Reggio Emilia: un biroccio e i luoghi della nostra città raccontati col sorriso
Recensione di Tutti al Venezia in carrozzone: un viaggio-spettacolo lungo la Via Emilia.
Ci sono persone che sanno fare la differenza.
Persone che hanno un dono, quello di saper raccontare la storia dei luoghi in un modo così particolare che te li fanno comprendere e amare.
A Reggio Emilia esistono tre moderni “burattinai di parole” che a bordo di un biroccio hanno narrato per il cartellone di Restate 2017 le storie, le geografie, le memorie di una parte di via Emilia che attraversa la nostra piccola città.
Mauro Incerti coinvolgente talento teatrale insieme ad Antonio Canovi e Alberto Pioppi, rispettivamente storico e sociologo di Reggio Emilia, hanno vestito i panni dei “narraluoghi” e sono saliti sul palco per raccontarci la storia e la memoria di Reggio Emilia con ironia e semplicità.
Prima tappa Pieve a fine agosto. Seconda e ultima tappa il circolo Venezia a San Maurizio. Due estremi della via Emilia e in mezzo un mare di racconti. Storie reali raccolte dalla memoria della gente che hanno intervistato e che ha dato vita alla sceneggiatura di “Tutti al Venezia in carrozzone” (qui il link alla scheda dello spettacolo).
Uno spettacolo che vale davvero la pena di vedere, che entusiasma e strappa numerosi sorrisi.
Abbiamo intervistato per voi Alberto Pioppi per capire insieme cosa sta dietro a questa ricerca spettacolo.
Come è nata l’idea dello spettacolo “Tutti al Venezia in carrozzone”?
Noi siamo tre professionisti che, con punti di vista differenti, si occupano di territorio. Ci piaceva l’idea di mettere insieme le nostre diverse competenze per costruire un progetto di ricerca che come obiettivo finale avesse uno spettacolo, per restituire al territorio stesso, cioè alle persone, quello che noi avevamo osservato e ascoltato
La ricerca-spettacolo che mettete in scena è divisa in due parti e ogni parte è uno spettacolo diverso, collegato e al contempo indipendente dall’altro, perché questa scelta?
Perché ogni territorio ha la sua storia, la sua memoria, la sua quotidianità. Quando si fa indagine sociale in un luogo, ci sembra corretto restituire “sul campo”, cioè proprio in quei luoghi dove l’indagine è stata eseguita.
Come è avvenuta la ricerca? Chi ha coinvolto? Le storie narrate sul palco sono quelle della gente del luogo?
La ricerca si svolge in vari modi, con analisi di reperti cartografici quali mappe e libri e con osservazioni partecipanti ed interviste alle persone che abitano i luoghi. Queste stesse persone poi ci forniscono testimonianze di fatti avvenuti e materiale iconografico che usiamo nello spettacolo.
Avete in programma altre repliche o progetti simili?
Questi sono spettacoli che non prevedono repliche, ma i “narraluoghi” sono sempre all’opera e quindi probabilmente nasceranno altri progetti in altri territori.
Questo articolo è scritto in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia per la promozione di Restate 2017.