Buongiorno a tutti cari viaggiatori oggi ospitiamo un’amante dell’India conosciuta grazie alla pagina Facebook del blog. Ci è venuta in aiuto per commentare una domanda di uno di voi ad un precedente post sull’India. Lei è Sara meglio conosciuta come Chandana e oggi ci ha fatto un bellissimo regalo, condividere con noi il suo diario di viaggio a Goa.
Credevo che l’India fosse un sogno impossibile fino a quando non ho realizzato dentro di me che occorreva soltanto decidere d’intraprenderlo!
Quando si parla d’India si scatenano reazioni contrastanti tra le persone: chi ne è attratto e la sogna, chi non ci andrebbe mai perché forse ne vede da lontano solo la sporcizia e la miseria, chi ci è stato una, due più volte e ne ancora ammaliato, chi è fuggito a gambe levate.
Ciò che è vero, è quello che ha detto qualcuno: dell’India si può dire tutto e il contrario di tutto.
Prima di partire, insieme al mio compagno, non capivamo l’immensità di questo Paese.
Nelle nostre fantasie, ci saremmo mossi in un mese con nonchalance da Nord a Sud. Per fortuna alcuni amici più esperti, ci hanno fatto capire che la nostra era un’idea più folle del (meraviglioso) viaggio che stavamo per vivere. E così abbiamo accolto l’invito di una coppia di carissimi amici: Perché non venite a Goa? Vi aiuteremo per i primi giorni. Poi andrete dove volete.
Detto, fatto. Prenotati i biglietti con la Qatar Airways , ci siamo tuffati in questa grande avventura.
(Come prima volta abbiamo deciso di affidarci ad un’agenzia che ha disbrigato anche le pratiche per i visti, ma la prossima faremo da soli)
Dopo un lunghissimo stop-over a Doha (ne abbiamo approfittato per visitare la città), siamo arrivati direttamente a Goa.
Dal mio diario di quei giorni:
Ti ho vista di notte dai finestrini dell’aereo, quelle lucine soffuse viste dall’alto hanno fatto brillare il mio cuore. Man mano che l’aereo scendeva sentivo già il tuo abbraccio. Ricordo il primo impatto, appena arrivati, quell’aria umida e dolciastra che si spingeva addosso a chi arrivava e si cuciva come una seconda pelle senza possibilità di scelta.
…Quando dici Goa, molti ti parlano dello sballo, dei rave party in spiaggia, di un’India “confezionata per”
che noi non abbiamo minimamente sfiorato… Come in tutti posti, dipende cosa si vuol vedere, cosa si cerca.
Non c’è un modo migliore di vivere l’India, basta lasciarsi andare e viverla. Rispettando luoghi e persone, ricordandoci che siamo ospiti in una terra antica. Ogni esperienza sarà diversa per ognuno, così come ogni diario di viaggio. Riflettendoci su, una comunanza c’è per chi la ama: se glielo lasci fare l’India sa ammaliare, sa rubarti il cuore.
Dal mio diario sui primi giorni Goa:
… Bazzicavamo tra le palme, percorrendo le stradine rosse, costeggiando case portoghesi, sostando sotto ai banyan, sorvolati dai corvi. La sera tornavamo a casa presto. Alle dieci la vita della piccola porzione di giungla in cui stavamo noi, si affievoliva. Così sostavamo sul balconcino della piccola pensione a leggere, scrivere e sgranocchiare qualcosa. Poi andavamo a letto e la nostra copertina dei sogni era il rumore del mare. Per risvegliarci poi con il gracchiare dei corvi.
In quei primi giorni di assestamento ci spostavamo sulla strada asfaltata solo per andare al piccolo supermercato a fare la spesa e curiosare tra scaffali d’incensi e biscotti e cosmetici Himalaya, o al baracchino accanto, a bere dal cocco. Con quale maestria veniva aperto!
In uno di quegli attimi felici, mi sono affacciata oltre l’angolo della strada per vedere cosa ci fosse e, basita, ho scoperto la fila di catapecchie fatiscenti e silenziose. Ci siamo anche noi, dicevano, nascoste ma ci siamo.
A volte, i vicoletti ridenti della nostra zona, si oscuravano per qualche scena strana ai nostri occhi occidentalizzati come la donna che frugava la spazzatura per raccogliere le bottiglie di plastica oppure i ragazzi che lavoravano con un cesto di pietre sulla testa, per poche rupie al giorno.
Ma nelle ore seguenti ti colpiva non solo quello che coglievi a prima vista, quanto ciò che realizzavi.
Saprei camminare ugualmente con fierezza, saprei apprezzare il momento in quelle circostanze come quel ragazzo che camminava tranquillo con chili di pietra in testa canticchiando la musica che proveniva dal piccolo cellulare adagiato nella tasca posteriore dei jeans?
Di quei giorni ricordo le spiagge immense e il ruggito del mare, gli shaks sulla spiaggia (la cucina di Goa è ottima, almeno per me), il tragitto in bus per andare al mercato di Calangute con il nostro amico.
Tutti schiacciati, stretti stretti con gli indiani. E una volta arrivati al mercato, quell’odore pungente che ti entra nel naso, che è un miscuglio di spezie, pesce, fiori, carne con le mosche intorno.
Il tripudio di colori dei sari delle donne e della frutta e ancora delle spezie e dei fiori.
Gli idli a colazione, quel piccante che t’infiamma la bocca e gli zuccherini dopo con i semi di finocchio da masticare. O altre volte, la colazione a base di frutta tropicale.
La sera che abbiamo raccolto frangipani profumati ai piedi di un albero.
Le uscite in macchina, con il mitico autista, sorridente e baffuto, che ci ha portati ad Arambol, dove abbiamo visto hippies che sembra non se ne siano mai andati da lì.
La spiaggia di Arambol è immensa e non dimenticherò i pescatori che al tramonto raccoglievano le reti, i bambini che ci chiedevano ci comprargli la coca-cola, i loro occhi scurissimi. E i sorrisi bianchissimi.
E ancora il Flea e il Saturday Market di Anjuna.
I tramonti infuocati.
E le scene che vedevamo da finestrino: i finti sadhu con l’elefante, i piccoli templi tra le palme, con le casse fuori e gli inni sacri sparati a tutto volume. La prima scimmia avvistata. E il verde, tanto verde, che ti entra dentro e non se ne va più. Come quei luoghi.
Dopo Goa ci siamo spostati in Karnataka e Tamil Nadu, dove il viaggio ha preso una piega avventurosa, spirituale, a seconda dei luoghi. Per poi chiudersi, come un cerchio perfetto, lì dov’era iniziato.
Ma di questo vi racconterò, se vorrete, la prossima volta. Namastè!
Chandana Sara
Valentina
Goa non l’ho vista, sono stata due volte in India e ci tornerò, Chandana lo sa ^_^.. le emozioni e i ricordi sono gli stessi, se quel paese ti entra nel cuore non ne uscirà mai.. diviene parte di te. Un parte sentirà sempre la sua mancanza. Shanti
miprendoemiportovia
ragazze a raccontarci tutte queste cose ci mordiamo ancora più le mani per non essere potuti partire l’anno scorso… ma arriverà anche la nostra India prima o poi
Chandana
Ci andrete e ce lo racconterete. Anch’io ho dovuto aspettare tanto, ma quando è accaduto ho capito che allora era il momento giusto.
Chandana Sara
Cara Valentina, noi abbiamo parlato più volte dell’ India e sono d’accordo con quello che dici. L’India, se l’accogli e la ami, diviene parte di te…
Un abbraccio
Valentina
Bellissimo Chandana*
Mi hai fatto rivivere le magie dell’india!
Io non sono stata a Goa ma a Mumbai (Bombay) e in una serie di villaggi e città sperdute dell’India centrale, fino ad arrivare alla costa Est! Inutile dire che è stato un viaggio favoloso, bellissimo, meraviglioso. Io però non ho aspettato; ci sono andata con tutto l’entusiasmo, l’immaturità e la freschezza dei 20 anni e mi ha dato una botta di vita pazzesca. Letteralmente, mi ha fatto scoprire che dentro di me c’era una sensibilità che tenevo sempre ben nascosta nei miei bassifondi e mi ha dato coraggio per esprimerla nel modo giusto. Sarà che stavo lavorando per un’associazione umanitaria, quindi venivo colpita da impulsi di ogni tipo (la gente, il posto, il lavoro che facevo, il sentire qualcosa di diverso nascere in me). E’ qualcosa che ancora oggi sento bruciare. Il mio cammino è iniziato lì*
miprendoemiportovia
Sono viaggi veramente pazzeschi che lasciano un segno per sempre, mi ricordano le mie esperienze in Africa..
Chandana Sara
Ciao Valentina,
che emozione leggere le tue parole.
Ho ripensato al film Lezioni Di Volo che ho rivisto non una, ma più volte.
Mi piacerebbe sapere di più riguardo l’associazione umanitaria con la quale hai lavorato, se ti va.
“Mi ha fatto scoprire che dentro di me c’era una sensibilità che tenevo sempre ben nascosta nei miei bassifondi e mi ha dato coraggio per esprimerla nel modo giusto”. Che meraviglia!
Un abbraccio.
Lena
Grazie Sara,
Leggendo mi sembrava di viaggiare insieme a te, nella meravigliosa India, patria di frangipani e catapecchie qua e là.
Ma l’India la si ama esattamente cosi com’è.
Bellissimo resoconto di viaggio, grazie anche per aver condiviso passi dal tuo diario.
Un abbraccio,
Lena
miprendoemiportovia
Grazie a te Lena, la forza del racconto è proprio quella dei pezzi di diario, ci si mette lì da una parte ad ascoltare senza fare rumore…
Chandana Sara
Ciao Lena, grazie a te per avere accolto le mie parole.
E ovviamente grazie a chi mi ha ospitata su questo sito, dandomi fiducia e dimostrando una grande sensibilità.
Federica
Sembra quasi di essere li ad ammirare i colori e i contrasti di questo meraviglioso paese. Io ne ho nostalgia anche se sono stata solo nelle capitali. Penso che Goa sia fantastica, che si respiri proprio l’India. Grazie per avermi fatto sognare ! Federica
Chandana Sara
Ciao Federica, ti ringrazio per quello che hai scritto. Di cuore.
Sicuramente anche la tua esperienza nelle capitali sarà degna di nota e comprendo la tua nostalgia.
Solitamente, quando dico a qualcuno di essere stata anche a Goa, mi viene detto che lì non c’è la vera India…
Sarebbe come dire che in Francia non c’è la vera Europa o che in Puglia non c’è la vera Italia…
Ho respirato l’India anche a Goa, eccome…
L’India è immensa, ricca di sfaccettature, trovo che sia sempre vera, nei suoi lati profondi come in quelli superficiali.
E grazie a te per aver sognato con me!
Vanina
Grazie per i tuoi racconti, mi hai trasmesso tantissime emozioni e tanta voglia di viaggiare.. è ancora un sogno per me, spero non rimarrà solo un sogno. Meravigliosa India!
Chandana Sara
Non rimarrà un sogno, se lo alimenterai nel cuore.
E’ quello che continuo a fare, anche se al momento un mio ritorno sembra lontano.
Grazie di aver commentato 🙂