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Mostra donne nepalesi

Mostra donne nepalesi

L’alba si affaccia dietro i picchi della catena himalayana e l’ombra fa spazio alle chiazze di luce che si riflettono sui campi terrazzati. Al lato della strada, il tran tran prende vita nelle case dei villaggi nepalesi. I muri storti e colorati, il tetto coperto di paglia bruciata al sole e il pavimento di fango danno l’idea della semplicità che caratterizza questo piccolo Stato.

Una mano mi sfiora con una delicatezza che mi sorprende. Ci guardiamo negli occhi solo per un attimo prima di continuare a camminare, ma i miei pensieri sono già lontani anni luce. La salita è così ripida che dovrei essere io a dare conforto a lei, che invece porta sulla schiena un peso che sarà pari a dieci volte il mio zaino. “Ci sono abituate” continuo a ripetermi come un mantra per non crollare sotto la pressione mentale di quello che vedo ogni giorno.

Il Nepal non dà tregua alle domande.

Tra la luminosità di sorrisi sorprendenti e tè consumati ai piedi degli alberi sacri, non si può non notare come le donne nepalesi siano protagoniste assolute di un ritmo quotidiano e incessante. Chi porta le ceste fissandole con una corda che passa intorno alla fronte, chi sfrega con forza i panni nelle bacinelle d’acqua, chi si prepara per il lavoro nei campi, chi spazza a terra piegata su se stessa, chi con i figli stretti in una fascia intorno al corpo, cammina per ore per andare a comprare i beni primari. In Nepal si parla di femminilizzazione della povertà: le donne nepalesi svolgono la maggior parte delle mansioni ma non ricevono alcun compenso, sviluppando una forte dipendenza economica dai mariti.

condizione donne nepalesi

La violenza domestica sulle donne nepalesi interessa più di un quarto della popolazione, che tra i 15 e i 49 anni ha subito una violenza sessuale o fisica. Discriminate, non rispettate, offese, accusate di stregoneria, isolate durante il ciclo, stuprate, vendute, trattate al miglior offerente. Quello che solo un incubo potrebbe delineare, qui è spesso una realtà la cui sofferenza si nasconde dietro quei sorrisi lucenti, sì, ma anche illusi e rassegnati.

Sono belle le donne nepalesi, vestite nei loro kurta colorati, i bracciali ai polsi e gli orecchini dorati al naso. Sono giovani nonostante quelle rughe, segni della fatica, del sole, della qualità di vita tutt’altro che comoda, che le fanno apparire già adulte.

Molte di loro sono donne, mogli e già madri. L’età legale per il matrimonio è 20 anni, ma più del 37 % delle bambine nepalesi si sposa prima dei 18 anni e il 10% prima dei 15, spinte da tradizioni culturali fortemente radicate. Abbandonano la scuola, e insieme all’istruzione, rinunciano alle speranze. E come si fa scegliere senza conoscere? L’autorità patriarcale non permette alternative e la strage del terremoto non ha fatto altro che incrementare gli abusi contro le donne. Il governo, da anni impegnato a distribuire poltrone come le carte a briscola, non ha saputo dare risposte concrete.

La Costituzione assicura parità di trattamento a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, casta o razza, ma le discriminazioni verso la parte femminile della società sono ampiamente diffuse.

Capire, anche quando si viaggia, diventa allora una necessità.

Attraverso la mostra itinerante Maheela, donna in nepalese, che toccherà le principali città italiane tra il 2017 e il 2018 (qui le tappe) Apeiron, associazione impegnata dal 1996 per garantire pari diritti e opportunità alle donne nepalesi, mostra le contraddizioni del piccolo stato himalayano con la delicatezza di chi, questo Paese, lo vive.

mostra donne nepalesi

Grazie ai fondi raccolti e alla vendita delle fotografie dei tre volontari, Giuseppe Benanti, Giacomo d’Orlando e Paolo Piechele, si sostiene CASANepal, la casa di accoglienza per le sopravvissute alla violenza di genere. Sostenibilità è la parole chiave di un approccio mirato alla formazione professionale, all’educazione e alle iniziative di micro-credito. Sostenibilità intesa come l’inizio di un cammino verso l’indipendenza economica in cui le donne sono al centro delle loro scelte.

condizione di vita delle donne nepalesi

Sostenibilità nel rispetto della doppia faccia di un Paese povero, ma sincero nelle sue sfaccettature, nei suoi generosi panorami, nella sacralità di filosofie antiche, nella sua formalità quasi eccessiva e in quel gesto con le mani alla fronte, che racchiude il significato più profondo.

Social corner:

Potete seguire Maheela sugli account ufficiali di Apeiron Onlus (Twitter e Facebook) con gli hashtag: #Maheela e #MaheelaForNepal. A questo link tutte le informazioni su come aiutare Apeiron Onlus.

Fonti:

UNFPANepal, nepal.unfpa.org

Newsdeeply, The Teen Brides of Nepal, 2017

Global citizen, Nepal earthquake is increasing child marriages, 2015

Apeiron Onlus apeirononlus.it

Fotografie del post:  Giacomo D’Orlando 

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