Vi ricordate Daniele lo special guest di qualche mercoledì fa e autore del blog attenti al coniglio? Oggi ci spiega la Tanzania per zone geografiche così che potremo scegliere quale sia il luogo a noi più adatto. Noi ovviamente vorremmo andare ovunque, perché voi no?
Il nord
La parte nord del paese è certamente quella più battuta dal turismo, ma non è un caso. In molti conoscono i parchi Ngorongoro e Serengeti, per non parlare del monte Kilimanjaro, la montagna più alta di tutto il continente. È un antico vulcano coperto da un cappello di nevi perenni che svetta sulla savana a 5800 metri, visibile da grandi distanze.
Il paesaggio toglie davvero il fiato: questa espressione forse è stata proprio coniata nel mezzo di queste pianure senza fine, dove gli animali si muovono liberi e dove si compie una delle più emozionanti migrazioni di tutta la Terra: quella che milioni – letteralmente – di gnu e zebre compiono per seguire le piogge e quindi l’erba verde.
Trovo qualcosa di imperdibile visitare questi luoghi, piantando, al termine di una giornata passata a vagabondare, il tuo igloo in uno dei tanti “Public camping site” messi a disposizione dell’amministrazione dei parchi nazionali.
Una cosa sconvolgente e a cui io, abitante della sovrappopolata pianura Padana, non ero abituato, è l’immensità dell’orizzonte. Puoi vedere un temporale in arrivo a decine di chilometri di distanza. Oppure le colonne di polvere che migliaia di zoccoli sollevano senza che sia possibile sentirne il rumore.
Accendere il fuoco, bersi una birra con i tuoi compagni di viaggio e raccontarsi le emozioni provate durante il safari del giorno che si sta concludendo è un’esperienza che unisce e che ti unisce a quella terra. Qualcuno lo chiama “mal d’Africa”. Una nota: safari significa viaggio in kiswahili, una delle due lingue “ufficiali” del paese, l’altra è l’inglese, sebbene esistano poi parecchie decine di dialetti locali.
Il nord è la zona che consiglio di visitare se si è al primo viaggio in Tanzania, per alcuni motivi: è più “facile”, nel senso che il numero e la qualità delle strutture consente di trovare qualcosa di adeguato in rapporto alla qualità che si cerca e al prezzo che si è disposti a spendere.
Assolutamente da vedere sono i due parchi suddetti (lo Ngorongoro ha sia una parte di savana, sia una incredibile area all’interno di un antico cratere, una sorta di paradiso dell’eden dove la vita pullula e si possono vedere anche i rinoceronti, molto rari da queste parti), ma anche i più piccoli Tarangire e Manyara. Il primo unisce ad un paesaggio ondulato una zona paludosa davvero affascinante, mentre il secondo è caratterizzato da un lago salato popolato da decine di migliaia di fenicotteri. A proposito della zona paludosa: è qui che ho avuto, per la prima volta, esperienza dell’aggressività degli elefanti. Uno ci ha inseguito minaccioso mentre noi cercavamo di sfuggire andando in retromarcia a tutta velocità…
Un’altra attività che si può fare in questa area è la scalata del vulcano Ol Doinyo Lengai (Montagna di Dio nella lingua dei Masaai): è faticoso ma ne vale la pena, almeno in assenza di nuvole sulla cima. È tutt’ora attivo (l’ultima eruzione risale al 2008), ed emette lava “fredda” a 500°.
Il centro-sud
Sempre rimanendo in tema di vacanza naturalistica, questa zona del paese è caratterizzata dalla presenza di due aree protette molto grandi, poco battute, e molto affascinanti. Parlo del parco nazionale del Ruaha e della riserva di caccia del Selous, in parte dedicata alla sola “caccia fotografica”.
Sulla costa, invece, si trova la città più grande della Tanzania, che ospita anche alcune strutture governative pur non essendo la capitale: Dar Es Salaam (paradiso di pace in arabo).
Dar Es Salaam è una citta grande e poco interessante, anche se offre una vita notturna vivace e diverse possibilità per godersi il sole e il mare. Un esempio è l’isola di Bongoyo, una riserva naturale raggiungibile in mezz’ora tramite il traghetto che parte dallo Slipway. Nel mio immaginario Bongoyo è esattamente come mi aspetterei che fosse un paradiso tropicale: sabbia bianca, acqua calda e cristallina, silenzio e un piccolo chiosco che cucina pesce.
I due parchi, beh, vi basti sapere che nel Ruaha, nell’ormai lontano 2005, ci ho passato tre mesi. Si estende per circa 20mila kmq e, confinando con altre aree protette forma un ecosistema grande quanto la Danimarca! La fauna è ricchissima e i tipi di paesaggi che si incontrano sono innumerevoli. Se penso alle sensazioni che ho provato (e che proverò di nuovo, statene certi!) mi manca il respiro per un attimo. In particolare c’è quel momento, poco prima del tramonto, quando il canto degli uccelli si affievolisce e l’aria si rinfresca, e la luce calda del sole colpisce obliqua le acacie. Ecco, con una birra in mano seduto sul cofano del fuoristrada e le persone care intorno a te, beh… potresti spendere lì il resto della tua vita.
Il pregio, e allo stesso tempo il difetto di questo parco è la difficoltà nel raggiungerlo, essendo a due ore e mezza di volo (non pensate ai jet, qui si parla di aerei a elica che atterrano in piste in terra battuta sotto lo sguardo stupito di zebre e giraffe) da Dar Es Salaam. Quindi: pochi turisti ma budget che si alza inesorabilmente. Esiste anche l’opzione auto, ma il viaggio dura due giorni con pernottamento nel parco nazionale del Mikumi.
Il Selous è molto diverso, essendo caratterizzato dalla presenza del grande fiume Rufiji, il più grande del paese. All’interno dell’area protetta esso forma una infinità di canali e laghi, la cui dimensione varia enormemente tra la stagione umida (più o meno il nostro inverno) e quella secca (la nostra estate). La presenza massiccia dell’acqua conferisce sì un fascino particolare alle escursioni in auto, ma la vera essenza del Selous la si coglie navigandone i canali. Ho trovato molto divertente la pesca al pesce tigre, un parente più grosso del piranha con una dentatura che richiede l’uso della lenza di acciaio.
L’ovest
Questa parte della Tanzania è quella meno battuta dal turismo. Basta guardare la cartina per capire il perché: è lontana da tutte le principali città e i loro aeroporti. A livello geografico è il lago Tanganika che caratterizza l’area, e che dà il nome alla parte continentale della federazione tanzaniana. È un lago enorme, e solo a stento si riesce a scorgere il Congo sulla riva opposta.
Ho visitato questa parte durante l’ultimo viaggio che ho fatto in Tanzania, con la stessa compagnia di amici. Era aprile e la stagione delle piogge non era ancora terminata, motivo per cui la presenza di turisti era nulla. Proprio nulla eh, c’eravamo solo noi.
Per arrivarci noi abbiamo preso due voli, uno da Dar a Mwanza (nel nord sull’enorme Lago Vittoria; qui si potrebbe spendere anche un giorno, la città è carina e il lago è enorme e molto scenico), e uno da Mwanza a Kigoma. Da qui poi si può noleggiare un’auto o utilizzare i trasporti “pubblici” (che in realtà sono privati ma fanno funzione di).
Ci sono due cose interessanti da visitare, oltre al solito fascino che lo scorrazzare per strade di terra rossa riveste in sé. Una è il parco nazionale del Mahale, una montagna coperta dalla foresta pluziale che si protende dentro al lago, e popolata da varie famiglie di scimpanzé. L’altra è il parco nazionale del Katavi, un po’ verso l’interno, e cioè savana e paludi nella loro forma più selvaggia e ricca della fauna “classica” formata da elefanti, giraffe, leoni, ecc…
Nel Mahale abbiamo dormito nelle “bandas” gestite dall’ente dei parchi nazionali (TANAPA), casette in cemento piuttosto spoglie ma accettabili, e soprattutto economiche. L’alternativa, come detto, sono due lodge di lusso con viste mozzafiato e servizio impeccabile, ma adatti a tasche molto capienti. Tra l’altro in aprile erano ancora chiusi (in Tanzania non è raro che le strutture turistiche, soprattutto nelle zone meno battute, osservino un periodo di chiusura che in genere include i mesi di aprile e maggio).
La visita agli scimpanzé è molto emozionante. Loro sono davvero tanto simili a noi, condividendo in effetti il 98% del codice genetico. Hanno espressioni e comportamenti umani, e guardarli incanta sempre.
Il Katavi è servito anch’esso da pochi lodge molto costosi, ma offre per fortuna anche la soluzione bandas della TANAPA per i comuni mortali. È di una bellezza unica, ci si sente lontani da tutto, dentro alle terre che hanno dato i natali alla specie umana.
Vorrei anche segnalarvi il lago Rukwa, poco a sud del Katavi e vicino alla graziosa cittadina di Sumbawanga. Vale la pena farci un salto, magari facendosi portare a fare un giro in barca dai pescatori: sarete l’attrattiva dell’intero villaggio e verrete trattati come dei re.
Daniele
Grazie mille di nuovo per avermi ospitato!
miprendoemiportovia
Grazie a te Daniele per essere stato nostro special guest sulla Tanzania, le tue foto sono stupende e se vorrai passa ancora di qui 🙂
grazie Elisa e Luca
giusyaloe
ciao. belli i vostri post sulla Tanzania. Molte emozioni.
Io e Serena vorremmo dedicare 3 settimane di agosto alla Tanzania. Non abbiamo iniziato ad organizzare ma stiamo prendendo contatti. Vorremmo inserire anche qualche giorno di svago e di mare quindi pensavamo di aggiungere Zanzibar. Che ne pensate? Secondo voi 2 donne da sole in giro per la Tanzania … è pericoloso? Conviene organizzare tutto da qui (voli interni e safari) oppure si riesce a risparmiare facendo da li? Quale aeroporto conviene? Abbiamo letto che molti atterrano a Nairobi ma ci sembra troppo lontano…
Tante domande…tanto entusiasmo
Oggi compro la Lonely (suggerite altre letture), ho visto che l’anno scorso è uscita una nuova edizione.
Grazie mille
Giusy
Daniele
Ciao Giusy,
sono Daniele, l’autore di questo post.
Ci sono tante cose da dire, ma per ora mi limito a rispondere alle domande che hai fatto, sperando di ispirarne di altre.
1. Due donne sole non dovrebbero avere problemi in Tanzania, tanto più che molte zone sono battute da un turismo intenso (anche se non di massa).
2. Quello che faccio io di solito è appoggiarmi ad agenzie locali specializzare, contattandone più d’una e valutando vari preventivi; di solito queste agenzie hanno pacchetti standard ma è possibile personalizzare il viaggio; i viaggi che faccio sono sempre personalizzati, per cui prima di rivolgermi all’agenzia pianifico abbastanza in dettaglio quello che voglio vedere.
3. I voli interni ti servono se vuoi visitare zone del paese molto lontane tra loro, oppure se vuoi andare a Zanzibar velocemente; in genere le agenzie locali possono organizzarti anche i voli interni, ma forse se li prenoti tu direttamente da qui spendi meno (una compagnia che copre tutto il territorio è la Coastal Aviation).
4. La destinazione del volo internazionale dipende dalla zona che vuoi visitare; per il nord (la zona più famosa e più “turistica”) si atterra a Nairobi o a Kilimanjaro (aeroporto internazionale tra le città di Arusha e Moshi), per il centro-sud e Zanzibar si atterra a Dar Es Salaam; ci sono anche voli charter per Zanzibar; io consiglio di non atterrare a Nairobi perché poi ci si deve sobbarcare una tratta di 6 ore di autobus per raggiungere Arusha.
Altre note sparse: agosto è perfetto per il clima ma è anche il mese con più affollamento, e nel nord si percepisce decisamente. Il centro-sud è meno battuto, ma anche più complicato da raggiungere e dunque più costoso. Il budget è il primo criterio da considerare, dato che un safari in Tanzania difficilmente costa meno di 150 USD al giorno a testa in sistemazione base, e spesso di più. A Zanzibar invece te la cavi anche con 50-70 (pernotto e pasti) in zone carine lontane dai villaggi.
Per ora spero che basti. Sono comunque a disposizione.
Johnny Starman
Ma invece cosa ne pensate di un safari in Africa. Recentemente mi è stato proposto come regalo di compleanno da un gruppo di amici. All’inizio ero un po’ dubbioso, poi dopo aver visto delle foto di un’amica che era stata al Kruger Park in Sudafrica mi sono quasi convinto. Quali possono essere i pro e i contro, considerato che porterei con me una bimba di sei anni?
Grazie
Johnny
miprendoemiportovia
Ciao Jonny
e grazie di essere approdato sul nostro blog.
noi siamo stati al kruger in viaggio di nozze quindi ne sappiamo qualcosa! E’ un’emozione stupenda e chissa quanto può esserlo per un bambino. Chiaramente c’è il problema della malaria ma scegliendo bene il periodo (cioè la stagione fredda che va da adesso a novembre) le zanzare diminuiscono molto (noi non avevamo fatto la profilassi). Se cerchi nel nostro blog trovi le foto dei big five e qualche post sul kruger. Fossi in te non ci penserei due volte 🙂
Johnny Starman
Grazie per i suggerimenti. E complimenti ancora per l’ottimo blog.
A presto!
Johnny
miprendoemiportovia
grazie a te Johnny per essere passato di qua 🙂
Alessandra Mariani
Belle immagini! Io ero stata nel sud della Tanzania 8 anni fa, quando era ancora poco popolare in Italia. Il Nord invece l’ho fatto 2 anni fa, seguendo la grande migrazione anche in mongolfiera…Da urlo! Kruger fantastico, ci ho vissuto 3 anni ed ho scritto anche una miniguida dei luoghi migliori per gli avvistamenti. Anche se non è ufficilamente malaria free, è molto difficile prendere la malaria li, a volte è più facile beccarla a Zanzibar anche se uno pensa il contrario. Poi ci sono tanti trucchetti per essere protetti senza fare profilassi, l’esperienza insegna, non a caso il Sud Africa è la destinazione numero uno in Africa per le famiglie, proprio per il rischio molto scarso. Ciao a tutti amanti dell’Africa! 🙂
miprendoemiportovia
Ciao a benvenuta Alessandra
l’Africa è davvero bellissima…
giusy
Ciao ragazzi, come state? Ci tenevo ad aggiornarvi …partiremo con una ong di palermo che si chiama Tulime. Di seguito il percorso…
PARTENZA 8 AGOSTO RITORNO 31 AGOSTO
Dar es Salaam
Morogoro – Ruaha National Park
Pomerini / Mawaki
Iringa
Lago Nyasa
Monti Livingstone
Zanzibar (se avete suggerimenti per un paio di notti di pernottamento a Stonetown sono veramente ben accetti)
Buona estate a tutti e Grazie ancora per i suggerimenti
Ma soprattutto…in bocca al lupo Elisa per il bebè 😉 yeeeeeeeppppaaaa
miprendoemiportovia
Ciao Giusy!
molto bene, sarà un’esperienza magnifica grazie per avercelo detto!
ma al ritorno vero che scriverete un post per il blog?
non vediamo l’ora di leggervi
in bocca al lupo
e vi stra mega invidiamo lo sapete vero?
Lalla
Ciao a tutti!
Sto programmando il mio viaggio di laurea in Tanzania, dal 1 al 20 dicembre, circa, e vorrei farmi sia il Nord, compresi i parchi naturali e il Kilimangiaro, che il sud, per una settimanella a Zanzibar. Secondo voi è troppo pretenzioso? Troppi soldi e poco tempo? Io sono una sognatrice e quando viaggio vorrei vedere tutto senza perdermi nulla, ma ogni tanto perdo di vista la realizzabilità delle mie idee >.<
Vi ringrazio in anticipo per ogni suggerimento! Un saluto a tutti!
Daniele
Ciao Lalla,
mi permetto di risponderti io.
Il periodo, dal 1 al 20 dicembre, è ottimo per andare in Tanzania. Nei parchi, in particolare, la stagione secca è alla fine, quindi l’acqua è poca e gli animali si vedono quindi meglio.
Il tempo che hai è sufficiente per fare i parchi del nord e Zanzibar alla fine. Per questo genere di programma, di solito, io avverto di stare attenti al budget. I parchi costano parecchio, infatti. Io non so a che tipo di sistemazione ambisci, ma in lodge, ad esempio, calcola una spesa di circa 300 euro al giorno (incluse le attività, e cioè i safari, e la pensione completa).
Ci sono però organizzazioni che propongono soluzioni più economiche, con pernottamento anche in tenda, tipo Kananga (ha sede a Barcellona) https://www.pasaporte3.com/kananga.php (molto economico e molto spartano, ad esempio per darti un’idea https://www.pasaporte3.com/oferta.php?id=407&idtipo=4), oppure Bush 2 Beach https://www.bush2beach.com/ (comunque almeno sui 200 euro al giorno a persona). Considera che anche un viaggio fai-da-te (io sarò nei parchi del nord dal 20 al 30 novembre, con amici e tende canadesi) non ti costa meno di 100-150 euro al giorno a testa.
Zanzibar, invece, se uno non vuole navigare nel lusso, ti consente di stare su budget decisamente minori, tipo 50 euro al giorno in tutto (pernottamento e pasti e qualche attività).
Se però a tutto questo unisci i trasporti interni (i parchi del nord sono molto lontani da Zanzibar), ti fai un’idea del budget che ti serve.
Quindi pianifica bene quello che vuoi fare, e magari contatta un’agenzia specializzata in questo tipo di vacanze.
Spero di esserti stato utile.
Daniele.
marilena
ciao ragazzi! ci risentiamo dopo avervi chiesto delle info sul brasile perché siamo ancora indecisi se scegliere il brasile appunto oppure la Tanzania, rispetto a quest’ultima volevo sapere se mi consigliate il vaccino contro la febbre gialla… in ogni caso alcuni la consigliano anche per il brasile… che ne pensate?
Elisa e Luca
Ciao Marilena per il Brasile Elisa ci è stata 5 settimane e non ha fatto nessun vaccino febbre gialla, certo dipende dalle zone in cui andrai. Dicono che serva alle cascate e in Amazzonia ma noi non siamo stati. Per la Tanzania invece è Obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla per i viaggiatori superiori ad un anno di età, provenienti da un Paese dove la febbre gialla è a rischio trasmissione (Kenya, Ethiopia, ecc.), anche nel caso di solo transito aeroportuale, se questo è superiore alle 12 ore ed in ogni caso se si lascia l’aeroporto di scalo (fonte: sito viaggiaresicuri.it)
Cristiano
Ciao Daniele,
abbiamo letto il tuo articolo con molto interesse. La nostra idea sarebbe quella di visitare in più o meno 12 giorni Tanzania e Zanzibar (considera però che è la nostra prima esperienza di questo tipo).
Volevamo avere info relative a: prezzo auto, se è possibile guidarla da soli, costo dell’ingresso ai parchi (abbiamo visto che i safari costano parecchio e volevamo capire se era fattibile fare una gita di un giorno), costo escursione al kilimangiaro.
Non abbiamo un budget elevato e volevamo sapere più o meno quanto potrebbe essere il budget per una vacanza economica.
Grazie mille in anticipo.