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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

Lo special guest di questo mercoledì è Daniele autore del blog attenti al coniglio. Abbiamo conosciuto Daniele on-line anche se vive a pochi chilometri dalla nostra “base”. Daniele ha tante passioni ed una di queste è la Tanzania e vorrebbe condividerla con voi. Abbiamo accolto la sua proposta con entusiasmo perchè, come ben sapete, amiamo l’Africa ma non siamo mai stati in Tanzania. Leggendo il suo racconto ci è venuta ancora più voglia di accettare l’invito di una vecchia amica dell’università, Marta, che lavora per l’Unicef a Dar es Salam e partire. Buona lettura e godetevi le foto di Daniele che sono veramente bellissime.

Quando arrivi in Tanzania la prima cosa che noti è l’odore dell’aria. Io ero atterrato al Kilimanjaro Int’nal, nel nord del paese, un aeroporto costruito in mezzo alla savana per scopi turistici tra le città di Arusha (la seconda del paese per importanza) e Moshi, ed era la mia prima “vera” volta in Africa.

Ero partito da solo per una vacanza eco-turistica in un campo dove due biologi (Malcolm e Alessandra, il primo è poi diventato uno dei più grandi amici che ho) conducevano una ricerca sui leoni grazie al supporto del Fondo per la Terra.  Il progetto consisteva nel monitoraggio della popolazione di leoni nel parco nazionale del Tarangire, a noi volontari spettava il compito di cercarli, riconoscerli, fotografarli e schedarli.

La prima sensazione che ho provato durante il trasferimento dall’aeroporto, magari banale ma che ricordo ancora dopo più di 11 anni, è stata quella di essere tornato a casa. Durante le mie visite successive mi sarei reso conto di altri aspetti del paese, alcuni dei quali molto negativi. Ma per il momento quelle pianure sterminate punteggiate di animali di cui non conoscevo il nome e di acacie a forma di ombrello erano esattamente il posto dove volevo essere.

La Tanzania è una federazione composta dalla parte continentale (Tanganika) e dall’arcipelago di isole, tra cui la più nota (e più grande) è Zanzibar.

Oltre alla eco-vacanza con i biologi, ho visitato la Tanzania una quindicina di volte nel corso di 11 anni e mezzo, quasi sempre in tenda oppure nelle strutture che i parchi nazionali spesso offrono all’interno del loro perimetro. Tutti viaggi fai-da-te comunque.

Una cosa da dire riguardo al turismo naturalistico in Tanzania è che non è economico. Il paese ha scelto una politica turistica che produce prezzi decisamente alti, se paragonati ad esempio a Kenya e Sud Africa. Anche un viaggio in tenda può costare parecchio a causa dei costi del noleggio dell’auto e delle tasse di ingresso ai parchi. Il lato positivo è che l’affollamento si riduce.  Il costo si aggira all’incirca sui 150 USD a testa per ogni giorno di parco nazionale ed è alto a causa dei costi fissi del noleggio del fuoristrada e delle tasse di ingresso ai parchi.. Il mio consiglio è di affiancare alla vacanza nei parchi una vacanza a Zanzibar per poter risparmiare in quanto evitando i villaggi turistici puoi valutare una spesa di 50 USD al giorno a testa. Tenete però presente che 10 giorni di savana “zaino in spalla” sono faticosi. Col mio gruppo l’abbiamo fatto, tra l’altro, con auto senza autista, e alla sera alle 20.30 eravamo già nel sacco a pelo. Io però consiglio sempre di prendere anche l’autista, almeno le prime volte che ci vai.

La Tanzania è un paese molto grande, con una superficie di circa tre volte quella dell’Italia. Le strade non sono male ma comunque parecchie zone sono servite solo da sterrati, mentre altre sono più sviluppate. Questo significa che si può passare da aree relativamente battute dal turismo, ad altre quasi completamente “vergini” da questo punto di vista. E l’atmosfera che si respira è molto diversa: gente più gentile, prezzi uguali per i locali e per i muzungu (i bianchi) e rischio praticamente nullo di incorrere in furti o simili.

Ovviamente le zone più turistiche non lo sono a caso ma perché davvero belle, e penso in particolare ai parchi del nord e a Zanzibar. Ciò non significa che le zone più remote siano meno belle, ed io in particolare preferisco in genere andare alla scoperta di cose nuove e magari un po’ più difficili.

La cucina tanzaniana è semplice e fatta di ingredienti poveri, arricchiti volendo da carne e pesce (sempre ottimi): patate, tapioca, riso, verdure cotte e crude. Nelle maggiori città si trovano anche ristoranti con cucina internazionale, o addirittura italiana.

Per chi ama viaggiare, esplorare, per chi ama la natura, credo che la Tanzania sia un paese assolutamente da visitare non appena se ne ha la possibilità. Vi farà sognare.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

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