Quando l’anno scorso abbiamo fatto il giro del mondo con nostro figlio, l’Asia è stata un punto cruciale del nostro viaggio, ma abbiamo deciso a malincuore di tralasciare l’Indonesia. Ci è dispiaciuto un sacco, avevamo a disposizione solo 80 giorni e dovevamo ottimizzare tempi e spostamenti, anche se sogniamo di aggiungere alla lista molte altre destinazioni indonesiane a quelle visitate finora.
Ci saremmo sentiti di viaggiare sicuri in Indonesia con nostro figlio? Assolutamente sì, tanto più che secondo noi non è un caso che in Indonesia, ogni giorno dell’anno, si possano incontrare persone di ogni nazionalità e provenienza: la nostra esperienza ci ha insegnato che questo è un paese in cui si può viaggiare in sicurezza, soprattutto se si parte con in tasca una buona assicurazione di viaggio.
L’Indonesia è una meta sicura?
Durante ogni viaggio in un paese per noi sconosciuto e con una lingua diversa, è sempre necessario prestare un briciolo di attenzione in più, non solo per non perdersi.
In Indonesia non abbiamo mai avuto problemi anche se, ispirati dalla presenza di tanti turisti provenienti da ogni dove e quindi di potenziali “bottini ambulanti”, gli episodi di microcriminalità sono in aumento.
Siamo soliti associare l’Indonesia a Bali e all’immagine dei riti religiosi tipici del luogo, ma non è così: in Indonesia convivono territori a prevalenza indù, come appunto Bali e molte delle sue isole, e altri islamici come Lombok.
Anzi, al contrario della sensazione che possiamo avere in occidente, la maggioranza della popolazione è di religione musulmana. Quindi adottate abbigliamento e comportamenti in linea con le loro abitudini, occhi aperti ad Aceh – nell’isola di Sumatra –, dove si applica la sharia e tutto scorrerà liscio.
Informatevi, quando vi spostate all’interno del paese, sull’orientamento religioso delle zone che attraversate per rispettarne tradizioni e abitudini, perché entrambe le religioni si portano dietro una serie di comportamenti vietati e ritenuti offensivi che è meglio evitare. Ad esempio forse non sapete ancora che gli induisti non possono:
- accavallare le gambe in un tempio o di fronte a persone più anziani
- toccare le statue con i piedi
- indossare gioielli d’oro dalla vita in giù
- toccare il cibo con la mano sinistra. È considerata impura
- entrare nelle case e nei templi con le scarpe
Per noi non è indispensabile fare queste cose e se per loro sono addirittura proibite, “evitare di accavallare le gambe” non ci cambierà certo la vita.
Avvicinandovi con rispetto, gentilezza e attenzione a ogni luogo e cultura, non avrete problemi perché alla luce di tutto l’Indonesia è una meta sicura con un tasso di criminalità piuttosto basso.
Consigli per viaggiare in Indonesia in sicurezza
A proposito di microcriminalità, occhio in particolare:
- ai motorini che vi passano accanto (in particolare la sera), perché potrebbe trattarsi di un borseggiatore;
- alla vostra carta di credito. Evitate di perderla di vista anche solo per un istante, vi risparmierete che venga clonata;
- agli assembramenti, soprattutto nelle zone frequentate in particolare da stranieri o durante festività religiose.
E, per favore, in caso vi derubassero non reagite così eviterete che la situazione degeneri al punto da rovinarvi il resto del soggiorno.
Una delle emozioni che sicuramente ricorderete al rientro dall’Indonesia, è l’ebbrezza della guida a sinistra in strade super affollate. Come probabilmente saprete, il mezzo preferito per spostarsi è lo scooter o il motorino, ma salta subito all’occhio che il traffico è intenso e lo stile di guida è (come dire?) bizzarro. Gli incidenti stradali sono tanti, perciò vi consigliamo se possibile di non guidare la notte, quando si è stanchi o dopo aver bevuto qualche bicchiere di Arak.
Una soluzione – a quasi tutto – è stipulare una buona assicurazione prima di partire.
Se avete la sensazione che si tratti di un’inutile spesa di denaro, fareste meglio a ricredervi: ricordate quando è scoppiata la pandemia e molti viaggiatori non riuscivano a rientrare in Italia? Con un’assicurazione di viaggio sarebbero almeno stati rimborsati per le spese sostenute durante il prolungamento forzato della vacanza.
Sono tante le situazioni che ci aiutano a comprendere l’importanza di averne una che:
- offre assistenza e rimpatrio
- risarcisce in caso di annullamento del viaggio
- copre le spese sanitarie
Meglio ancora se vi permette di viaggiare diversi mesi coprendovi per tutto il tempo.
Avete la nostra parola: basta stipularla una volta per non poterne più fare a meno e sentirsi effettivamente più tranquilli. Noi rinnoveremo di certo la nostra quando torneremo in Indonesia.
Due cose sono sicure: l’Indonesia e che ci torneremo
Abbiamo imparato ad amarla nel 2012, quando ci siamo lasciati inebriare dalla sua spiritualità e abbiamo ammirato, ogni mattina, le donne uscire dalle loro case per i riti religiosi quotidiani.
Siamo subito rimasti incantati dalle tranquille montagne vulcaniche, dalla natura rigogliosa e orgogliosa che colora di verde e toni sgargianti anche gli angoli più impensati.
È stato da subito chiaro che l’Indonesia sarebbe rimasta nei nostri cuori per sempre, con l’atmosfera super easy di Bali e dintorni, in cui si incontrano persone provenienti da tutto il mondo.
Ecco perché stiamo già sognando il nostro prossimo viaggio in Indonesia e abbiamo già diverse tappe indonesiane nel cassetto.
Indonesia, aspettaci: il tempo di organizzarci, stipulare la polizza di viaggio e torneremo da te.