Di Wanderlust non si guarisce cara mamma viaggiatrice stai tranquilla
Mentre ero in viaggio in California ho ricevuto una splendida mail da una ragazza incinta. L’ho letta tre volte e ogni volta mi sono commossa un po’ di più.
Ciao Elisa,
Volevo solo dirti grazie! Sono capitata per caso oggi sul vostro blog, digitando su google qualcosa come mamma + viaggiare senza figli.
Non sono una globetrotter, ma una donna che ama la libertà... Amo la libertà di poter scegliere cosa fare della mia vita giorno dopo giorno, senza dover rendere conto a nessuno. Mi capita di partire all’improvviso, piccoli viaggetti in Europa a trovare amiche o per ascoltare qualche bel concertino rock. Tanto, basta portarsi il pc appresso e il gioco è fatto, posso lavorare ovunque.
E due mesi fa eccolo li, il test di gravidanza positivo e tre settimane di ansie e di pianti quotidiani dicendomi che la mia vita non sarà più come prima, che mi trasformerò in “quelle” mamme, quelle che non vivono più, quelle che mi ripetono che la vita non sarà più come prima, che il bambino detterà i miei ritmi, quelle che con un sorriso mi dicono “ah beh, tu il tempo di andare al cinema ancora ce l’hai, io figurati!” oppure “Sempre in giro sei! approfittane adesso, dopo non sarà più possibile”
Insomma davanti a quel test mi sono detta “la mia vita è finita e… ma chi cavolo me l’ha fatto fare??” Sì, perché questa gravidanza era fortemente voluta. Ci abbiamo messo pure un anno.
Durante l’anno passato a provarci mi dicevo che sarei stata diversa, che non sarei caduta nella trappola dell’annullarmi per un figlio e poi, davanti al test, alla concretizzazione di tutto, mi sono vista ineluttabilmente destinata a cambiare e a diventare come la maggior parte delle mamme che conosco. Le nausee poi non mi hanno aiutata. Ed ero perennemente stanca. Mi sentivo “malata” e diversa.
Poi piano piano sono uscita da questa “depressione” e ho cominciato a capire che non esiste un unico modo di essere mamma e che potrò continuare ad essere me stessa, complice anche un marito fantastico che so che mi aiuterà e che mi ha detto “io ti amo come sei adesso, non voglio che tu cambi, continuerai ad andare ai concerti rock, a prendere lezioni di teatro e a viaggiare, ci organizzeremo”.
Ma ieri, una delle mie due migliori amiche (nessuna ha figli, né progetta di averne) ha mandato su wathsapp le foto della sua vacanza a New york, da sola, per 10 giorni. E da li sono ripiombata nella tristezza! L’altra amica mandava messaggi “dobbiamo tornarci insieme!!” e io pensavo “seee, voi due ci tornerete, per me è finita, figurati se riuscirò mai a rifarmi un viaggetto con le amiche cosi lontano e per 10 giorni, nei prossimi 3,4,5,10… anni!”. Sono arrivata quasi ad invidiarle, loro quasi 40 anni come me, senza figli e felici. Mi sono detta di nuovo “perché mai ho voluto rimanere incinta? E se stessi solo sbagliando tutto? E se invece, io che amo la libertà, che non sopporto i vincoli, semplicemente non fossi fatta per la vita di mamma?”.
E cosi stamattina, per combattere i pensieri negativi, ero alla ricerca di testimonianze positive, stufa di leggere sui vari forum online di mamme che mai lascerebbero i loro figli ai mariti per una vacanza tra amiche, o che mai partirebbero con un bimbo piccolo perché sconvolge i suoi ritmi.
E il tuo blog e i tuoi articoli hanno illuminato la mia giornata e mi hanno ridato fiducia!
Mi sono chiesta perché questa mail mi abbia fatto commuovere e la risposta era semplice. Tre anni fa avrei potuto scriverla io quella mail. Ero una donna incinta e intimorita di non poter viaggiare più. Quante volte mi sono confidata con voi.
Leggere quella mail mentre ero in viaggio con Luca e Manina in California mi ha fatto capire una cosa importantissima. A volte ci preoccupiamo troppo per cose che non sapremo come andranno.
Avete mai pensato all’etimologia della parola preoccuparsi? Pre – occuparsi cioè occuparsi di una cosa prima che succeda. Riflettendoci bene non ha senso. Che senso può avere occuparsi di qualcosa che, di fatto, non sapremo come andrà? Eppure il preoccuparsi è una delle occupazioni maggiori dell’animo umano.
Lasciamoci andare al flusso della corrente. Occupiamoci di ciò che ci accade quando ci accade. Non possiamo controllare tutto. Quante paure hanno le donne alla prima gravidanza? Tantissime. Paura che niente sia più come prima, mille pensieri ci affollao la testa: come farò con il lavoro, che ne sarà della mia vita di coppia. Io ero attanagliata dalle paure. Sono arrivata a dire cose bruttissime sia a Luca sia al piccolo che portavo in pancia e di cui non smetterò mai di vergognarmi. Ma le paure non servono a nulla, ci fanno solo perdere di vista la realtà.
Io dopo la mia gravidanza ho viaggiato come e più di prima. Da sola, in coppia e i famiglia. Non sono cambiata da questo punto di vista. Viaggiare rimane la mia passione numero uno, la mia priorità.
E continuo a farlo.
Sono un po’ malata lo so. Ma di wanderlust ci si ammala e ahimè o forse no, io questa malattia ce l’ho talmente tanto che mentre ero in viaggio in California per combattere la tristezza che mi coglie alla fine di un viaggio mi sono messa ad organizzare il viaggio di fine agosto a Ibiza e Formentera.
Non paga ho creato un gruppo di whatsapp con le mie più care amiche che sono appena diventate mamme per organizzare a quattro (più quattro appendici al seguito ovviamente) una fuga da qualche parte insieme in estate.
Di wanderlust non si guarisce cara mamma viaggiatrice, stai tranquilla.
You only are free when you realize you belong no place — you belong every place — no place at all. The price is high. The reward is great.
Maya Angelou
Sullo stesso argomento ho girato anche un video su YouTube, guardalo:
Michela
Elisa io non sono mamma nè intendo diventarlo a breve (eh già fatico a badare a me stessa…figuriamoci a qualcun altro…ne avrò di tempo :P), ma questo post mi ha emozionato tantissimo, e quando in futuro (per quanto molto lontano lo vedo) succederà a me me lo rileggerò e so che mi scalderà il cuore…..un grande abbraccio a te e anche alla tua lettrice!!!
Elisa e Luca
Ma grazie sono contenta che ti sia piaciuto <3
Selina
Mi permetto di dire due cose alla tue lettrice Elisa, il cui nome mi pare non compaia nella lettera.
Le paure sono tutte lecite, chi di noi mamme non le ha avute?
E qual è quella mamma che seppur con figli grandi non continua a preoccuparsi del loro futuro?
Mi sento però di portare questa testimonianza, io ho un amica con ben 7 figli e una con 3, ed io sono la più “scarsa” perché ne ho solo 2, ma esattamente un mese fa siamo partite per una settimana a New York noi tre senza figli né mariti.
Perciò tutto è possibile, chiaramente nulla è semplice, ma basta volerlo e non guarire mai dalla voglia di essere se stesse e dal desiderio di viaggiare.
Elisa e Luca
Cara Selina hai perfettamente ragione: volere è potere! E’ anche il mio mantra
Il nome della lettrice non campare perché mi ha chiesto di rimanere anonima e abbiamo rispettato la sua volontà
Tara Celeste
io adoro andare in vacanza, anche con i figli!
cinziz
Questa mail ha provocato in me emozioni diverse. Belle e meno belle. Ma parlo già da mamma, di un bimbo di tre anni e mezzo. A questa ragazza posso solo dire che tra poco scoprirà una vita nuova, diversa, ma meravigliosa. Non siamo noi a doverci adattare ai piccoli, sono loro che impareranno a vivere da noi. Quindi viaggiamo, e insegniamo loro a viaggiare. Perchè è la miglior educazione del mondo.
In bocca al lupo ragazza della mail e grazie Elisa per le tue bellissimi parole.
<3
Elisa e Luca
grazie a te e un grande abbraccio
Agnese
E’ vero… se vuoi viaggiare continui, ma devo ammettere una cosa. Con la nascita di Cigolo tutto è continuato come prima. Con la nascita di Giulia invece le cose sono cambiate parecchio… due cominciano ad intaccare ogni abitudine e i ritmi. I viaggi sono proseguiti, ma con una certa fatica. L’attenzione ai luoghi diminuisce.
Documentare ogni partenza è un gioco di memoria e di colpo d’occhio. Comunque è probabile sia solo un mio problema di adattamento perché qui in nord Europa avere più di due figli è regola e mi sembra che in molti viaggino senza problemi… quindi è tutta una questione individuale :-p
Elisa e Luca
immagino che due sia molto molto più difficile… però davvero il nord europa insegna