
Ogni viaggio in Belgio una nuova scoperta: questa volta è stato il turno di Liegi.
All’apparenza la Vallonia sembra una piccola regione di una piccola nazione, nella quale trascorrere solo qualche giorno. Questa per me era il sesto viaggio in Belgio e nonostante pensassi di conoscerlo come le mie tasche è riuscito a sorprendermi mostrandomi il suo lato più segreto e romantico, quello della Vallonia.
Ho trascorso poco più di un weekend, dal giovedì alla domenica, da Liegi a Namur passando per pittoreschi borghi delle ardenne come Durbuy e Dinant, un paeseggio di una dolcezza infinita fatto di placidi fiumi e colline verdi che sembrano non finire mai.
Atterrato allo Zaventem, il principale aeroporto di Bruxelles, nel tardo pomeriggio da Bologna con un volo della Brussel Airlines arrivo a Liegi, la prima tappa del mio nuovo viaggio in Vallonia in circa un’ora d’auto.
Dopo una piacevole cena al ristorante As Ouhès, in Place du Marche, dove assaggio uno dei piatti tradizionali della zona ovvero le Polpette à la liégeoise, e per “conciliare il sonno” bevo una Orval, la celebre birra trappista prodotta nell’omonima abbazia a pochi chilometri da Liegi, raggiungo il Penta Hotel, albergo nel quale ho trascorso la notte. Conoscevo già questa catena alberghiera perché l’anno scorso vi ho trascorso un paio di notti durante un altro mio viaggio in Belgio (a Lovanio leggi l’articolo) e l’ho trovata davvero molto bella, con personalità e stile.
La prima e forse più grande sorpresa di questo viaggio in Vallonia è stata la città di Liegi. Da tempo la “puntavo” con interesse, ma per un motivo o l’altro nei miei viaggi precedenti in Belgio, non sono mai riuscito a visitarla. Ecco giunto quindi il fatidico momento e vi devo confessare che messo piede fuori dall’albergo il mattino me ne sono innamorato dopo pochi passi.
Liegi non è una città che conquista per i suoi sfarzosi palazzi o monumenti ma per la sua atmosfera. Sarà forse perchè è l’unica città latina del Belgio ma la cordialità e l’accoglienza dei suoi abitanti sono da manuale, in particola modo nei confronti degli italiani, che qui hanno un legame molto forte, perché non dimentichiamo che nel secolo scorso parecchi dei nostri compatrioti sono emigrati in queste terre per lavorare nelle miniere di carbone. Sono trascorsi parecchi anni ma il sentimento è rimasto talmente forte che passeggiando per le strade e navate delle chiese al suono delle nostre parole varie volte persone ci hanno domandato emozionati “Siete italiani?”, quasi fosse un onore per loro incontrarci.
Ma Liegi non è fatta solo di belle persone è storia e angoli decisamente pittoreschi e romantici.
Cosa vedere a Liegi
Prima tappa del mio tour tra le vie di liegi l’imponente e suggestiva Cattedrale di San Paolo dove si rimane a bocca aperte ad osservare le colorate vetrate e incuriositi dalla statua di un bellissimo e affascinante Lucifero.
Io amo camminare alla mattina, soprattutto nell’Europa del nord, dove le città si svegliano lentamente. Attraverso il “quadrato”, il quartiere della movida di Liegi, dove si svolgono eventi e feste e si trova la maggior parte di locali.
L’Opéra Royal mischia antico e moderno in un stile tutto particolare.
In Place Saint-Lambert, cerco di immaginare, senza riuscirci, quando qui si ergeva la maestosa cattedrale di Notre-Dame-et-Saint-Lambert, ben dieci metri più grande di Notre Dame di Parigi, ma di cui oggi non rimane più nulla, essendo stata distrutta nel 1794 durante la révolution liégeoise, poiché considerata dal popolo simbolo del potere dell’odiato principe-vescovo. A fianco della piazza si erge il Palais des Princes-Évêques.
Ritorno in Place du Marche, dove ho cenato la sera precedente, e incrocio lo sguardo di turisti e local che trascorrono la loro mattina seduti nel dehor delle varie caffetterie ai lati della piazza.
Dopo aver visitato il cortie del Musée de la Vie wallonne situato in un ex convento mi trovo al cospetto della Montagne de Bueren, infinita scalinata e unica via d’accesso che porta alla Cittadella di Liegi. Al fianco della quale si trova l’unico birrificio artigianale in città, la Brasserie C (Curtius), che purtroppo non ho potuto visitare per questione di tempo ma che farò sicuramente nella prossima visita a Liegi.
Tutt’attorno una serie di strette viuzze portano in giardini tanto segreti quanto romantici.
Passeggio lungo la Mosa, il grande fiume che attraversa Liegi, e scopro che ogni domenica qui si svolge il Mercato di La Batte, il mercato più grande ed antico dell’intero Belgio, che richiama ogni volta una marea di gente.
Liegi è la città natale del mio autore di romanzi preferito: Georges Simenon. Posso quindi restere alla tentazione di farmi immortalare con la statua del creatore del commissario Maigret? Ovvio che no!
Purtroppo il tempo a mia disposizione per visitare Liegi termina qui perché in questo viaggio c’è parecchio da vedere e scoprire. Mentre saluto Liegi dal finestrino mi riprometto che questo sarà solo un arrivederci.
In attesa di prossimi articoli sul resto del mio itinerario di viaggio ti lascio con il video che ho realizzato sull’intera esperienza in Vallonia e nel quale protrai trovare tutto ciò di cui ti ho raccontato in questo post su Liegi.
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Se ti è piaciuto questo post allora leggi anche il nostro diario di viaggio a Mons e Waterloo, alla scoperta di una Vallonia dalle mille sorprese!