Ioannina, capoluogo dell’Epiro, regione a nord-ovest della Grecia.
Sembra di vedere in lontananza il profilo di una barca. Ed ecco tornare alla memoria il ricordo della leggenda che ha come protagonista questo luogo. Risale ai tempi dell’impero ottomano. Alì Pascià, governatore ottomano della città e dell’Epiro, aveva moglie ed harem.
Si dice allora che per alleviare o per meglio dire “addolcire” il dolore e la pena della donna affogata sul fondo del lago, ogni anno si debbano versare mille chili di zucchero.
Comprendiamo lo stato d’animo della barista, quando realizziamo che alle nostre spalle, su un divanetto nascosto dietro ad un tavolino, quello che in seguito scopriremo essere il proprietario del locale, sta dormendo come un orso in letargo. La donna lo chiama e lui si sveglia, guardandoci con una faccia che è tutto un programma e bofonchiando un paio di parole tenendosi la testa tra le mani “Italiani? Mhhh… Too much alcohol yesterday night…”.
La donna per l’ennesima volta chiama il proprietario, che ormai si è ripreso, o quasi. E allora l’uomo va dietro al bancone e ci mostra quella che è una vera e propria arte.
Con piccoli gesti ripetuti l’uomo versa il caffè nella tazzina fino a riempirla. Lo strato superiore è pieno di bollicine, il che significa che il caffè è stato preparato in maniera perfetta. E lo dice anche il gusto. Ci raccontano che in Grecia esistono donne che predicono il futuro “leggendo il caffè”.
goodnightandtravelwell
Devo essere sincera, in poche situazioni (sono ahimé un’inguaribile iper-timida) ho il coraggio di chiedere e fare domande ai locali… ma devo dire che le rare volte che l’ho fatto la cosa ha sempre ripagato. E direi che questo post è la dimostrazione che vale la pena farsi un po’ di coraggio e domandare 🙂 Insomma, caffè greco tutta la vita, in Grecia!