Visitare le cantine del prosecco in Veneto
Per gli appassionati enoturisti il Veneto è un posto in cui andare almeno una volta nella vita. Non solo perché qui si produce il famoso prosecco (sfido qualcuno a non averlo mai assaggiato) ma per apprezzare la grande passione per la produzione del vino che contraddistingue i veneti e che permea il loro stile di vita, le loro tradizioni e la dedizione per la propria terra.
Visitare le cantine del Prosecco sulle colline di Asolo
Per assaggiare alcune delle produzioni più pregiate di prosecco bisogna raggiungere la marca trevigiana, in particolare le colline di Asolo, nel cuore del Veneto. Per il loro clima mite e la conformazione del terreno, ricco in minerali, i Colli Asolani offrono un ambiente perfetto per la produzione del prosecco. Tanto che i 19 Comuni che fanno parte di quest’area sono stati premiati con l’assegnazione della qualifica di DOCG – Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
In quali cantine andare a degustare prosecco?
Le cantine che si trovano questa zona si contraddistinguono per non essere di grosse dimensioni ma piuttosto delle piccole produzioni di qualità che hanno come prerogativa la valorizzazione del territorio e il rispetto per le tradizioni.
Come Terre dei Castellaz (www.terredeicastellaz.it), una storia di famiglia che ha fatto della passione per il vino una vera e propria professione, guidata prima dal padre, poi dalla giovanissima figlia, che è diventata titolare della società e che ci ha accompagnato nella visita alla tenuta.
Prima di visitare la cantina vale la pena esplorare gli splendidi interni di Villa Bellati, una tenuta seicentesca restaurata dalla famiglia Andrighetti e resa accessibile al pubblico.
Con una suggestiva camminata tra le vigne si raggiunge poi la cantina, dove si può degustare un buon calice di prosecco DOC ma anche un interessante merlot DOC Montello o assaggiare un Incrocio Manzoni, prodotto da un vitigno autoctono della provincia di Treviso. Terre dei Castellaz ha anche una piccola produzione di salumi tipici e cotechino che vale la pena provare per accompagnare la degustazione.
Un’altra storia che mi è piaciuta moltissimo è quella della famiglia Dall’Est, proprietari della cantina Ghisolana di Monfumo (www.ghisolana.com). Avviata dal nonno Ernesto, che ha coltivato le prime viti tra i colli dell’Asolano, l’attività è stata poi ereditata dai figli e infine dai nipoti Ennio ed Ernesto, che hanno fatto della produzione biologica la caratteristica distintiva della produzione dell’azienda agricola.
Oltre a un ottimo prosecco superiore DOCG e a un invitante spumante Rosè, abbiamo assaggiato una produzione tipica e autoctona della cantina Ghisolana: un sidro prodotto con mele di Monfumo dal sapore simile al prosecco. Una specialità davvero deliziosa che in più valorizza e conserva le tradizioni del territorio asolano.
Un’altra interessante realtà dei Colli Asolani è la cantina Dal Bello (www.dalbellovini.it). Anche qui si parla di famiglia e di tradizione che si tramanda di padre in figlio, con un impegno particolare per la valorizzazione dei vitigni autoctoni.
La produzione è piuttosto varia, ma l’eccellenza è senza dubbio rappresentata dall’Asolo prosecco DOCG Superiore Millesimato, un vino che interpreta molto bene la denominazione conferita Asolo DOCG per la sua qualità e tipicità.
Tutte queste cantine sono socie del Consorzio dei vini Montello Colli Asolani, un’importante realtà nata per preservare, tutelare e valorizzare la produzione vinicola del territorio della marca trevigiana.
Un impegno che in realtà ho visto in tutti i volti delle persone che ho incontrato in questa visita. Quello che più mi ha colpito esplorando questa zona, devo dirlo, è il grande attaccamento delle persone alla propria terra, che cercano di far conoscere e apprezzare in tanti modi diversi: dalla grande ospitalità alla cura per il proprio lavoro, dall’attenzione all’ambiente alla conservazione delle tradizioni. Una bella storia d’amore, davvero.
goodnightandtravelwell
Io probabilmente non lo farei mai perché detesto cordialmente il vino, ma per gli estimatori deve essere un itinerario sicuramente interessante.