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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

Da qualche anno ho preso l’abitudine di dedicare un weekend a visitare i mercatini di Natale, ogni anno in una città diversa. Mi piace immergermi nell’atmosfera natalizia, lasciarmi pervadere dal buonumore che luci, colori, musica e sorrisi sanno regalare in questo periodo dell’anno. Così ho approfittato dell’ospitalità dell’Azienda per il Turismo di Rovereto e Vallagarina per trascorrere qualche giorno nella piccola ma graziosa Rovereto, adagiata tra le splendide colline trentine. Mi colpisce subito la bellezza del centro storico, con i suoi vicoli lastricati e le splendide facciate dei palazzi antichi. Le luminarie e gli addobbi natalizi donano alla città un’atmosfera magica. Il mercatino, attivo fino al 6 gennaio, si trova proprio tra le vie del centro. roveretoPasseggiando tra le casette di legno mi accorgo subito della cura e della passione con cui sono allestite: dagli oggetti di artigianato ai prodotti gastronomici del territorio, tutto è esposto in maniera invitante e colorata. Il vocìo animato di famiglie e bambini e la musica che non manca mai mi fanno sentire a pieno lo spirito allegro e positivo del Natale. roveretoIn una piazzetta dedicata si trova l’angolo gastronomico del mercatino, dove a fare da padrone c’è l’invitante vin brulé tipico delle Feste, che profuma l’aria di cannella e buonumore. Non mancano le specialità tipiche come i bretzel, i formaggi trentini, i salumi e generosi piatti di arrosto alla birra, salsicce e crauti, di cui non posso non fare incetta. roveretoProprio lì scopro la presenza di una tenda beduina, che all’interno ospita una bella esposizione di oggetti artigianali provenienti proprio da Gerusalemme e capisco perché questo è chiamato il Natale dei Popoli: perché cultura e tradizioni qui si uniscono, abbattono i confini e condividono uno spirito comune che è la gioia del Natale, in qualunque parte del mondo si festeggi. Lo stesso spirito che si ritrova nei numerosi e bellissimi presepi artigianali che si incontrano passeggiando tra le vie di Rovereto. roveretoOgnuno di questi presepi racconta una storia: quello meccanico esprime la passione di un gruppo di roveretani per l’ingegneria, nata negli anni ’50 e tuttora viva;  quelli costruiti con materiali poveri (stoffe, conchiglie, legno) ci ricordano che quello che conta è lo spirito autentico con cui si realizzano le cose;  quello allestito su una barca si riallaccia al presente ricordando tragedie come gli sbarchi a Lampedusa;  quello allestito con le balle di fieno ci insegna che la creatività trova sempre il modo di stupirci. Man mano che scopro angoli nuovi della città mi rendo conto che Rovereto  ha molte storie da raccontare, storie di guerra e di pace. Il quattrocentesco Castello ospita un interessante Museo della Guerra dedicato al primo conflitto mondiale, di cui Rovereto fu tra le protagoniste sul fronte trentino. Ascoltare i racconti della guida che ricostruisce episodi e vicende accadute tra le trincee di queste montagne mi fa riflettere sull’impatto devastante che la guerra ha sulla terra, sul suo popolo e sulle sue anime. roveretoLa stessa sensazione che provo visitando uno dei simboli della città, che gli vale l’appellativo di “città di pace”: Maria Dolens, la campana della pace.  Per raggiungerla bisogna salire il Colle di Miravalle, dal quale si gode di una bellissima vista su Rovereto e sulla Vallagarina. Si entra nella sede della Fondazione Opera Campana dei Caduti, che ha allestito un piccolo centro espositivo dove si trovano opere provenienti da varie parti del mondo  che esprimono, con stili diversi ed eclettici, il concetto di guerra e la speranza riposta da ogni popolo nella pace. roveretoAttraversando un suggestivo percorso tra le 90 bandiere appartenenti ad altrettante  Nazioni del mondo, alcune tuttora in guerra come Israele e Palestina, si raggiunge l’imponente campana, una delle più grandi al mondo, che ogni sera alle 21.30 batte cento rintocchi per ricordare al mondo intero il valore della pace. E’ stata costruita fondendo il bronzo delle 19 nazioni che presero parte alla Prima Guerra Mondiale  e sarà questa sua storia singolare, la posizione scenografica che abbraccia con lo sguardo l’orizzonte, il silenzio di cui si gode da questo punto panoramico, ma trovarsi di fronte a questa campana è un’esperienza emozionante, che tocca nel profondo. roveretoRovereto però non è solo storia e cultura, è anche un ottimo posto dove degustare gli ottimi vini trentini come il Marzemino e le specialità gastronomiche della Regione: i canederli, lo speck, il lardo, la carne salada e i fantastici formaggi. Vi consiglio in particolare due posti che ho provato nel mio weekend a Rovereto: la Vineria de Tarczal a Isera e la Terrazza sul Leno in centro a Rovereto. La prima, si capisce dal nome, è un’azienda vinicola con una trattoria davvero deliziosa. I piatti cambiano a seconda della stagione, le specialità del posto non mancano ma con un tocco di originalità, l’ambiente crea un’atmosfera  informale e piacevole. La seconda è una pizzeria molto frequentata dalla gente del posto che offre anche qualche piatto tipico. Un ambiente allegro dove trascorrere una serata di chiacchiere tra amici. Ho alloggiato al Residence del Messaggero, che si trova in posizione strategica proprio a due passi dal mercatino, in pieno centro. Gli appartamenti sono molto confortevoli, spaziosi e accoglienti e proprio a due passi si può fare una colazione convenzionata in una delle pasticcerie storiche di Rovereto, il caffè Bontadi, che è anche una torrefazione. Prima di lasciare Rovereto (ma con la promessa di tornarci) non potevo non visitare uno dei musei d’Arte Moderna e Contemporanea più importanti d’Italia: il Mart. Anche solo osservare la sua superba architettura è già uno spettacolo di per sè. In questo periodo il museo ospita la prestigiosa mostra di Antonello da Messina, una ragione in più per visitare questa istituzione, un vanto tutto italiano.

Post scritto dalla tata collaboratrice Cristina Pasin

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