
Di Scicli ci siamo innamorati all’istante. E’ una parte di Sicilia imperdibile e siamo molto contenti di ospitare per la seconda volta come special guest Melania del blog melaniaontheroad che ci porta con lei a Scicli. E’ un racconto di una siciliana della propria terra e proprio per questo imperdibile.
Con Scicli nel cuore
Ho riflettuto parecchio prima di decidere quale città raccontare sfruttando la possibilità di essere pubblicata in un blog tanto seguito e importante.
La scelta non poteva che riguardare una delle tante e bellissime città della mia terra, del Val di Noto, ma quale e come scegliere su quale focalizzare l’attenzione dei lettori di Elisa e Luca?
La valutazione è stata ardua e agognata, ma poi ….. perché non Scicli?!
Come posso non decantare la mia perla per eccellenza? Mia perché la sento nel cuore, perché ti resta nel cuore.
A Scicli c’è tutto: c’è la storia più antica dell’uomo e le credenze popolari che ancora alimentano vecchie e affascinanti leggende, c’è la bellezza dei monumenti, inseriti della lista di beni Patrimonio dell’Unesco, c’è la cucina tradizionale e quella stellata e l’occasione di gustare i piatti dinanzi le atmosfere più suggestive del mondo o dentro palazzi risalenti al 1700 e c’è, ultimo non certo per importanza, il litorale più bello dell’intera Sicilia.
Ma andiamo per gradi: è vero che la storia più antica dell’uomo occidentale trova le proprie tracce a Scicli, dove già tremila anni fa risiedevano i Siculi e il paese era identificato con il nome di Siclis. Vi passarono gli arabi, e poi i Normanni e via via con le innumerevoli dominazioni che hanno interessato la Sicilia.
Se ci fate caso, è l’unico nome di città la cui etimologia si avvicina a quello della Madre Sicilia.
Cosa vedere a Scicli
Alle sue dominazioni è legata, altresì, la leggenda che anima la colorata festa patronale della città, quella della Madonna delle Milizie. Non vi stupite, si tratta proprio di una Madonna, rappresentata nelle vesti di una guerriera fiera e militante, a cavallo e con spada alla mano. Fu lei, la Madonna dei Mulici o delle Milizie, a salvare il popolo siciliano durante los cotro tra Normanni e arabi, che si contendevano il territorio.
Mi fa piacere menzionarla per varie ragioni: 1) è l’unica iconografia di una Madonna guerriera al mondo, 2) la statua originaria, di antichissima fattura, è ancora custodita nella chiesa Madre ed è realizzata con una botte di vino e vari stracci avvolti e dipinti, 3) il racconto sulla Madonna guerriera, col tempo si è trasformato in leggenda, poi in tradizione e infine in profonda devozione nella popolazione, che ancora oggi la celebra con una festa e una rievocazione l’ultimo sabato di maggio.
A Scicli ci sono una moltitudine di monumenti e palazzi storici, ma non solo, può dirsi che tutto il barocco più bello del Val di Noto è concentrato nel centro storico di questa città: Via Mormina Penna, la Chiesa di santa Teresa, la chiesa di San Giovanni, quella di San Michele, la Piazza del Municipio, la Piazza Busacca, lo strepitoso Palazzo Beneventano e Palazzo Spadaro sono solo alcuni degli esempi più illustri della magnificenza estetica di questa città, tanto che viene definita il Giardino di Pietra.
«La via Mormina Penna, per la ricca presenza di edifici del Settecento, e il palazzo Beneventano rappresentano un capolavoro del genio creativo umano dell’età tardo-barocca». Unesco
Lo storico d’arte inglese Blunt disse di palazzo Beneventano: “è tra tutti i palazzi, il più significativo e il più originale”.
Per definirlo in tre parole: bizzarro, appariscente e drammatico. Ma sarebbe riduttivo, perché trovarsi dinanzi questo palazzo straordinariamente decorato, è cosa sconvolgente. Tra l’altro i miei occhi di ragusana sono abbastanza abituati al barocco, ma cotanta bellezza e grandezza lascia senza parole anche gli occhi più allenati.
Tutto è strabordante di barocco: i pomposi balconi in ferro battuto, per consentire alle dame di affacciarsi con i vaporosi abiti dell’epoca, i mascheroni e le teste di moro della tradizione di Caltagirone che adornano porte e finestre, sono talmente teatrali e verosimili che sembrano voler narrare una storia, forse quella dello scontro tra normanni ed arabi o forse chissà, fanno comunque il loro effetto scenico. A tutto questo si aggiunga che il portone è alto quasi 3 metri, è enorme, imperioso e domina la scena ed è, infatti, detto il Portone dei giganti.
Sul lato destro del palazzo inizia la salita che porta al colle San Matteo, una volta centro nevralgico della città e dove, ancora resiste la vecchia costruzione del Duomo.
Come tutte le città del Val di Noto, anche Scicli venne travolta e distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita a valle. Prima del terremoto la città si ergeva sulla cima del Monte e intorno la vecchia chiesa Madre.
Salite e non preoccupatevi, che sia giorno o sera, lo spettacolo una volta in cima ne varrà la pena e vi bastano 10 minuti a piedi per arrivarci.
Tra l’altro, strada facendo si intravedono squarci davvero caratteristici e meritevoli: i muri a secco tradizionali e le casupole arroccate l’una sull’altra, una chiesa a metà strada con annesso terrazzo belvedere.
Il mio consiglio comunque, è quello di recarvici di sera ….. le luci calde e il buio della notte rendono tutto più suggestivo!
Poco resta della bellezza decorativa interna, venuta meno a causa dei danni provocati dal tempo e dalle incurie dell’uomo, ma è uno spettacolo la struttura di per sé e il panorama sulla città che si può ammirare dal terrazzo di San Matteo.
Cosa mangiare a Scicli
Dal punto di vista dei vizi eno gastronomici questa città è perfetta per chi apprezza il buon vino e il buon cibo ed è adatta a tutte le tasche: una dietro l’altra si alternano trattorie tipiche a ristoranti a cinque stelle, pizzerie che propongono pizze coi bordi farciti e chi con i più disparati impasti bio, veg, o con farine di tutti i tipi (anche alla cannabis!). Alcuni si trovano in punti strategici, come la Piazza Busacca, o accanto Palazzo Beneventano, così da potervi concedere il lusso di cenare coccolati dall’atmosfera del barocco sciclitano. La via Mormina Penna, di sera, si trasforma in un crogiolo di locali per aperitivi, street food, o anche solo per un amaro dopo cena e la moltitudine di locali caratteristici raccoglie le più diverse età anagrafiche.
Cosa vedere nei dintorni di Scicli
Mancano solo i 50 km di litorale, considerato tra i più belli d’Italia: mare cristallino, spiagge enormi e di sabbia finissima e dorata, oltre la duna mediterranea, oramai diventata molto rara e protetta dalle Riserve Naturalistiche.
Da Marina di Ragusa sino a Marzamemi si susseguono spettacolari paesaggi, uno dopo l’altro, che sarebbe riduttivo descrivere e che vi mostro direttamente dai miei scatti sul mio account instagram @mel_anya87.
A pochi minuti dal “Parco Naturale di Costa di Carro”, che si trova tra Cava d’Aliga e Sampieri, sorge la “Cattedrale laica in riva al mare”, come la definì Vittorio Sgarbi durante una visita, la Fornace Penna, adesso divenuta sito di turismo e set di svariate riprese cinematografiche, tra cui quelle del Commissario Montalbano.
Si tratta di un antichissimo stabilimento che produceva laterizi da esportare in molti paesi mediterranei, Tripoli (Libia), per esempio, fu costruita con laterizi del “Pisciotto”, distrutto completamente e in una sola notte da un incendio nel 1924.
Disgregandosi silenziosamente e con discrezione, la Fornace Penna attende un suo destino. Niente è rimasto a testimonianza di un passato tanto produttivo e glorioso, solo ruderi, logorati dal passare inesorabile del tempo, ma che fanno da sfondo a una delle spiagge più belle e meno contaminate della costa, nonché una delle più grandi.
Nautal
Articolo interessante per i più avventurosi. Sicília nasconde molti bellissimi angoli e paesaggi che sono belli.
Ti seguo!