All’inizio ne rimani quasi scioccato.
Anzi, non solo all’inizio, prima di abituarti c’è ne vuole. A cosa? Ok, adesso vi dipingo un quadretto, prestatemi cinque minuti.
Prendete un fiume, non grande come il Saint-Laurent di cui vi ho già parlato, ma uno medio-piccolo e immaginate che ad un certo punto prima di tuffarsi in un fiume immenso (questo sì che è il Saint-Laurent) formi una cascata di quasi cinquecentometri.
Ok, quasi ci siete. Ora immaginate che questa cascata, chiamata Montmorency Falls, sia quasi completamente ghiacciata e che decine di giovani attrezzati di tutto punto si ritrovino alla sua base per iniziare quella che ai miei occhi è una vera e propria impresa titanica: la scalata.
Poi immaginate una classica mattina d’inverno, che tanto classica non è visto che il termometro segna -10C, con il sole che brilla come non mai e l’aria è talmente gelida che quando respiri profondamente non puoi non tossire.
Avete presente? Bene, immaginate anche me, vestito praticamente da palombaro per non soccombere al gelo, e alla mia faccia quando vedo due corridori che come se nulla fosse fanno jogging sul marciapiede innevato che costeggia il fiume.
Il giorno prima, chiuso in un ristorante, guardo fuori dalla finestra e osservo la nevicata che sta ricoprendo Québec per l’ennesima volta. E li vedo arrivare, sotto i fiocchi, uno dopo l’altro. Ciclisti.
Passeggiando in un boschetto, accompagnato come sempre da neve e gelo, noto una ragazza ferma all’incrocio tra due sentieri con un pacco di bottigliette d’acqua ai piedi. Sembra stia aspettando qualcosa o qualcuno. Ballando. Poco dopo capisco che era un’addetta al percorso della gara podistica in atto. Con le ciaspole, o in inglese “snow shoes”.
Non solo abitano in una terra che praticamente ha un inverno che dura sei mesi, ma ci fanno pure sport! Oppure il pazzo sono io che mi scandalizzo così tanto? Osservare mentre corrono, pedalano o si arrampicano ti mostra come a volte ostacoli che riteniamo fisici e tangibili non sono che una nostra barriera mentale. E lo sport, da sempre, è il miglior strumento per demolirla.
Mi piace quando riesco a comprendere la cultura della nazione che visito. Anche questa volta credo di avercela fatta.
Poi una locandina nella saletta d’attesa per imbarcarsi sul traghetto del Saint-Laurent attira la mia attenzione. No, non ci posso credere.
Pubblicizza il “Circuit Québécois de canot a glace“, una gara in cui squadre composte da quattro uomini, attraversando il fiume con una canoa, devono raggiungere per primi l’altra sponda. Peccato che il fiume sia in gran parte ghiacciato, quindi la canoa se la devono portare in spalla. Una traversata da incubo, che nessuno con un po’ di sale in zucca si sognerebbe di fare.
Ma…allora…è proprio vero, sono pazzi questi del Québec!
freya
Io morire i dopo 5 minuti, anzi: 2! Però che bello!
Elisa
Mi sa tanto che o ci nasci o…ci muori!
Simona
No, scusa… CORRONO CON LE RACCHETTE DA NEVE AI PIEDI?… No beh, non so se sono dei pazzi come dici giustamente, o dei geni!
Ma approvo tantissimo quando dici: “E lo sport, da sempre, è il miglior strumento per demolirla.”
😉
Elisa
Grazie Simona. Ebbene sì corrono con le ciaspole, il tizio della foto mi ha superato mentre io cercavo disperatamente di sopravvivere al gelo! 😉