Colorato, animato, falso.
Questo è il Quartiere la Boca di Buenos Aires.
No perdon, questo è il Caminito.
Tutto qui ha un sapore kitch: dalle ballerine di tango con le scarpe consumate, il rimmel approssimato sul viso e un buco nel pizzo del vestito fino ai negozi di souvenir che potresti trovarli qui come a Roma. Troppe le bandiere, troppi i menù a cinque lingue, troppi i procacciatori di affari.
Il tassista che ci porta qui ci dice di non uscire dal recinto del caminito perché sì non c’è problema ma non si sa mai.
E in quel non si sa mai prendono forma le catapecchie coi panni stesi alle ringhiere, i bambini che vivono per strada e i materassi pronti per il prossimo ospite della notte.
Restiamo al Caminito solo il tempo di un giro fugace tanto per capire che questo non è il posto che fa per noi e ci facciamo portare a El Usina del Arte, il quartier generale di TangoBA festival y mundial, la kermesse tanghera più importante dell’Argentina.
Qui si respira il tango vero non quello per turisti, le ragazze sono truccate perfettamente, l’attenzione ai dettagli nei vestiti come nella danza sono ai massimi livelli.
Dalle dieci del mattino ininterrottamente si alternano le coppie di ballerini provenienti da tutto il mondo. Una curiosità: il Giappone è uno degli stati dove il tango è più sviluppato e popolare.
Assistiamo a prove differenti per qualità, quella che più ci rimane nel cuore è quella di una signora ottantenne che esce commossa dalla scena tra gli applausi del pubblico. Dal primo pomeriggio è possibile assistere anche a concerti (tutti gratuiti) di tango dalle più svariate influenze, rimaniamo incantati dalla fusion progressive dei Pampa Trash.
A un certo punto tanta cultura ci mette fame e a pochi passi da qui sempre nel quartiere la Boca di Buenos Aires troviamo uno dei ristoranti più ruspanti mai provati: El Obrero (Augustin R. Caffarena, 64). Sembra che qui abbiamo cenato personaggi super famosi come gli U2 e Manu Chao. Certamente le pareti parlano da sole, cimeli del Boca Juniors ovunque, decine di foto di Diego Armando Maradona come fossero santini, sciarpe e gagliardetti di squadre da tutto i mondo, insomma difficile non mangiare col naso all’insù.
Le porzioni sono abbondanti e la milanesa con queso y jamon (cotoletta con formaggio e prosciutto) non lascia scampo.
Ecco adesso sì che ci siamo, adesso sì che la Boca ci conquista.
Michela
Che spettacolo. Non perdo mai un appuntamento con questa rubrica, e prendo mentalmente appunti, mi immagino già lì in quei posti aspettando il giorno in cui riuscirò a mettere i piedi in quella terra che da anni è il mio chiodo fisso, il mio più grande sogno nel cassetto. Prima o poi ce la farò, ma nel frattempo posso sognare ed immedesimarmi con le vostro foto ed i vostri racconti e non è affatto male 🙂
Buona Argentina!!!
Elisa e Luca
Ciao Michela!
che spettacolo tu che ci scrive questo bel commento 🙂 allora ne vale la pena scrivere da qui tu ce ne dai la conferma, grazie!!!!!
Beatrice Casoni
Toc..toc..permesso?
Chiedo scusa se mi intrometto, da tanguera mi permetto di aggiungere una piccolissima cosa al tuo bell’articolo.
Nonostante i menù a 5 lingue, il finto logoro e tutta la cornice turistica, il tango è sempre tango.
Danza complessa e non facile, necessita di tanto studio e dedizione ed infine nonostante tanto studio la cosa che lo rende speciale è il cuore.
Ti posso assicurare che chi lo balla, anche per lavoro, lo balla in primis per se stesso e per il proprio ballerino/a. Quando balli ti estranei completamente e vivi un momento unico, ogni ballo è un momento unico!
E’ questo che rende il tango una danza speciale che incanta chi non lo conosce da vicino
Enrique Santos Discépolo, paroliere di Carlos Gardel lo definì «un pensiero triste che si balla» e non ne rende comunque, la ricchezza di senso.
Elisa e Luca
Ciao Beatrice certo che ti puoi intromettere!
Che bello leggere le tue parole sul tango che esprimono benissimo ciò che abbiamo visto non solo durante il mondiale ma anche per esempio alla milonga la Catedral.
Al Caminito invece la sensazione che abbiamo avuto era tutt’altra. Sembrava di stare un po’ a Gardaland a dirla tutta…
Ma questo succede qui a Buneos Aires come in ogni parte turistica del mondo, questo è quello che volevamo dire nel post.
licia mazzoli
Ehiiiiii,ciaoooo!!Ho praticamente finito ora di leggere tutti i vostri articoli “Argentini” e anche io come voi quest’anno toccherò quella terra, esattamente a Novembre!Sono già carichissima e voi non avete fatto altro che incrementare la mia voglia di partire!!
Grazie per le info,
Buona serata
Licia – travelmood Italy Modena
Elisa e Luca
Ehiii ciao a te e piacere di conoscerti! Noi siamo di base a Reggio Emilia quindi abitiamo super vicini 🙂 che bello che vieni in Argentina! Hai già deciso che giro fare?