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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

La nostra special guest di oggi potremmo quasi ribattezzarla la nostra corrispondente dalla Malasya. Lei è Manuela, racconta storie per professione che ha vissuto per un po’ in Asia (qui e qui potete trovare i suoi post passati se ve li siete persi) e che oggi ci racconta di una cerimonia indiana celebrata ogni anno a Gennaio in Malasya. Leggendola la morsa alla stomaco per il mancato viaggio in India si è fatta ancora più sentire!

Oggi vorrei parlare di un’esperienza davvero coinvolgente vissuta durante il mio soggiorno in Malesia. Ne avevo sempre sentito parlare, e la curiosità di poter partecipare a questo antico culto e’ stata più forte delle varie ammonizioni ricevute circa il pericolo di un super affollamento, di venir travolta dalla folla di persone e così via. Precisamente si tratta di un’antica celebrazione indù festeggiata dagli indiani tamil della Malesia che si svolge ogni anno a fine gennaio a Batu Cave, un bellissimo tempio scavato in una grotta a circa 13 km da Kuala Lumpur.

Thaipusam, antico rito indu

Questa tradizione religiosa e’ arrivata in Malesia nel 1800  insieme agli indiani portati a lavorare qui come immigrati dai coloni inglesi. In realtà, visti gli aspetti un po’ truculenti, in India non viene più celebrata in modo così profondo e sentito  come invece ancora avviene in Malesia e nelle altre più piccole comunità di indiani tamil sparse in Asia. Il nome della festività religiosa prende il nome dalla commistione di due parole: Thai, mese e Pusam, nome di una stella che a fine gennaio assume la più alta posizione in cielo e solitamente accompagnata da luna piena.

Qui gli indiani vogliono celebrare il loro apprezzamento al dio Murugan, figlio di Shiva attraverso doni: brocche di latte, palanchini con statue del dio (mi ricordavano un po’ le nostre processioni del sud con statue di Madonne o Santi tenute a braccio) ma anche attraverso sacrifici terribili.

thaipusam

Appena arrivati, la cosa che  sorprende maggiormente e’ il mare di folla che ti si stringe attorno: uomini, donne, bambini che per mesi preparano la festa e poi si riversano per le strade intorno al tempio di Batu caves per viverla e arrivano da tutta la Malesia. Poi vedo alcuni tendoni: alcuni sono allestiti per rasare completamente le teste di uomini e neonati che poi verranno dipinte di giallo (purtroppo non conosco il motivo di tal rito), in altri alcuni uomini fumano grossi sigari che forse sono qualcosa di piu’ di semplice tabacco.

Suppongo sia la carica necessaria per sopportare il dolore che si accingono a infliggersi.

Thaipusam rito indu in malesia

Altre persone si dirigono verso il fiume per bagnarsi o purificarsi.

Thaipusam

Ma la scena piu’ agghiacciante e’ la sfilata di uomini con uncini piantati nella schiena che trascinano carretti o trasportano palanchini pesantissimi con fiori e statue per dirigersi sulla lunghissima scalinata che condurrà all’interno della grotta-tempio.

antico rito indu in malesia

Alcuni si fanno passare aghi da una parte all’altra della bocca, altri si forano la lingua, sembrano non sentire la fatica dei 35 gradi ad alto tasso di umidita’ della giornata e soffrono in silenzio cercando di cantare e ballare, in un’estasi irreale. Li guardo negli occhi e sembrano assenti, proiettati in un’altra realta’, poi pero’ qualcuno si accascia, ha bisogno di fermarsi un attimo, di bere un po’d’acqua per poi ripartire e portare a termine il proprio compito sacrificale..  tutto in onore al dio Murgun che quel giorno gioira’ dei loro sacrifici.

 

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

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