Una Trieste insolita
Se dovessi definire Trieste mi riuscirebbe difficile farlo con una sola parola. La sua signorilità e la sua eleganza custodiscono gelosamente un’antica tradizione complessa ma genuina fatta di multiculturalità, multireligiosità, accoglienza, storia, arte.
Passeggiare anche per mezza giornata tra le sue vie ti permette di respirare quella’aria tipica delle zone di confine che si sono arricchite con tutto ciò che le generazioni nei secoli hanno portato qui dall’Europa e anche dal Mondo, vista l’importanza che per tanti anni il porto della città ha rivestito.
In questo articolo voglio raccontarti tre modi per scoprire Trieste in maniera insolita, guardandola attraverso la lente letteraria, multietnica, storica e gastronomica.
Antica Libreria Umberto Saba
Trieste è una città dal forte animo letterario, avendo dato i natali a scrittori come Italo Svevo e Umberto Saba e avendo accolto per buona parte della sua vita lo scrittore inglese James Joyce.
I richiami a questi tre grandi personaggi della letteratura italiana ed europea si respirano per tutta la città, tanto che ai tre è stato dedicato un vero e proprio percorso letterario.
Un itinerario per ogni personaggio che porta il visitatore alla scoperta dei luoghi in cui ognuno ha vissuto, che ha frequentato e che l’ha ispirato per la sua produzione artistica.
Cerca le loro statue e segui le indicazioni riportate nelle colonnine al loro fianco.
E quando incontrerai la statua di Umberto Saba controlla bene la direzione verso cui è rivolta. Pochi metri più avanti in Via San Nicolò troverai una piccola porticina sormontata da un’insegna un po’ sbiadita. Non farti ingannare dalla semplicità e prova a bussare, con cautela e rispetto, se non hai preso appuntamento.
Se sarai fortunato potrà capitarti come è successo a noi che la porta si apra e così ti ritroverai immerso tra migliaia di libri antichi, perché sarai entrato nell’antica libreria Antiquaria che lo stesso Umberto Saba rilevò e fondò oltre 100 anni fa, nel 1919.
Al suo interno si respira ancora il profumo dei vecchi libri ingialliti dal tempo. Tra un volume e l’altro, sul bancone al centro della stanza, l’originale Olivetti con la quale il poeta componeva i suoi scritti.
Questo tuffo nella storia sarà accompagnato dai racconti e dalle parole dolci e gentili di Mario Cerne, il figlio dello storico apprendista di Saba che ereditò la libreria alla morte del poeta e che a sua volta la lasciò al figlio che ancora oggi se ne prende cura. Non si sa ancora per quanto questo gioiello storico rimarrà aperto, per questo se visiti a Trieste, non puoi perderti questa occasione davvero unica!
Centro Multimediale Stik
Trieste, da sempre terra di confine e per questo emblema della multiculturalità, ha da poco inaugurato il Centro Multimediale Stik, con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura e le tradizioni della minoranza slovena nelle terre di confine del Friuli Venezia Giulia.
Questo centro nasce all’interno del progetto europeo Primis con il coinvolgimento di Italia e Slovenia al fine di promuovere le minoranze linguistiche.
Esistono altri centri multimediali, 2 in Italia e 1 un Slovenia:
- Faro di Bibione: Centro Multimediale per la valorizzazione della minoranza friulana in Veneto
- Centro Multimediale a Santo Stefano di Cadore per la valorizzazione della minoranza ladina
- Capodistria per la valorizzazione della minoranza italiana in Slovenia e Croazia.
Lo scopo del progetto di condivisione e appartenenza è già racchiuso nel suo nome, poichè “stick” in sloveno significa contatto. Contatto tra due lingue, tra due culture, tra due popoli.
Il visitatore viene accolto in un salotto virtuale in cui le personalità slovene più rilevanti dell’ultimo secolo in ambito culturale, scientifico, politico, imprenditoriale, si presentano in tre diverse lingue (italiano, sloveno e inglese) e lo introducono attraverso un excursus storico e politico dal 1800 ai giorni nostri.
Tra vecchie foto in bianco e nero e installazioni che parlano di antiche tradizioni come la ciupa, la storica imbarcazione in uso fino agli anni ‘50 realizzata con un unico tronco di legno scavato, simbolo dei pescatori di santa Croce, il centro vuole mostrare l’offerta turistica e enogastronomica che offrono le terre di confine abitate dalla minoranza slovena, in un territorio che va da Muggia a Tarvisio, esaltando lo spirito e l’anima complessi e sfaccettati della minoranza slovena.
Non solo evocazioni visive e tattili ma anche musicali, con una tipica canzone slovena che accompagna il percorso e che racconta dell’importanza di mantenere la consapevolezza della propria identità anche se si visita il mondo e si arriva lontano.
Nella seconda sala si lascia la storia per entrare nel contemporaneo e scoprire gli aspetti culturali e didattici, sull’educazione dei ragazzi nelle scuole slovene in cui si applica il bilinguismo, all’utilizzo della lingua slovena sui quotidiani locali ma anche in trasmissioni televisive rai dedicate alla comunità slovena, (dopo il classico tg regionale qui va in onda una trasmissione di un paio di ore in lingua slovena chiamata tg3 rai bis).
Caffè Tommaseo
dopo una bella scarpinata in giro per la città come non fermarsi a pranzo in un posto unico, dal fascino storico e intramontabile?
Se vuoi tuffarti nella trieste risorgimentale non perderti un aperitivo o un pranzo nell’elegante Caffè Tommaseo, il più antico caffè di Trieste fondato nel 1830 che ti catapulterà indietro di quasi 200 anni. Appena varchi la soglia ti immergerai nell’antica signorilità del posto. Tra l’eleganza dei tanti arredi ancora originali e la ricercatezza del personale e del servizio, ti potrebbe sembrare di vedere intorno a te commercianti e intellettuali della città che qui si ritrovavano a pranzare e conversare di politica o di affari.
Il caffè Tommaseo riveste un’importanza storica per la città. E non solo per il ruolo che ebbe il caffe per Trieste visto che nel ‘700, quando la città divenne porto franco sotto l’impero austro ungarico, fu il porto più importante per l’importazione dell’oro nero nonchè la via di accesso principale per il caffe verso tutta l’Europa.
E nemmeno perchè fu il primo luogo in città a vendere il gelato.
Il Caffè Tommaseo versò la metà del’800 divenne un centro importante del risorgimento italiano.
E quando scoppiò la prima guerra mondiale, mentre la città era ancora sotto il dominio austriaco, divenne il punto di riferimento per i giovani ragazzi chiamati alle armi che volendo evitare di andare in guerra venivano qui per trovare un falso passaporto italiano. Gioco che durò poi poco tempo visto che dopo pochi mesi anche l’Italia entrò in guerra e nessun passaporto italiano avrebbe salvato i giovani soldati dal richiamo alle armi.
Tre idee diverse per gustarsi Trieste da un’angolazione particolare.
Una mezza giornata per assaporare in maniera insolita questa città che ci può ancora oggi insegnare molto su come l’identità di un popolo non venga scalfita ma anzi arricchita dall’incontro con il prossimo.
Articolo scritto da Angelica Carlevaro del blog Una mamma on the road nell’ambito del progetto di stage in quanto studentessa della Travel blogger School