
Buon mercoledì a tutti! La special guest di oggi è Cristina, che avete avuto già modo di conoscere nel suo post inaugurale sulla Colombia. Questo mercoledì Cristina ci racconta di un luogo impresso nella sua memoria che sta laggiù in Colombia: Salento.
Sembra incredibile che sia già passato un anno. Sento ancora quell’inconfondibile aroma di caffè che si diffonde per le vie. Forse sono ancora laggiù, dall’altra parte del mondo, a esplorare quel villaggio di nome Salento (sì avete letto bene ma nulla a che spartire con la Puglia), poco distante dalla città di Armenia, nell’incantevole “zona cafetera” colombiana. La Colombia: mai l’avrei immaginata tanto bella e multiforme. E mai avrei immaginato di capitare in questo posto ancora talmente vivo nei miei pensieri che ne posso raccontare come se fossi tuttora là.
Salento dunque: piccolo centro situato nel mezzo di montagne meravigliosamente verdi che vive della produzione di caffè, dell’allevamento di trote e del flusso di turisti che vengono inevitabilmente attirati dalle sue bizzarre stradine, dalla particolarità della sua architettura “paisa” e dalla vicinanza con la spettacolare Valle de Cocora.
Camminando per le vie del paese ci si tuffa in un’atmosfera d’altri tempi, non soltanto per la singolarità degli edifici ma anche e soprattutto per la dimensione umana in cui ci si ritrova. Mi sono sentita immediatamente come a casa e mentre passeggiavo per le strade non potevo non essere piacevolmente sorpresa dalla cordialità e dall’infinita disponibilità della gente del posto. Qui le persone sperano che tu chieda loro informazioni, ti sorridono senza motivo, ti salutano se passi loro accanto.
Esplorando poi i dintorni di Salento si arriva nella Valle de Cocora, un luogo di straordinaria bellezza nel quale ti ritrovi a camminare per chilometri immerso in uno scenario irreale. Lo sguardo si perde fra montagne color muschio in cui domina l’albero nazionale della Colombia: la “palma de cera”. Questa altissima pianta andina gioca a nascondino con le nuvole in quelle che vengono chiamate “foreste nebulari” creando un paesaggio naturale unico e suggestivo.
In un posto del genere può accadere di essere vittima della voglia di tornare e ora posso sentirlo chiaramente: quelle vie, quei sentieri mi vedranno nuovamente con lo zaino sulle spalle e l’insostituibile guida fra le mani, sempre viandante e curiosa come fosse la prima volta.
Qualche informazione in più..
Siamo nel Dipartimento di Quindio, nella “zona cafetera” colombiana.
Come raggiungere Salento
minibus da Armenia (mezz’ora) o bus da Pereira (un’ora e mezza)
Dove dormire
per viaggiatori zaino in spalla: ostelli “Plantation House” e “Las Palmas”
per viaggiatori più esigenti: hotel “Flor de Belen”
Dove mangiare
ristorante “Rincon del Lucy” (buono ed economico),
pasticceria “Sueño de fresas” (dove si possono assaggiare esotiche combinazioni di frutta tropicale e gelato).
Cosa fare
visita del piccolo centro e “shopping” nei tanti negozi di artigianato locale, escursioni a cavallo, visite guidate alle piantagioni di caffè, escursioni a piedi nella Valle de Cocora.
Come raggiungere la Valle de Cocora
fuoristrada da Salento conducono al piccolo villaggio di Cocora (circa un’ora) dal quale iniziano i sentieri per esplorare la Valle.
L’itinerario più battuto (provato personalmente e consigliato) parte da Cocora per arrivare alla Reserva Natural Acaime (circa 10 km).
Sicurezza: zona assolutamente tranquilla e sicura, a differenza di altre regioni o località colombiane dove è necessario prestare maggiore attenzione.
Amisaba
“montagne color muschio” mi piace! 🙂 Questo post è rassicurante; viene voglia di partire subito per fare il percorso di Valle de Cocora.
miprendoemiportovia
Cara Amina
ci piace pubblicare i post di Cristina sulla Colombia perchè come dici tu sono rassicuranti.
Cristina è una grande viaggiatrice solitaria (attualmente è a Rio in Brasile per due mesi) che si è sperimentata con viaggi molto importanti.
Parlando con lei della Colombia, come si legge anche nell’altro suo post, ciò che emerge è serenità e non tutta quella paura che abbiamo solitamente nel pensare un viaggio laggiù.
Un abbraccio Elisa e Luca