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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

Quando usciamo dall’areoporto vediamo due occhi sfavillanti. dietro ad un cartello con su scritti i nostri nomi, appena gli facciamo cenno si mette a saltare felice. Lui è Gusti, ha ventisei anni, sposato e una bimba appena nata. Lavora come receptionista al Wenara Bali Bungalow il nostro hotel qui ad Ubud. Per arrotondare porta in giro i clienti, va a prenderli in areoporto o li accompagna in tour personalizzati per l’isola. Questo mestiere lo sa fare bene, prima di lavorare per l’albergo faceva il driver free lance e gli introiti erano tutti suoi. Semplicemente un giorno, si è addomermentato mentre guidava lo scooter e per dirla con la sua allegria, si è ritrovato a baciare un albero e a dover pagare cosí tanto per le cure ospedaliere da rimetterci la sua unica fonte di sostentamento.
L’auto.
Succede a Bali, un paese dove l’assistenza sanitaria non c’è, dove la scuola è pubblica ma solo fino al nono anno, dove la polizia stradale ti ferma ad ogni angolo e pretende “una certa somma”.
Un paese stravolto dall’arrivo del turismo di massa che ha portato un aumento dei posti di lavoro ma anche un incremento del costo della vita.

Gusti oggi è diventata la nostra guida e il nostro driver per affrontare le pendici dei due vulcani ancora attivi a Bali: Gunung Batur e Gunung Agung.

Ci ha accompagnati alle splendide risaie terrazzate di Tegalalang appena fuori Ubud, cosí belle da far invidia a quelle famose di Jatiluwih che abbiamo visitato in motocicletta il secondo giorno. E poi via, su per le pendici del Gunung Batur, un vulcano a doppia caldera, un vero e proprio spettacolo della natura le cui acque vengono utilizzate per riempire piscine termali (assolutamente da provare, si puó scegliere tra le Batur Natural Hot Springs caratterizzate da un’atmosfera leggermente trasandata o le lussuose Toya Devasya).
Per finire abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una grande cerimonia al tempio piú importante di Bali, il Pura Besakin abbarbicato sulle pendici del Gunung Agung.

E’ stata come sempre dall’inizio di questo viaggio, una giornata indimenticabile, ma un ricordo particolare va a Gusti che tra i tanti racconti di oggi fra aspetti positivi e non di abitare su quest’isola ci ha detto: “I’m happy to be from Bali”.

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

Comments:

  • 23 Agosto 2012

    Osservazione che lanci quasi sottovoce: il turismo che comporta l’aumento del costo della vita. Gli indigeni, la gente del posto, non sempre ce la fa a tenere il passo e il divario cresce… dicesi “paese in via di sviluppo”… e la cosa riguarda anche le multinazionali che trapiantano expat da un paese all’altro, non solo i viaggiatori che restano poco tempo…

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      • 28 Agosto 2012

        Mi trovi pienamente concorde…anche se non sempre sono le catene il vero problema (ho soggiornato da poco in un Best Western in Laos e ti assicuro che i dipendenti -da quelli delle pulizie a quelli della reception- erano felici del lavoro ottenuto perchè gli standard di trattamento e lo stipendio erano più alti che in piccole strutture a gestione locale)… faccio sempre dei miei soggiorni un motivo per ecosostenere (e geosostenere) un posto – spero questo post scritto per Cristiano di viaggio vero possa spiegarti meglio quanto mi trovi in sintonia con quello che hai detto… spero scriverai un post su quello che ti ha detto Gusti… questi commenti potrebbero restare 4 chiacchiere fra noi 🙂 https://www.viaggiovero.com/wp/2011/09/30/siem-reap-cambogia-contenuti-speciali/

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