsiasi altra destinazione sulla terraferma: oltre 3.600 km di mare tutt’intorno.
Isola di Pasqua mappa
L’Isola di Pasqua fa parte politicamente del Cile e, infatti, l’avevo inclusa nel mio tour tra Cile e Argentina del Nord, ma è lontana ben 6 ore di aereo dalla Capitale Cilena.
Quando si è sulla cima del cratere Terevaka (un vulcano ormai spento) e la vista spazia sul mare che ti circonda nella sua interezza, impressiona sapere di essere su un puntino di terra abbandonato e lontano da tutto e da tutti.
Questo piccolo lembo di terra in mezzo all’oceano è stato raggiunto in tempi antichissimi dalle popolazioni polinesiane e i Maori della Nuova Zelanda sulle loro piccole imbarcazioni a vela triangolare.
È impensabile come possano essere riusciti a trovare questa isola in mezzo al mare senza gli strumenti nautici odierni.
Diciamo che li ha aiutati anche una buona dose di fortuna.
Da cosa deriva il nome isola di Pasqua
Il primo ad avvistare l’isola fu il pirata Edward Davis, ma pensando di aver avvistato il continente, non vi attraccò, diciamo per problemi legati alla legge.
Il primo invece che sbarcò sull’isola fu l’olandese Jakob Roggeveen, la domenica di Pasqua 1722, motivo per il quale l’isola fu battezzata Isola di Pasqua. Il secondo europeo a sbarcare fu il capitano Cook nel 1774.
I Moai, le statue dell’Isola di Pasqua
Il suo essere isolata ha inoltre contribuito a creare una miriade di misteri intorno all’isola, molti dei quali ancora senza risposta:
“Qual è il significato dei Moai, le grandi teste di pietra che sono disseminate per tutta l’Isola?”,
“Come sono stati costruiti, con quali tecniche, visto che venivano creati da un unico blocco di pietra?”
“Quale avvenimento è accaduto sull’Isola che ha portato a decimare la popolazione locale (nel 18° secolo, quando i primi Occidentali sono approdati qui, nel giorno di Pasqua, l’Isola contava solo 2.000 abitanti, troppo pochi considerando le possibilità di sostentamento offerte da quella terra e le grandi opere realizzate in passato).”
In effetti quando ci si trova lì, durante il viaggio sull’isola di Pasqua si respira un’atmosfera particolare. Ancora adesso, dopo un anno dalla mia visita, non trovo altre parole per definirla oltre a “strana”. Una terra brulla (la vegetazione autoctona è stata negli anni praticamente sterminata), una cultura unica, che ricorda per certi versi le Hawaii, ma che per altri se ne differenzia completamente…. E gli sguardi enigmatici dei Moai che ti scrutano praticamente ovunque…
Dalle suggestioni del luogo, passiamo però alle informazioni pratiche.
Isola di Pasqua come arrivare
Questa piccola isola nel mezzo dell’oceano pacifico è raggiungibile solamente dal Cile, da un lato, e Papeete, dall’altro per via aerea con l’aeroporto di Mataveri, ad Hanga Roa (l’unica città dell’Isola)
All’arrivo in aeroporto verrete accolti con una collana di fiori, alla partenza sarà una collana di conchiglie a dirvi addio.
Isola di Pasqua cosa vedere
Moai, Moai e ancora Moai… ci sono quasi 1000 statue sparpagliate sul fazzoletto di terra che costituisce Rapa Nui.
Ci sono moltissimi siti e complessi, ma vi riporto quelli che sono per me i “must see”:
Rano Raraku, ovvero la “fucina” dei Moai
È qui che sono stati “plasmati” e scolpiti tutti i Moai dell’Isola. Rano Raraku è la cava da cui provengono i materiali utilizzati per le statue. Tutte i prati e le alture qui intorno sono disseminati di Moai abbandonati, alcuni interrati, alcuni lasciati a giacere per terra, perché non perfetti o perché non si è riuscito a trasportarli altrove. Un luogo molto suggestivo e un concentrato di opere!
Anakena
È l’unica spiaggia di sabbia dell’Isola dall’aspetto “tropicale” e al contempo un altro sito archeologico, in cui 7 Moai scrutano il mare
Sito Cerimoniale di Orongo
Villaggio e centro cerimoniale costruito a picco sul mare, luogo del culto dell’Uomo Uccello, il vincitore annuale di una feroce competizione, che consisteva nel trasportare un uovo a nuoto da un vicino isolotto sino alla cima della scogliera di Orongo. Da qui si può ammirare anche l’immenso cratere di Ranu Kao, che ospita oggi un lago di acqua dolce
Una salita al vulcano Terevaka (a piedi o a cavallo)
Per vedere tutto l’isola e l’immensità dell’Oceano che ti circonda
Ahu Tahai
Situato a una ventina di km dal Centro Città, è, a mio avviso, il luogo più magico dell’Isola. Andateci poco prima del tramonto, sedetevi per terra e ammirate il sole che infiamma di rosa i Moai e il mare dietro di loro.
Cosa fare di particolare durante il viaggio sull’Isola di Pasqua?
I nostri suggerimenti
1) nuotate con le tartarughe , che vivono nella caletta a fianco del porticciolo turistico; se c’è una giornata di sole, è possibile fare il bagno tutto l’anno
2) fatevi un tatuaggio tribale: i tatuaggi tribali sono tipici della cultura Polinesiana, di cui gli abitanti dell’Isola di Pasqua sottolineano con fierezza l’appartenenza. La via principale di Hanga Roa è piena di Tattoo Shop: vi porterete a casa il segno tangibile della terra all’estremità del mondo.
Valeria
“Credo che il viaggio sia uno strumento potente di cambiamento e di crescita e che ogni destinazione abbia un “mood” diverso per ciascuno di noi; per questo do nei miei post anche i cosiddetti “Consigli della Travel Terapista”, in cui abbino le destinazioni a particolari caratteristiche della personalità o a temi legati al benessere inviduale”