Quando entri a casa nostra capisci subito che è la casa di chi ama viaggiare.
Ci sono tanti piccoli indizi, disseminati qua e là.
Oggetti che abbiamo comprato in qualche parte del mondo, fotografie scattate, locandine di eventi che non vogliamo dimenticare.
Oggi vorrei prendervi per mano e farvi conoscere casa nostra, invitarvi a prendere un tè virtuale nel nostro piccolo rifugio, la base a cui torniamo ogni volta che finisce un viaggio.
Io adoro conoscere le case della gente e vi sarei grata se a fine articolo nei commenti faceste la stessa cosa che sto facendo con voi, prendetemi per mano e fatemi conoscere la vostra casa, un’altra casa di chi ama viaggiare.
Ma torniamo a casa nostra!
Il piccolo principe in tutte le lingue del mondo
Il piccolo principe è uno dei libri che ogni tanto amo rileggere, è stato tradotto in tantissime lingue quasi quante quelle in cui è tradotta la Bibbia. Ogni volta che vado in un nuovo Paese ne compro una copia in lingua originale. Un giorno li metterò tutti in un bel baule con un grande fiocco rosso e li regalerò a Manina.
Sabbie da tutto il mondo
E’ una cosa che ho iniziato a fare quando ho messo la prima volta piede in Africa perché rimasi colpita dalla terra rossa così diversa da quella del paese da cui venivo. Da allora raccolgo sempre un po’ di terra o sabbia che porto a casa con me e ripongo in piccoli vasetti di vetro trasparente.
Quadri di foto, locandine e immagini raccolte in viaggio
Appena entri a casa nostra sulla destra trovi una grande parete che conduce al soppalco ed è alta almeno quattro metri, lì ci sono cornici di mille colori dentro alle quali abbiamo raccolto foto e ricordi dal mondo.
C’è la bimba africana che sorride, le ragazze brasiliane che si portano la mano al viso come per vergogna, la vecchina guatemalteca a cui ho rubato uno scatto quando ancora non chiedevo, ahimè, il permesso. Ci sono locandine di mostre fatte da Luca in giro per l’Italia e di spettacoli che non vogliamo dimenticare.
Ci sono poster di Amman e di manifestazioni per i diritti dell’uomo. Insomma è un piccolo condensato di Elisa e Luca, dei nostri valori, delle nostre passioni, dei nostri interessi.
Maschere tradizionali
Sul soppalco c’è un piccolo pezzo di parete dedicato alle maschere tradizionali sono state acquistate in Angola, Guinea, Bali, Messico, SudAfrica e io gli sono molto affezionata, mi ricordano la cultura del luogo che rappresentano e creano un angolino davvero suggestivo.
Loggia al profumo di gelsomino e mondo
Quando ho acquistato questa casa l’ho fatto per due motivi, per la possibilità di costruite un soppalco e per la sua grande loggia. Ci ho messo un tavolo a righe multicolor, una sedia gialla e tanti fiori, mai quanti vorrei ma ci sto lavorando. Per il momento sto curando un gelsomino che ogni anno mi dà fiori bellissimi, mi ricorda che sta per arrivare l’estate e che la vita è bella.
Questa loggia è un working in progress, ci sono alcuni indizi che fanno pensare che questa è una casa di chi ama viaggiare come il simbolo della pace che io e Luca abbiamo comprato in uno dei nostri primi viaggi insieme, la bambolina brasiliana, le bandierine balinesi, le foto del mio viaggio in Cambogia e un poster zapatista, ma so che manca qualcosa.
Oggetti sparsi come indizi
Infine per tutta la casa ci sono piccoli indizi qua e là, come le piccole statuine di mariachis messicani sulla credenza in cucina, le scatole di zuppa Campbell’s sul frigo, i magneti attaccati al frigo, le statuette aborigene australiane nel sottoscala e tanti libri e guide di viaggio sugli scaffali che mi stanno sempre a ricordare che è ora di ripartire per riempire ancora una volta il mio zaino di nuove esperienze (e nuove toppe perché ho un’altra ed ultima fissa, acquistare la toppa rappresentante la bandierina del paese che ho visitato per attaccarla allo zaino).
p.s questo post mi è stato ispirato dal post di la Ste “la casa di chi viaggia” che ho letto a Marzo scorso e mi è rimasto in testa siccome una delle mie grandi passioni oltre ai viaggi è il design e l’arredamento, infatti quando visito una città se c’è un museo del design non me lo perdo mai. Mi piace entrare nelle case degli altri, riconoscere le persone nell’ arredamento della loro casa.
Ho amato il quartiere dello Jordaan ad Amsterdam perché è un museo del design a cielo aperto, le case hanno grandi finestre senza tende e si può osservarne l’arredomento camminando dalla strada. Insomma questo post mi ronzava in testa da un po’ grazie a lei quindi voglio ringraziarla essendomi stata fonte di ispirazione. Ora davvero tocca a voi, ditemi com’è la vostra casa o come vorreste che fosse la casa di chi ama viaggiare.
Marika
Che bella casa ragazzi! Mette allegria 🙂
E quanto è bello curiosare nei rifugi altrui?
Anche io un pò di tempo fa ho scritto un post sulla mia casetta, vi lascio il link. Un abbraccio!
https://www.gate309.com/arredamento-a-tema/
Elisa e Luca
grazie Marika che bella!
2giromondo
Possiamo trasferirci? è davvero bellissima!
Noi per adesso non abbiamo una casa nostra,
ma abbiamo le idee chiare, ogni angolo parlerà di viaggi!
La Ste
Ma la vostra casa è bellissima, posso rubarvi alcuni spunti?
In particolar modo adoro l’idea del Piccolo Principe in tutte le lingue del mondo… io ogni volta che vado in viaggio compro un giornale, però adesso hai dato un senso a tutti i giri nelle librerie straniere che mi faccio!
Creatività a manetta! E amore, quello si vede!
Elisa e Luca
tanto tanto love Ste 🙂
roberta
la vostra casa è meravigliosa bellissima..mi dispiace non poter condividere con voi foto della mia casa ma io ancora non ho una mia casa…che in realtà se l avessi sarebbe sicuramente un gran disordine!
Elisa e Luca
ma ugualmente bella nel suo disordine Roberta 🙂
Come Calamity
Che bella casa! E che bell’articolo. Mi ha fatto guardare anche casa nostra con occhi nuovi. Ho riscoperto così un sonaglio di zoccoli di capra boliviano, appeso in un angolo. E il burattino verde di un demone dello Srilanka. E il poster di un festival della birra ceco. E lo stencil della bambina che vola attaccata un palloncino di Banksy, quello disegnato sul muro israeliano in Palestina. Un po’ di monete, banconote e cartoline attaccate sulla porta d’inverno. Una zuppa in lattina della Campbell’s (l’abbiamo anche noi!). Il quadro di una foresta di Mahe, una pittura di Tigua e quello di donna indios che naviga tra le stelle con la sua bambina. Sono oggetti pieni di storia ma nel tempo diventati una visione così abituale che ormai non ci facevo più caso.
Questo articolo mi ha ricordato anche tante di quelle discussioni su cosa appendere e cosa no. Una in particolare sul poster di un concerto: una specie di mosaico mosaico bizantino che ritrae i Pearl Jam come se fossero santi, veramente orribile, fatto in occasione di una data a Trieste, nel 2014, . Mio marito lo adora e ogni sei mesi ripropone di attaccare al muro (ma non vincerà).
Elisa e Luca
ahahaha ma non vincerà è stupendo! Complimenti per la vostra bella casa