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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

città di dakhla
La città di Dakhla è un luogo dalle due anime, che coesistono ma sembrano quasi indipendenti una dall’altra.
dakhla people
C’è l’anima del governo marocchino che vuole rendere la città di Dakhla il fiore all’occhiello delle Province del Sud con sfavillanti centri congressi, interminabili strade fiancheggiate da palme, hotel super attrezzati per i surfisti di tutto il mondo, che un po’ fanno pensare a quelle città arabe nate nel nulla del deserto esclusivamente per scopi turistici. Poi c’è l’altra di anima, quella di una città fatta non da palazzi, ma dalla gente comune.

La città di Dakhla

dakhla
Se c’è un giorno perfetto per conoscere una città e la sua gente quello è sicuramente il giorno di mercato. Oggi.
dakhla people
Lungo la via principale sorridenti ragazzi dalla pelle nera che cercano di vendere articoli di marca contraffatti si alternano a giovani berberi che davanti ai loro carretti propongono ai passanti pop corn, frittelle e altro cibo cucinato sul momento. In una via laterale trovo l’immancabile souk, il mercato coperto presente in tutte le città musulmane. E qui non posso rimanere indifferente davanti alla bellezza dei volti e delle vesti in cui sono avvolti gli abitanti della città di Dakhla.
dakhla souk dakhla souk
dakhla people
Per non rovinare questa armonia scatto le foto senza guardare nell’obiettivo tenendo la mia fedele Nikon sullo stomaco. Ogni persona è un’opera d’arte. Una donna sdraiata sul marciapiede mentre si cucina il tè osserva due operai intenti a segare un’asse di legno.
dakhla peopleLe botteghe sono minuscole, giusto qualche metro quadrato, ma dentro racchiudono un mondo intero. Mi soffermo davanti al banco di una merceria specializzata in vendita di filati. Poi mi accorgo che l’intero negozio è totalmente tappezzato in ogni suo angolo da rocchetti dai mille colori. Il negoziante mi sorride e mi invita a scattare una foto.
dakhla souk
Qui a Dakhla, l’antica Villa Cisneros durante la dominazione spagnola, gli abitanti della città non sono abituati a vedere turisti, forse perché questa zona viene considerata esclusivamente una meta per sport acquatici come windsurf e kitesurf, e chi li pratica difficilmente mette il naso fuori dall’acqua. Il che si traduce in una miriade di occhi addosso mentre percorro le vie del mercato che costituiscono il centro storico. L’attività principale è in assoluto la sartoria, sembra quasi che non ne esistano altre. All’esterno dei laboratori di filato vengono attorcigliati fili colorati attorno ad un chiodo a mo’ di insegna fatta-in-casa. Alcune volte ho come l’impressione che i negozi siano incustoditi, mentre in realtà è colpa mia che non mi accorgo che i gestori si trovano seduti in terra, pratica ben comune in Africa come in Asia. Per quanto un occidentale come me si ostini a viaggiare gli è sempre difficile immaginare un mondo senza tavoli e sedie.
dakhla people
dakhla souk
dakhla people
dakhla people
L’hobby preferito nell’attesa dell’arrivo di un cliente è sicuramente quello di sorseggiare tè nei loro tipici servizi di argento e in bicchierini di vetro finemente decorati.
Ritorno sulla via principale e mi dirigo verso il porto. Dietro a veli e turbanti volti berberi e neri dalle evidenti origini mauritiane scrutano l’orizzonte sul mare scambiando qualche parola con il vicino.
dakhla people dakhla peopleCome nel deserto anche nella città di Dakhla il trascorrere del tempo è qualcosa di relativo, in netto contrasto con la cultura europea nella quale vivo, in cui le persone non camminano ma corrono, in cui tutti si affannano come formiche schizzando in tutte le direzioni, in cui dalle bocche escono fiumi di parole, molte delle quali prive di significato. Qui la vita è altra cosa. E’ fatta di gesti lenti, di poche parole e lunghi silenzi, di sorrisi che quando vengono scoperti sono un vero e proprio dono.
La città di Dakhla non può essere definita una bella, perché oggettivamente non lo è divisa tra cantieri e palazzi senza stile né storia, ma custodisce un fascino segreto negli occhi dei suoi abitanti che sembrano raccontare una storia antica, così antica che a stento la si riesce ad immaginare.

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

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