Arriviamo con il nostro pullman a Curepipe, un paesino dell’interno sul lato ovest dell’isola, alle pendici del grande vulcano.
Una tappa a Curepipe è un ottimo modo per prendere contatto con la vera cultura di Mauritius.
Lascio il resto del gruppo allo shopping e decido di inoltrarmi alla scoperta della città con Denis, videomaker bolzanino, per assaporare un po’ di cultura mauriziana. Dalla moschea vicina si diffondono nell’aria le note del canto muezzin.
Abbandoniamo il viale principale, la gente inizia a guardarci incuriosita, chiedendosi forse cosa ci sia di così importante da fotografare e filmare sulle facciate dei loro negozi e abitazioni.
Denis è intento a cambiare l’obbiettivo della sua telecamera e allora decido di anticiparlo. Faccio poche decine di metri quando mi imbatto nell’entrata della Chiesa Spiritual Warfare al piano terreno di un palazzo.
Scatto una foto dell’ingresso e nel medesimo istante parte la musica di una band. Non posso resistere, l’occasione è troppo ghiotta. Corro all’inizio della via e grido a Denis di raggiungermi.
“Vieni a vedere cos’ho trovato! Che dici, entriamo?” gli chiedo.
Nei suoi occhi leggo già la risposta. Varchiamo la soglia e iniziamo a salire i gradini di una vecchia scala rossa. La musica aumenta di volume ad ogni passo. Arriviamo ad una porta bianca a vetri e non sappiamo cosa aspettarci. Denis allunga il collo e getta all’interno della stanza un rapido sguardo.
Mi fa cenno di entrare.
La stanza è un ambiente abbastanza spoglio con una decina di file di sedie sulle quali un uomo e una donna creoli assistono alle prove di un gruppo di ragazzi che si stanno esibendo su quello che dovrebbe essere l’altare di questa chiesa.
La musica è un reggae vecchio stampo stile Marley/Tosh. Attendiamo sulla soglia per non disturbare e la donna ci sorride e a gesti ci invita a sedere. Al termine del brano ci presentiamo in inglese e chiediamo all’uomo al suo fianco se è possibile scattare qualche foto. L’uomo non parla una parola d’inglese, e allora Denis tenta in francese. Risponde che non è possibile farlo ma che se vogliamo possiamo rimanere ad ascoltare.
Ci sediamo delusi. I ragazzi, che guardando i loro visi non dimostrano più di diciott’anni, sono un po’ intimiditi dalla nostra presenza, ma ogni tanto vediamo sfuggire dalle loro bocche fugaci sorrisi.
Termina il secondo brano e l’uomo torna da noi dopo aver parlato con il cantante “Ok, potete fare foto e video”. Non stiamo più nella pelle. I ragazzi ancora più intimiditi si chiudono in cerchio. Scatto foto e batto il piede al tempo di un groove coinvolgente. Suonano alla grande.
L’occhio mi cade sull’adesivo presente sulla cassa della batteria che recita “Nothing is impossible with Jesus“.
La donna in creolo ci invita il mattino dopo a tornare per assistere alla messa e al concerto.
“Magari! Ma purtroppo non possiamo, siamo qui a Curepipe solo per oggi” le risponde Denis.
Purtroppo il nostro tempo a disposizione è ampiamente scaduto.
Domandiamo alla donna se hanno una email a cui mandare il nostro materiale ma non riusciamo a comprenderci. Arriva il cantante che per nostra fortuna parla inglese e finalmente ci dà il suo indirizzo. Salutiamo tutti che ci sorridono ma che continuano a guardarci come fossimo due alieni provenienti da un pianeta lontano.
Usciamo dalla chiesa ridendo e dandoci pacche sulle spalle.
Lo facciamo perché sappiamo di aver vissuto uno di quei momenti che ti ricorderai per molto tempo.
Lo facciamo perché sappiamo di aver visto Mauritius.
Quella vera.
Lucia
Che belle immagini e che emozioni che stai riportando. Deve essere un viaggio coinvolgente. La semplicità ha sempre qualcosa da insegnare. Complimenti!
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