Rangiroa mi è piaciuta subito, appena sono scesa dalla scaletta dell’aereo.
Qui si respira un’aria da isola tropicale. Tutto sembra facile e rilassante. Una sottile strada asfaltata che costeggia il mare, palme e spiagge bianche. Non siamo su un’isola, non ci sono montagne nè colline, tutto è piatto, siamo su un atollo. Un lembo di terra con al centro una laguna con l’acqua più turchese che abbia visto durante questo viaggio in Polinesia.
Rangiora è una meta molto conosciuta dai sub grazie ai suoi fondali che sono annoverati tra i più belli al mondo.
Qui ho fatto il mio battesimo dell’acqua. Ebbene si, ho indossato maschera, pinne, boccaglio e bombole. Respirare sott’acqua è un misto di pace e perdita del controllo, è un allenamento a lasciarsi andare.
Io che non so nuotare sono scesa fino a quattro metri. Sono fiera di aver superato i miei limiti. È questo il motivo per cui amo tanto viaggiare, perché mi mette alla prova, sfidando le mie insicurezze.
A Rangiroa le attività principali sono due: dedicarsi alla dolce arte dell’ozio in riva al mare o alla scoperta dei fondali e della barriera corallina.
I punti per lo snorkeling sono vari ma in particolare le Passe de Tiputa e le passe de Avatoru permettono di fare immersione in corrente fra squali, mante, barracuda e delfini.
Ile aux Recif poi è un vero e proprio paradiso. La zona è disseminata di feo (affioramenti corallini) che esposti all’erosione del vento si sono trasformati in bizzarre sagome pietrificate.
Vicino al bosco di palme da cocco abbiamo fatto un pic nic a base di pollo alla griglia, pesce e pan di cocco mentre a riva nuotavamo piccoli squaletti di barriera.
La vera chicca è il villaggio di Tiputa. Visitarlo la domenica mattina è stata una vera fortuna perché ci siamo imbattuti nella gente vestita a festa per la Messa domenicale. È un piccolo luogo di pace e sonnolenza, dove la gente vive tranquilla nelle case ad un piano abbellite da ventilatori e materassi sul pavimento. Ognuna ha un piccolo giardinetto con i panni stesi al sole in cui giocano indisturbati i bambini.
Ciò che però mi è rimasto nel cuore é l’atmosfera chabby chic de le Relais de Josephine gestita da una attempata signora francese trapiantata in Polinesia da oltre trent’anni dagli occhi azzurri e un sorriso ammaliante che denota un carattere forte. La pensione ha uno splendido balcone sulle passe di Tiputa nel punto in cui possono essere avvistati i delfini.
I bungalow sono arredati con gusto con mobili importati da Bali su disegno della padrona di casa. La cucina è di buon livello e si può pranzare o cenare qui anche se si pernotta da un’altra parte.
A Rangiroa abbiamo soggiornato al Kia Resort & Spa che vi consiglio se avete un budget alto a disposizione.
Una tappa a Rangiroa non può mancare in un viaggio in Polinesia, non ho dubbi.