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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

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Lo confesso, ho viaggiato molto, dentro ad un’idea,

le nuvole, un paradosso, un progetto, l’attesa, la scrittura,

l’utopia (una qualsiasi), una storia d’amore,

l’avventura meravigliosa di avere dei figli,

l’affetto incondizionato dei genitori,

una strada sbagliata, la voglia di tornare, una certa dose di talento,

il primo giorno di scuola,

il primo giorno di liceo,

il primo giorno all’Università,

la disillusione, un’idea sbagliata, una buona idea,

l’entusiasmo per le piccole cose, le pagine di tanti libri, troppi libri,

le parole di tante, troppe canzoni,

le immagini di tanti, troppi film,

dentro gli occhi di chi ti vuole bene,

ascoltando le parole di chi ti vuole male, tenendo la mano ad un amico,

accompagnato dalla vista del paesaggio che cambiava,

la paura di perdere,

la voglia di vincere,

la necessità di partecipare,

con uno zaino sulle spalle, coi sandali ai piedi,

cercando risposte alle domande,

facendo domande che non hanno avuto risposta (e forse è giusto così)

Sì è vero, ho viaggiato molto, 

e adesso devo ripartire.

 

Con queste parole si è aperto per noi il Festival della Letteratura di viaggio di Roma, leggendo questa poesia dalle pagine di Memo, grandi magazzini culturali, rivista che potete consultare anche on-line.

In molti ci hanno chiesto: “come è andata?”

Sono stati due giorni molto intensi e densi di spunti interessanti. Sul viaggiare e sulla scrittura ad esso legata.

Si è parlato dell’importanza dell’incipit per catturare l’attenzione del lettore, dell’arricchimento che il testo ha nell’apporto di testimonianze che danno luce al racconto, dell’importanza del cercare il proprio stile e del trovare il proprio punto di vista, dell’evitare espressioni abusate come vegetazione rigogliosa o spiagge paradisiache, del cogliere l’essenza di un luogo.

Pietro Tarallo durante il laboratorio esperienziale in cui abbiamo potuto sottoporre i nostri lavori mi ha detto una grande verità. Ovvia se volete, ma assolutamente non banale. “Se volete scrivere di viaggi, leggete tanti libri, andate a vedere tante mostre e guardate tanti film, viaggiate poi, sempre con una penna e un taccuino in mano, lasciatevi investire dall’esperienza

Sottoporre il nostro lavoro sia scritto che fotografico agli occhi attenti di grandi fotografi e al giudizio di editori e giornalisti non è stato semplice ma è stato sicuramente molto utile per capire dove stiamo andando e come raddrizzare la rotta.

Non ci siamo fatti mancare nulla, nemmeno le polemiche, durante l’incontro In web we travel  la moderatrice Giovanna Zucconi, riferendosi alla differenza giornalista e blogger, ha chiesto agli esperti presenti se tutto questo mare di informazioni creato dai  Blog non renda le persone ancor meno capaci di scegliere, tra tanta scelta alla fine nessuna scelta in quanto immersi in una babele di informazioni in cui il turista non riesce più a scegliere nulla. Diatriba portata avanti dalle parole di Lucia Annunziata  nelle polemiche di questi ultimi giorni.

Voi, cari lettori, cosa ne pensate?

 

 

Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

Comments:

  • 1 Ottobre 2012

    Penso che i giornalisti si sentano un po’ “minacciati” dai blogger e tentino di difendere la qualità del loro lavoro di tesserati.. da una parte è comprensibile, ma santo cielo siamo nel 2012, non nell’età della pietra.

    Per quello che riguarda la ridondanza di informazioni però sono d’accordo, bisognerebbe dare all’utente maggiori strumenti per valutare quello che sta leggendo; non sempre è facile districarsi. Chi parla di viaggi e di sconti senza essere mai uscito dalla porta di casa, chi parla per sentito dire.. ce ne sono molti purtroppo, ma questo vale per tanti settori, non solo per i travel blogger.

    Da parte nostra, di chi scrive di viaggi cioè, penso che ci vorrebbe un poco di onestà intellettuale in più, non spacciare per oro colato quello che non è. Scrivere chiaramente, che ne so: questo blog è un aggregatore di notizie, quest’altro invece è basato soltanto sulle mie esperienze personali, in quest’altro parlo dei blogtour, e spiegare di cosa si tratta. La maggior parte dei lettori non ne ha la minima idea, credimi! raccontarsi le cose e commentarci i nostri blog tra di noi e basta a che serve? rendiamoci conto di chi è il nostro “pubblico”…

    ciao e buon lavoro 🙂

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  • 1 Ottobre 2012

    Penso che per chi credeva di detenere lo scettro della scrittura per investitura, ora ha le gambe che tremano come durante il terremoto di Haiti… La gente sceglie, e sa scegliere, cara signora Zucconi. Pluralismo. E fine dei privilegi. Pace e bene..

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  • 1 Ottobre 2012

    Lo ‘stile’ di un blog che scrive di cose di cui parlano tutti, viaggi, libri, film, musica et, è vero che fa la differenza. Io ad esempio, dopo essermi imbattuta in diversi blog che trattano uno stesso argomento, tendo a seguire quelli il cui stile è più vicino alla mia sensibilità oppure mi è utile per le informazioni che dà. Ad esempio, nello specifico, ci sono alcuni blog di viaggi che danno informazioni precise e per me può essere utile se mi accorgo che tali informazioni sono continuamente aggiornate; altri invece raccontano dei loro viaggi attraverso immagini e questa modalità mi fà capire quanto della sensibilità di quella persona sia vicina alla mia perché non tutti gli scatti sono uguali; altri ancora che collegano quanto visto con le proprie esperienze personali e questi sicuramente mi conquistano subito. Insomma, spesso si cerca empatia con se stessi in quello che si legge. Saper poi ‘scrivere’ tutto questo be, è una bella sfida perché non tutti hanno il talento della scrittura.
    Complimenti Elisa per aver fatto vedere i vostri lavori ad un professionista. Ci credo quando dici che non è stato facile; ma sicuramente ti è stato utilissimo.

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  • 2 Ottobre 2012

    Di certo una manifestazione a cui mi sarebbe piaciuto moltissimo poter partecipare… Grazie a te e a tutti quelli che via twitter e con vari post ne hanno dato a noi sunti interessanti. Un GRAZIE dovuto 🙂

    Per quanto riguarda le polemiche credo facciano parte del gioco: non è forse per questo che la cara Lucia è ora direttrice dell’Huffington Post? Speravo che ci sarebbe stata una piccola rivoluzione nel mondo dell’informazione italiana ma l’articolo di apertura del blog/giornale è stato un DOVERE editoriale (Gruppo Espresso e Berlusconi non sono un binomio casuale) per un prodotto il cui successo è preannunciato a prescindere dalla qualità dei contenuti (temo) che mi ha lasciato deluso… Ai posteri l’ardua sentenza se varrà la pena continuare a leggerlo!

    Grazie ancora… le arole d’apertura del Festival mi hanno dato oggi la motivazione per rimettermi alla tastiera 🙂

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  • 2 Ottobre 2012

    Ciao, leggendo i vostri commenti mi risuonano le parole che alcuni speakers e travel blogger molto conosciuti ci hanno detto più e più volte al Tbex di Girona: “be honest with you audience! Engage your audience, let them be in your suitcase or near you when you are telling a history”. Ed è proprio questo che fa vincente un blog e che differenzia un blogger di viaggi da un giornalista (a parte le lecite eccezioni come Mo’): onestà e story telling. Solo che nel paese della cultura, della poesia e della letteratura, ci dobbiamo far dire queste cose dagli americani che invece sui contenuti e su come devono essere scritti sono maniacali. A me personalmente Pam Mandel, headliner di CondèNast Traveler ha consigliato di trovarmi un editor dato che il mio blog è in inglese. Io però, da giornalista, consiglierei a molti blogger di trovarsi un editor italiano, perchè le emozioni non passano se i contenuti sono malscritti, e credetemi a volte sono veramente indecenti. Un saluto a tutti e buon lavoro!

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  • 2 Ottobre 2012

    Penso che il bello della rete sia il suo permettere libertà di espressione e il suo garantire libertà di fruizione delle informazioni. Ognuno è libero di generare un contenuto e liberarlo sul web, poi il fatto che questo venga effettivamente letto/fruito dai consumatori è altra cosa che dipende dalla sua qualità, dall’interesse suscitato dal tema, e dall’interesse che lo scrittore riesce a trasmettere al lettore.

    Io sono contro qualsiasi tipo di gruppo chiuso, sono per la libera circolazione delle idee… Sono convinta che ci sono bravi giornalisti e giornalisti meno bravi, bravi blogger e blogger meno bravi. E che la bravura sia un aggettivo attribuibile alle persone, non alle categorie.

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  • 3 Ottobre 2012

    Penso che il blog sia un modo di esprimersi. C’è chi lo fa per divertimento, chi perchè ama scrivere e chi perchè è riuscito a farlo diventare un lavoro…
    Scrivere su un blog e fare giornalismo sono due cose differenti. La maggior parte di noi lo fa per piacere, perché vuole condividere esperienze e cercare di essere utile ad altre persone che leggono.
    Chiaramente sta al lettore decidere se qualcosa è interessante o meno, se è attendibile oppure no.
    Il blog rispetto al giornalismo ha un piccolo vantaggio: puoi entrare in contatto direttamente con chi scrive e chiedere consigli sinceri; cosa che nel giornalismo è molto più difficile.

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  • 3 Ottobre 2012

    grazie per aver pubblicato l’editoriale di MEMO. buon lavoro a tutti

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