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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

Reggio Emilia city of cooperation

C’è qualcosa a Reggio Emilia, la nostra piccola città, che quando arrivi ti comunica subito un senso di tranquillità e protezione.

Sarà il calore tipico della terra emiliana, sarà il rassicurante sorriso dei suoi abitanti o forse il fatto che le cose funzionano, che ci sono gli asili più belli del mondo ma sta di fatto che chi passa per lavoro o per trovare qualche amico capisce subito che mettere radici qui è semplice. Lo ha scritto Valuita, blogger romagnola che qui ha studiato, in questo bellissimo post “Reggio Emilia vista con gli occhi dell’amore“.

Ciò che amiamo di più del suo modo di essere è che gran parte della vita cittadina si basa sul concetto del fare insiemedeclinato nei vari campi della vita di questa città a misura d’uomo e costantemente alimentato dalla scuola dell’infanzia, dalle politiche amministrative e dal mondo del lavoro che esprime al massimo questo concetto di cooperazione.

Reggio Emilia city of cooperation

Vi abbiamo già parlato dei risultati meravigliosi che la cooperazione fra street artist ha portato a Reggio Emilia o dei festival che ogni anno si ripetono sempre più grandi e nati da una scintilla che oggi è un faro nel loro settore: Fotografia Europea (a proposito preparatevi che sta per arrivare) o food immersion, oggi vogliamo parlarvi di the City of Coperation che oltre ad essere una trenta giorni di full immersion nella cooperazione reggiana in esposizione allo spazio Gerra, una delle più belle location espositive della città, è anche un portale web che racconta Reggio Emilia come città della cooperazione che ha saputo sviluppare il proprio benessere su un modello sociale attento alla solidarietà.

Reggio Emilia city of cooperation

In vista di Expo 2015 se volete toccare con mano e più da vicino questo sistema potete farlo attraverso tre percorsi: la via del Parmiggiano Reggiano, la via del Lambrusco e la via dell’innovazione sociale.

Da buoni amanti dell’enoturismo quali siamo vogliamo descrivervi il secondo di questi percorsi che permette di addentrarsi fra i vigneti e le cantine del territorio che producono questo vino dal carattere schietto e frizzante come noi reggiani.

Reggio Emilia city of cooperation

Del vino più bevuto al mondo esistono sei diverse qualità e ad essi si aggiungono quei vitigni come l’Ancellotta che tradizionalmente fanno parte della composizione di molti lambruschi. Le cantine partecipanti alla via del Lambrusco sono:

Cantina di Albinea Canali: con una struttura all’avanguardia composta da alti soffitti e ampie vasche in cemento vede la sua origine nel 1936 e ne porta ancora gli influssi mantenendo fregi e colori tipici del liberty. All’interno della cantina è possibile assaggiare tutte le declinazioni del Lambrusco nell’ampia sala degustazioni. Fa parte del circuito Cantine Cooperative Riunite che associa oltre 1500 produttori, possiede cinque centri di pigiatura e uno stabilimento di imbottigliamento tra i più moderni al mondo.

Cantina di Arceto: lo stabilimento è ospitato nei sotterranei del castello di Arceto e vanta un wine shop all’avanguardia che propone vini sfusi del territorio pedecollinare e un’ampia scelta di bottiglie. La Cantina ha adottato impianti moderni con tecniche avanzate come il sistema automatizzato di abbinamento dei mosti e la tecnologia a freddo. Fa parte del circuito Emiliawine che associa oltre 700 produttori e offre circa il 30% della produzione vitivinicola a Reggio Emilia.

Cantina Sociale due Torri: dal 1952 è il punto di riferimento dei viticoltori della Val d’Enza il cui terreno sassoso argilloso è vocato per la coltivazione della vite. Si possono degustare ed acquistare le diverse tipologie di lambrusco presso il moderno punto vendita di Sant’Ilario.

Per ulteriori informazioni sui servizi e le caratteristiche dell’offerta potete consultare il sito reggioemiliacityofcooperation.it

A proposito se passate da Reggio Emilia ricordatevi di mandarci un tweet, facciamo un brindisi col lambrusco insieme!

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

Comments:

  • cirio

    10 Aprile 2015

    bell’articolo, abito relativamente vicino a Reggio Emilia! leggo subito di fotografia europea, non la conosco 🙂

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  • Lali

    14 Aprile 2015

    A Reggio non ci sono mai venuta e questi spunti meritano ben una visita!! Sarebbe meraviglioso se questo spirito osasse anche un po’ più a nord!!
    Un abbraccio

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