Corte della Maddalena, luogo magico nel cuore dell’Appennino Reggiano
Lo scorso weekend lo abbiamo trascorso sulle montagne “dietro casa”, quelle dell’alto Appennino Reggiano, per conoscere un luogo consigliato da amici, un luogo magico: il bed&breakfast Corte della Maddalena.
Domeninca mattina dopo aver fatto colazione e messo online il nostro video su youtube del nostro ultimo viaggio io, Elisa e Manina siamo saliti tutti e tre in auto con destinazione Busana, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Dopo una sosta a pranzo a Casina (segnatevi la Trattoria Wolfango!) e la solita meraviglia di trovarsi al cospetto della Pietra di Bismantova siamo arrivati in circa un’ora e mezza da Reggio Emilia al piccolo paese di Busana, sotto la montagna sacra del Ventasso.
Quella di domenica a Busana e alla Corte della Maddalena non era una giornata come le altre perché si trattava dell’inaugurazione del “Suttalventass” (trad. Sotto il Ventasso), il sentiero dell’arte, della fotografia e del racconto realizzato dall’Associazione Amanzio Fiorini.
Ma iniziamo le cose con calma facendo un passo indietro, perché i luoghi e gli eventi speciali sono persone speciali a farli e allora c’è bisogno di partire da loro.
Un posto speciale dove dormire nell’Appennino Reggiano
La Corte della Maddalena è uno splendido b&b realizzato in una delle ultime corti in pietra del paese, una volta residenza dell’esattore delle tasse del Duca di Modena. La strada di fronte, ora una normalissima via di un paese di montagna in passato era uno snodo commerciale di grande importanza, la via che portava da Reggio Emilia a Lucca e Massa, in Toscana. Vincenzo e Rosi, i proprietari, mossi dall’amore per queste terre, sono coloro che hanno ristrutturato quello che altro non era che il solito edificio di montagna abbandonato riportandolo in vita dopo una lunga ristrutturazione.
Avete presente quei luoghi che paiono rifugi dove trovar riparo dallo stress del ritmo frenetico della nostra vita quotidiana? Dove si dormono sonni tranquilli in camere curate nei minimi dettagli nel silenzio assoluto che solo le notti della montagna sanno regalare? Dove il risveglio è aprire la finestra e respirare a pieni polmoni l’aria fresca del mattino dell’Appennino Reggiano mentre al piano di sotto viene preparata una colazione con prodotti a km 0? Bene, tutto questo è la Corte della Maddalena.
Un evento imperdibile dell’Appennino Reggiano
E ora torniamo a parlare di “Suttalventass”. Rosi è la nipote di Amanzio Fiorini, orologiaio di Nismozza, frazione di Busana, che nei primi del ‘900 è emigrato a Chicago e negli U.S. ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia. Tornato al paese natio, all’inizio della Prima Guerra Mondiale, inizia a produrre una serie di ritratti fotografici degli abitanti della zona e delle scene di vita quotidiana dell’Appennino Reggiano di quel periodo. Molti anni dopo la sua morte avvenuta nel ’61 i suoi scatti sono apparsi su Time Life, in varie pubblicazioni internazionali e in una prestigiosa mostra al centro Pompidou a Parigi.
Oggi le sue fotografie, insieme a quelle di Fabrizio Cicconi che ha utilizzato lo stesso fondale di Fiorini restaurato e le sculture di vari artisti dell’Appennino Reggiano, sono le protagoniste di “Suttalventass”, la mostra (gratuita e sempre accessibile) esposta in un vero e proprio museo a cielo aperto, quello delle strade di Busana e del suo bosco lungo il sentiero che dal paese porta al torrente Rondino, al piccolo borgo di Nismozza, allo sperone di Monte Rivarolo, alla Strissla e poi via fino a ritornare a Busana.
Foto degli abitanti che furono e dei “resistenti”, coloro che continuano a vivere in queste terre abbandonate dai giovani alla ricerca di miglior fortuna (ma quale?) in pianura e città, sculture in pietra che raccontano di antiche leggende e di culti pagani che animavano i racconti tramandati lungo i pendii della montagna sacra del Ventasso e le didascalie che accompagnano il visitatore lungo il persorso con poesia e saggezza.
Cerco sempre la bellezza in giro per il mondo e poi la ritrovo qui, a due passi da casa tra i sentieri dell’Appennino Reggiano.
Voglio finire questo post riportandovi uno parte della didascalia che accoglie all’arrivo al cimitero di Nismozza. Quando mi sono fermato a leggerla mi sono emozionato a tal punto da dover trattenere a stento le lacrime. Sarà perché il Ventasso è davvero una montagna sacra?
“C’è un luogo, in mezzo alle montagne, dove la comunità di Nismozza ha posto il proprio cimitero. A partire dal 1892 gli abitanti di questo borgo vengono portati qui, in questo fazzoletto di terra racchiuso dai blocchi di tufo e protetto da abeti altissimi. E nelle giornate di neve quelle chiome trattengono i fiocchi che cadono, trasformando il cimitero in un angolo di terra asciutta. In questo fazzoletto di terra dormono gli uni accanto agli altri, i ricchi del paese e i poveracci, i bisnonni, le sorelline morte prematuramente, gli emigrati tornati poco prima per morire a casa, le mamme morte di parto, quelli che il paese considerava un po’ scarsi di comprendonio e i tanti nessuno che abbiamo nel sangue. A Nismozza stanno tutti insieme, gli uni accanto agli altri, in una comunanza che non ha separato alcuno dall’ultimo luogo scelto per riposare. E’ un luogo giusto”.
Per info: Corte della Maddalena: Busana (RE) (+39) 339.6648778
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