Buongiorno a tutti cari lettori! Maggio è un mese veramente intenso sotto ogni punto di vista ma l’estate è alle porte e noi già pregustiamo le prossime mete. Continuiamo a sognare con gli special guest del mercoledì. Oggi torna a scrivere per noi Cristina Civitillo (che ci ha già parlato di Lampedusa, Santo Stefano di Sestanio e Ischia) e ci porta laggiù dove nessun uomo vorrebbe andare, un posto veramente insolito che merita la vostra lettura!
«Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi la divina podestate, la somma sapïenza e ‘l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.»
Provate ad immaginare che la porta dell’Inferno si trasferisca all’ingresso della Grotta dell’Angelo a Pertosa e che Dante accompagni i viaggiatori attraverso cunicoli, gallerie e caverne che rappresentano i dieci cerchi dell’Inferno descritti nella Divina Commedia, ed in ognuno di essi, ci si intrattenga con i personaggi che stanno espiando le colpe commesse in vita. Questa è l’esperienza che ho vissuto grazie allo spettacolo di Tappeto Volante allestito tra stalattiti e stalagmiti che si intrecciano in forme misteriose e bacini d’acqua.
Incontrare Dante che introduce i temi cardine dell’Inferno e poi declama alcuni passaggi; scivolare in un barcone sulle acque del fiume sotterraneo Negro quasi fosse l’Acheronte;
ascoltare Francesca che canta della struggente passione che travolse lei e Paolo e li condusse alla morte; spaventarsi per il comparire dall’oscurità del mostruoso Cerbero
vedersi impedito il cammino dalle danzanti Erinni che sulle note di una pantomima tarantolata invocano Medusa; riflettere sul folle viaggio che compì Ulisse per superare i limiti della conoscenza umana ed emozionarsi per la sventurata sorte in cui incappò il conte Ugolino.
Giochi di luci e suoni, una serie di video istallazioni d’arte contemporanea arricchiscono lo spettacolo che si snoda in un agile percorso per circa un chilometro e che riesce a catturare il pubblico di qualsiasi età senza risultare mai tedioso.
Il mio unico cruccio mentre proseguivo incuriosita durante il tragitto è stato che la rappresentazione non fosse integrata da informazioni di carattere naturalistico e speleologico sulle grotte che, come cita lo slogan, vivono “lavori in corso da trentacinque milioni di anni” e sono un patrimonio da trasferire ai turisti del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
La sorpresa giunge sul finale, mentre attendevo di imbattermi in Lucifero “lo ‘mperador del doloroso regno ” entriamo in una caverna e il nostro Dante afferma «Sinora avete assistito ad una rappresentazione dell’Inferno secondo il Sommo Poeta eccovi giunti nell’inferno degli uomini» e tra le stalagmiti sono poste decine di foto raffiguranti episodi orribili della storia degli ultimi due secoli: i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, i risultati delle guerre mondiali sulle popolazioni, la fame in Africa, esperimenti di vivisezione sugli animali, lo tsunami di Sumatra del 2004, i ritratti di Mussolini, Hitler, Stalin, Mao, Saddam Hussein…
Lasciati questi protagonisti ed episodi alle spalle, “uscimmo a riveder le stelle…”.