Buongiorno a tutti cari lettori eccoci al tradizionale appuntamento del mercoledì. Chi scrive oggi è già conosciuto sulle nostre pagine. Il suo nome è Francesco e per noi ha raccontato già un pezzo della sua bella Sicilia (Visitare Palermo: immergersi fra i suq arabi e Cosa visitare in Sicilia: Corleone molto più che il Padrino), oggi ci parla di un’isola dal nome particolare e delle sue mille leggende. Buona lettura.
Antico borgo marinaro in provincia di Palermo, Isola delle Femmine si trova sulla costa settentrionale della Sicilia ed ogni anno è meta di moltissimi turisti, italiani e stranieri.
Il piccolo paese di circa 7.200 abitanti, prende il nome dalla piccola isola, compresa nel territorio comunale, al largo di Palermo, circondata dalle acque limpidissime del Mediterraneo.
Famose sul territorio sono le tantissime leggende che circolano sull’Isola delle Femmine, come quelle che giustificano il suo nome: secondo una leggenda, tantissimi anni fa sull’isola c’era una prigione dove erano recluse solo donne, ma al riguardo non c’è nessuna testimonianza cartacea o altri reperti e testimonianze attendibili.
Una versione più esotica racconta di tredici ragazze turche che, macchiatesi di colpe molto gravi, furono lasciate dai loro compagni su una nave alla deriva; una tempesta le condusse verso la baia di Carini dove vissero per sette anni. Quando i parenti, pentitisi della loro azioni vennero a cercarle, decisero di non far più ritorno in patria e di stabilirsi sulla terraferma; fondarono una cittadina che, in ricordo della pace fatta, chiamarono Capaci (da Cca-paci, qui la pace) e diedero il nome di “Isola delle Femmine” all’isolotto dove avevano dimorato le ragazze.
Una leggenda un po’ più triste narra che il Conte di Capaci rinchiuse sull’isola la sua innamorata, per tenerla lontana dagli altri uomini; la donna però, non ricambiando l’amore del conte, una notte si suicidò gettandosi dagli scogli. Da quel giorno si racconta che, ad ogni anniversario della morte di quella sfortunata donna, si odono delle grida di disperazione provenienti dall’isoletta, nel punto in cui sorge una torre, detta “Torre di fuori”, in prossimità del punto più alto dell’isola (circa 35 metri s.l.m.). La “Torre di fuori” risale al XVI, ha pianta quadrata, una struttura muraria con spessore di oltre due metri e con due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Sulla terraferma ci sono i resti della cosiddetta “Torre di dentro”, la più antica del territorio, eretta nel ‘400, di forma circolare.
L’Isola delle Femmine oggi è una bellissima oasi verde galleggiante, modellata nel corso degli anni dalle onde che l’hanno resa ovale; dista dal litorale circa 300 metri, con una superficie irregolare, nodosa e frastagliata.
Si è affermata negli anni come una delle località turistiche più gettonate per un weekend in Sicilia durante il periodo estivo, avvalendosi anche di una posizione che consente di raggiungere in pochissimi chilometri mete limitrofe di grande interesse naturalistico, storico e ricreativo. Sul promontorio dell’isola si può ammirare uno spettacolare panorama, a partire dallo stesso comune di Isola delle Femmine, il Monte Pellegrino, il comune di Capaci, il promontorio di Capo Gallo e Ustica.
Al periodo ellenistico risalgono i resti di sette vasche in cocciopesto per la preparazione del garum, una ricercata salsa di pesce, commercializzata nel Mediterraneo. I fondali marini, con profondità diverse fra la zona intorno alla costa dell’isola e quelli in mare aperto, presentano diversi reperti archeologici di età romana e greca.
Sull’isola si trova la Riserva naturale orientata Isola delle Femmine, istituita nel 1997 dalla Regione Siciliana e dal 1998 affidata alla LIPU: la riserva tutela il patrimonio floristico locale e favorisce la sosta di specie faunistiche che sostano sull’isola nei loro movimenti migratori.
Un’attrattiva affascinante dell’Isola delle Femmine è l’intima natura di borgo marinaro: al mattino presto ci si può recare al porto, quando i pescatori scaricano il frutto delle loro fatiche notturne in mare, ed assistere al rito secolare dell’offerta, con lodi altisonanti, ai compratori. Oltre alla pesca, le risorse economiche dell’Isola sono le fabbriche di arredamento e di ceramica; famose le ceramiche artistiche de “La Musa”.
Un settore in continua espansione è sicuramente il turismo, grazie allo spirito imprenditoriale di molti giovani che hanno realizzato diverse piattaforme in legno, adibite a solarium e bar, distribuite lungo la scogliera e il litorale, che permettono ai turisti di godersi il sole comodamente sdraiati. Il mare è comunque il protagonista assoluto dell’Isola, di colore verde smeraldo, con i fondali molto bassi dalla parte che guarda la terraferma, al contrario del lato opposto.
Durante il periodo estivo si può godere del sole sulla spiaggia dorata e, dal porticciolo, ci si può imbarcare su un natante a visione subacquea per esplorare i fondali della riserva e fare il bagno nel mare cristallino intorno all’isola. Sono presenti molte attività acquatiche, come lo sci nautico, escursioni in barca, windsurf e le immersioni subacquee, per ammirare i meravigliosi fondali con i coralli rossi, le praterie di posidonia oceanica e i reperti ellenici disseminati fra le rocce. Sulla terraferma, il litorale è occupato da molti stabilimenti balneari che offrono numerosi servizi ai turisti.
Annamaria
Complimenti a Francesco,che ha scritto un testo non generico.La Sicilia ha dato i natali al mio scrittore preferito.Leonardo Sciascia,purtroppo ,prematuramente scomparso.Uomo mite,disponibile ,anche a farsi intervistare senza problemi da una studentessa molto timida come ero allora io.Un GRANDE!
sara
Confermo, complimenti a Francesco. Bravo !
Surfing the Planet
Molto bello questo post, l’Italia è piena di storie e leggende!!! Bravo Francesco!
miprendoemiportovia
Grazie siamo veramente fortunati i nostri special guest scrivono benissimo 🙂