
Ci sono luoghi – e le persone che ci abitano – che ci restano addosso per molto tempo: questo è ciò che abbiamo provato al rientro dal nostro viaggio in Madagascar. Questa grande isola africana sembra galleggiare nell’Oceano Indiano in modo diverso dal resto del mondo. È un modo più lento, più vero, più vicino all’essere umano. Il Madagascar per noi è stato un sogno coltivato a lungo, diventato realtà in un’estate che non dimenticheremo mai.

Quest’isola gigantesca è tra le più grandi del mondo e custodisce paesaggi che sembrano appartenere a tre continenti diversi: ci ha regalato mare smeraldo, baobab centenari, animali straordinari unici al mondo, e l’incontro con popolazioni antichissime che ancora oggi vivono con le stesse tradizioni dei loro antenati.
Dove siamo stati: un itinerario tra Nord, Est e Ovest
Il nostro viaggio è partito dal nord dell’isola, dall’arcipelago di Nosy Be, una zona sviluppata e turistica, dove però abbiamo trovato ancora situazioni autentiche, accoglienza e una natura strepitosa. Nella zona di Nosy Be non avrete alcun problema a trovare hotel che soddisfino le vostre esigenze, così come sulla costa orientale a Sainte-Marie (o Nosy Boraha) – una piccola isola caraibica da girare in tuk tuk sperando di evitare le piogge tropicali per tuffarci nelle acque delle più belle spiagge del Madagascar – e la minuscola Ile aux Nattes.

Poi abbiamo raggiunto l’ovest selvaggio, dove siamo rimasti a bocca aperta di fronte al luogo più iconico di tutto il Madagascar: l’Allée des Baobabs, un posto magico che sembra atterrato sulla Terra da un altro pianeta. È di sicuro una cosa da vedere in Madagascar: attraversatela all’alba o al tramonto per osservarla al massimo splendore ma, al mattino, aspettate circa le ore 9: resterete soli con questi alberi secolari.

Come muoversi: organizzarsi (bene) è meglio
Ci siamo presto accorti di come alcune zone del Madagascar siano turisticamente sviluppate mentre altre non lo siano per niente. Più nello specifico, a nord e a Nosy Be è assolutamente possibile viaggiare da soli, prenotando con il vecchio metodo “fai da te” online. A ovest e a sud, invece, vi consigliamo di affidarvi a un tour operator per organizzare almeno gli spostamenti interni: le distanze da coprire sono enormi, le strade spesso sterrate e il viaggio potrebbe trasformarsi in un’esperienza davvero stancante. Per questo abbiamo scelto una guida locale e un 4×4 con autista, almeno per le tratte più impegnative. In alcune zone (come Nosy Be o Sainte-Marie) potete muovervi in autonomia, ma in altre vi consigliamo di farvi supportare.

Noi ci siamo appoggiati ad Ale Fa Viaggi una travel designer italiana sposata con una ragazzo malgascio: conosce benissimo il territorio, lavora con un tour operator locale e ci ha aiutato a costruire un itinerario su misura. Siamo felicissimi di averle chiesto una mano, perché il nostro viaggio è stato tanto meraviglioso quanto autentico.
Volo, spostamenti interni e periodo migliore
Per quanto riguarda come arrivare in Madagascar e i voli internazionali, conviene prenotare con largo anticipo. Come per molti voli lunghi, date flessibili del viaggio e scali tattici (per esempio ad Addis Abeba o Nairobi) possono contribuire ad abbassare i prezzi. Noi abbiamo volato con Madagascar Airlines all’andata (provenivamo dalla Namibia) ed Ethiopian Airlines al ritorno, facendo scalo ad Addis Abeba.
È meglio occuparsi per tempo anche dei voli interni, perché ne esistono pochi, utilizzano aerei di medie dimensioni e sono abbastanza richiesti perché permettono di evitare di trascorrere giorni guidando su strade impossibili. Meglio quindi preparare l’itinerario a casa per prenotare i voli interni quanto prima: noi non l’abbiamo fatto e, anche se il nostro viaggio è stato meraviglioso, abbiamo dovuto modificare un po’ il nostro percorso perché non abbiamo trovato i voli interni che desideravamo.

Quando andare in Madagascar? Il periodo migliore va da aprile a ottobre, durante la stagione secca, quando è anche ridotto il rischio di contrarre febbre gialla e malaria (verificate però sempre gli obblighi di vaccinazione sul sito Viaggiare Sicuri). Noi siamo arrivati a fine luglio e ripartiti a fine agosto e abbiamo trovato quasi sempre bel tempo.
Cosa portare in valigia in Madagascar
In Madagascar è possibile passare dalla spiaggia a 30°C ai 2.000 metri di altitudine con la brina sui prati, quasi senza accorgersene. Serve quindi una valigia flessibile che permetta di far fronte ad ogni evenienza: t-shirt, pantaloni lunghi e corti, k-way, antivento leggero (100g), costume, felpa, scarpe da trekking. Non dimenticate di portare con voi spray antizanzare – soprattutto se viaggerete nella zona Ovest dove troverete tantissimi fiumi e più umidità –, crema solare ad alto fattore protettivo, farmacia da viaggio con i classici antibiotico ad alto spettro, antistaminico, antidolorifico e tutto ciò che vi fa viaggiare sereni. Durante il nostro viaggio abbiamo incontrato diverse farmacie abbastanza fornite del necessario, ma spesso abbiamo visitato luoghi remoti, distanti ore dai principali centri urbani. Insomma, meglio essere autonomi in caso di necessità!

E soprattutto, ricordate di stipulare una buona assicurazione sanitaria prima di partire. Il sistema sanitario del Madagascar non è il massimo dell’efficienza e avere la tranquillità di poter accedere alle migliori cure mediche è un fattore troppo importante, a prescindere da quante precauzioni possiate prendere.
È sicuro il Madagascar?
E ora una domanda – e una risposta – di rito: è sicuro il Madagascar? La risposta è: sì, ma dipende da dove siete. Nelle zone rurali, lungo la costa e nei villaggi, ci siamo sentiti sempre tranquilli. Dappertutto abbiamo incontrato gente dolcissima, gentile, sorridente e sempre pronta ad aiutarci. Diverso il discorso nelle grandi città, soprattutto nella capitale Antananarivo (aka Tana per gli amici): qui serve più attenzione, soprattutto la sera. Meglio evitare di girare a piedi con il telefono in mano o la reflex al collo, per capirci. Non vi consiglieremmo nemmeno di girare da soli la sera: meglio spostarsi con i taxi anziché a piedi e scegliere di alloggiare in una zona molto tranquilla.

Per assurdo, abbiamo notato come nelle zone rurali, dove paradossalmente le persone hanno meno possibilità, la qualità della vita sembra essere migliore. In questi luoghi, a differenza della capitale, le persone sono abituate ad aiutarsi e disponibili con tutti, senza contare che la natura maestosa offre loro ciò che serve per vivere. In città questo si è perso, purtroppo e lo si percepisce immediatamente.
Cose da sapere prima di partire
In Madagascar si parla il malgascio, ma il francese è la lingua ufficiale. L’inglese è abbastanza diffuso e sull’isola di Nosy Be, nelle situazioni più turistiche, non è difficile incontrare ragazzi che parlano italiano. Ovunque sull’isola gusterete dell’ottimo pesce fresco, riso e frutta tropicale. Molto probabilmente vi ritroverete nel piatto lo zebù, che è l’animale simbolo del paese (anche parte della dieta locale), utilizzato per lavorare i campi e per creare diversi oggetti d’artigianato, ed è un po’ come il maiale in Emilia-Romagna: di lui non si butta via niente.

La maggior parte dei malgasci non è scolarizzata e vive con un salario che permette loro di comprare solo un sacco di riso al mese per sfamare tutta la famiglia. È un paese tanto bello quanto povero, governato da politici corrotti in cui sanità e istruzione sono a pagamento, e quindi accessibili solo per chi se le può permette. Eppure troverete sempre qualcuno disposto ad aiutarvi, un sorriso a tirarvi su il morale e in un certo senso tutto questo darà di nuovo ordine alle vostre priorità. Quindi, a meno ché non lavoriate online, non vi peserà troppo se la connessione internet sarà alterna (ovvio che se avete necessità di averne una stabile, potete acquistare una SIM locale): è un lusso a cui noi siamo abituati ma di cui è anche possibile fare a meno, qualche volta.
E, come sempre e come in ogni altro luogo del mondo, siate rispettosi: il Madagascar è un paese povero. Fate attenzione a come vi comportate, non solo per sicurezza ma anche per rispetto delle persone e della cultura locale. In qualsiasi caso, prima di partire e non solo per il Madagascar, noi consigliamo sempre di munirsi di un’ottima assicurazione di viaggio, indispensabile in caso di imprevisti e anche per coprire eventuali spese mediche (e con il nostro link avete anche un 10% di sconto sulla vostra polizza!).
Il Madagascar è un buon posto per chi vuole vivere di viaggi
Questo è un paese che offre storie, immagini, esperienze. A Nosy Be ci sono tanti italiani, per esempio, e in tutta l’isola ci sono invece tantissime cose ancora da raccontare, e una varietà di ambientazioni che rendono il Madagascar lo scenario ideale per chi lavora con i contenuti o vuole iniziare a farlo. Se state pensando di trasformare il viaggio in un lavoro, in Madagascar potrete creare itinerari o guide di viaggio, scattare foto indimenticabili, raccontare culture lontane dalla nostra in modo autentico, proporre esperienze eco, retreat, immersioni nella natura.
Il Madagascar è un viaggio coinvolgente e anche sfidante, ma se siete pronti ad ascoltarlo, a capirne il ritmo, vi ricompenserà con il viaggio di una vita.

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