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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

C’è un posto in Val di Merse in provincia di Siena che rievoca leggende di cavalieri e di spade nella roccia: l’Abbazia di San Galgano.

Un luogo così irreale e fuori dal tempo che si fatica a credere esista per davvero. Un edificio a pianta Bernardina con croce latina a tre navate che si inserisce perfettamente nelle regole di costruzione delle abbazie cistercensi (che ne prevedevano la realizzazione in un’ampia pianura priva di abitazioni circostanti e vicino a corsi d’acqua). La nostra guida durante il blogger tour #terresienayoung (se non sapete di cosa si tratta cliccate qui) ci ha spiegato che questa è la prima abbazia gotica della toscana che si contraddistingue per i pochi fronzoli.

La costruzione dell’Abbazia è terminata alle soglie del 1200 dopo circa 60 anni di lavori per volontà  del vescovo Ildebrando Pannocchieschi in onore di San Galgano che nacque nel 1148 a Chiusdino, un piccolo borgo a pochi km dall’Abbazia stessa in quella parte di Medioevo piena di violenze e soprusi. Lo stesso Galgano non era lontano da queste angherie ma si rese ben presto conto dell’inutilità di questo modo di vivere e si ritirò a vivere sulla collina di Montesiepi e come segno tangibile di rinuncia alla violenza conficcò la propria spada nella roccia con l’intenzione di usarla come croce su cui pregare e non più come strumento con cui uccidere. Un grande segno simbolico, correva l’anno 1180. Solo un anno dopo Galgano morì e nel 1182 venne dichiarato Santo.

A Chiusdino si possono visitare i resti della sua casa Natale. Chiusdino merita senza dubbio una tappa sulla via San Galgano, è un piccolo borgo acciottolato e pieno di viuzze in un saliscendi durante il quale si incontrano occhi attempati che ti guardano dalle finestre.

Si entra in Abbazia passando per l’importante sala Capitolare o semplicemente Capitolo che era il parlamento dei monaci al quale non potevano partecipare chi non avesse preso i voti (da qui l’espressione: “non aver voce in Capitolo”). Nella Sala si leggeva ogni giorno un “capitolo” della regola e vi si svolgeva la maggior parte delle assemblee legate al funzionamento del monastero e della sua comunità. Qui aveva luogo  l’elezione del nuovo abate quando quest’ultimo veniva a mancare; ma in essa si svolgevano anche delle funzioni giornaliere come l’uffizio della sera dopo il ritorno dei monaci dal lavoro nei campi, l’accusa personale dei peccati di fronte all’assemblea monastica, la discussione di questioni teologiche,  la relazione sull’andamento del lavoro nella comunità ed anche la richiesta di consiglio ai confratelli, da parte dell’abate, in occasione di situazioni particolari da affrontare.

Nel 1652, dopo un lungo periodo di decadenza, avvenne il suo abbandono a cui seguì il crollo del del campanile sul tetto.

La particolarità dell’Abbazia che la rende così unica nel suo genere è appunto la mancanza del tetto, navate ed absidi a cielo aperto le conferiscono un fascino indescrivibile che l’ha resa patria di film di successo come il Paziente inglese di Anthony Minghella. 

Da un anno l’Abbazia è visitabile solo a pagamento (2 euro a testa, 6 euro per una famiglia con due bambini) e nelle sere d’estate è possibile assistere a opere liriche, secondo me un’esperienza indimenticabile solo per la location! Il programma è davvero ricco, tra i prossimi appuntamenti saranno presenti anche Ludovico Einaudi e Paolo Fresu (14/07).

Per una gita in giornata vi consigliamo di iniziare la visita a questo territorio da Chiusdino stesso per avvicinarvi pian piano alla storia di San Galgano, poi di salire fino all’Eremo di Montesiepi costrutito subito dopo la morte del Santo sopra l’antica capanna da lui abitata. Qui è possibile ammirare la splendida spada nella roccia.

La Cappella dell’Eremo vanta affreschi del Lorenzetti sulla vita di Galgano. Da Montesiepi si può scendere all’abbazzia lungo un suggestivo sentiero immerso nel verde.

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

Comments:

  • Simonetta

    5 Febbraio 2017

    Il luogo è davvero affascinante e fuori dal tempo, ti aspetti di incontrare un cavaliere templare o un monaco intento a pregare…ma il sentiero che unisce l’abbazia a Montesiepi io l’ho fatto in salita e d’estate, e vi assicuro che ha poco di suggestivo!! ??☀?

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