
Cosa vedere a Reggio Emilia: 5 luoghi imperdibili tra design e architettura
Vuoi consigli su cosa vedere a Reggio Emilia di veramente insolito? Per te il design e la bella architettura sono capisaldi imprescindibili? Ecco qui quello che fa per te!
Cosa vedere a Reggio Emilia se il design e l’architettura sono il tuo mantra
C’è Parma, c’è Modena. E spesso nessuno si ricorda di Reggio Emilia. Da sempre schiacciata dalle cugine vicine, la città è famosa per essere stata il luogo di nascita del nostro Tricolore nel 1796, quando venne fondata la Repubblica Cispadana. Negli ultimi anni però, complici diversi eventi (uno tra tutti, Fotografia Europea), è diventata una grande meta di richiamo. E tra le bellissime piazze, i portici e una cucina invidiabile, fanno capolino edifici esemplari. Ecco quindi un po’ di consigli per una giornata insolita in Emilia tra architettura e design.
Cosa vedere a Reggio Emilia: Chiostri di San Pietro – restauro, istruzioni per l’uso
Zamboni Associati Architettura, 2019 – Via Emilia San Pietro, 44c
Sconosciuto persino ai reggiani fino a pochi anni fa, il complesso dei Chiostri di San Pietro è una straordinaria testimonianza di architettura conventuale a cavallo tra Rinascimento e Manierismo. Il progetto dello studio Zamboni ha previsto la risistemazione degli spazi interni racchiusi attorno ai chiostri (il Chiostro Piccolo del 1524 e il Chiostro Grande del 1584), utilizzati come sede espositiva. Parallelamente, si è intervenuti con la costruzione di un nuovo edificio da destinare a servizi ed eventi, il recupero delle ex-scuderie e la definizione di spazi esterni per l’aggregazione. Da citare, l’uso sapiente dei materiali nelle aggiunte (tra tutti, i portali e i carter in ottone brunito e la scenografica ma minimale soluzione di ingresso), la ripresa degli storici lampioni dei portici sulla Via Emilia e la pavimentazione in calcestre. Questa, continuando all’interno del Chiostro Grande, crea un trait d’union dove coerenza e pacatezza diventano cifre stilistiche.
Cosa vedere a Reggio Emilia: Stazione Mediopadana – un’onda terrestre
Santiago Calatrava, 2013 – Via Città del Tricolore
Inserita all’interno di un intervento che ha previsto anche la realizzazione di tre ponti carrabili, la stazione dei treni ad alta velocità si pone parallela alla sede autostradale. Il suo sviluppo in lunghezza entra in dialogo con l’importanza dell’asse storico della Via Emilia e degli spostamenti di merci e persone lungo questa direzione. Una struttura a portali in acciaio genera un volume dalla forma sinusoidale che richiama alla mente l’effetto dinamico di un’onda in movimento. La colorazione bianca e lo spazio lasciato tra un portale e l’altro (tamponato con vetrate in corrispondenza delle banchine) rendono l’attesa di un convoglio un’esperienza di luce. A enfatizzare il senso di maestosità, la scelta di collocare i binari su un piano sopraelevato rispetto ai servizi di biglietteria e accoglienza, direttamente accessibili dal parcheggio antistante.
Cosa vedere a Reggio Emilia: Parco Innovazione – capannoni 4.0
Andrea Oliva Architetto, 2019 – Piazzale Europa, 1
Una città che investe sul suo passato è una città proiettata nel futuro. L’immenso complesso industriale dismesso delle Officine Meccaniche Reggiane (produttrici di proiettili, locomotrici e aerei da caccia e attiva tra 1901 e 1992) sta rinascendo grazie a un vasto programma che prevede la destinazione di questi edifici a spazi per l’innovazione tecnologica. La risistemazione e la riconversione dei capannoni 18 e 19 enfatizzano il concetto per cui è meglio intervenire sull’esistente piuttosto che creare ex-novo. La soluzione qui adottata è congeniale per strutture di vaste dimensioni, non più asservite alla loro iniziale destinazione. Moduli in legno e policarbonato, variamente disposti, intercambiabili e sostituibili creano un ambiente versatile e sempre stimolante che dialoga per contrasto, ma mai competitivo, con gli elementi del passato industriale.
Cosa vedere a Reggio Emilia: Quartiere Rosta Nuova – quando si sapeva progettare
Franco Albini, Franca Helg e Enea Manfredini, 1961 – Via Jozef Wybicki
Il quartiere reggiano INA-CASA è la conferma che l’architettura è, e sempre dovrebbe essere, al servizio dell’urbanistica. L’intervento, nato per dare ospitalità a famiglie meno abbienti, risulta ad oggi uno dei comparti urbanistici meglio pensati e vissuti dell’intera città. Una strada principale è definita da una schiera di edifici in linea, in parte porticati, che si aprono in una piazza centrale e sono contornati da tutti quei servizi che rendono un luogo cittadino godibile e fruibile (parco, scuole, servizi commerciali di vicinato, cinema, chiesa, biblioteca). Qui tutto è soste e percorsi e i volumi si generano in funzione di questi. Anche la scelta delle tecniche costruttive e dei materiali (murature a vista, coperture a falde in coppi, uso ripetuto del portico e gelosie), tipicamente emiliani, contribuirono all’epoca a creare un senso di aggregazione, fornendo lavoro alle maestranze locali.
Cosa vedere a Reggio Emilia: Centro Parrocchiale Regina Pacis – architettura per la comunità
Iotti+Pavarani Architetti, 2014 – Via Riccardo Zandonai, 2
Un intervento silenzioso, in cui il rispetto per le preesistenze e la volontà di definire nuovi spazi dialogano alla perfezione. Il ripensamento degli spazi dedicati alle attività parrocchiali ha avuto come principio progettuale quello di creare un luogo di aggregazione vissuto dalla comunità. L’idea si è concretizzata in un edificio che, con una planimetria a “L”, si lega alla chiesa del 1957 e genera uno spazio a corte che dà respiro e rende omaggio all’abside (1957), favorendo, al contempo, le attività all’aperto e la socializzazione. Anche la scelta dei materiali (tavelle in laterizio di rivestimento), all’interno di un layout minimale, è volta a cercare reinterpretazioni contemporanee di un contesto storicizzato.
Questi i miei consigli! Cosa aspettate? Ora sapete cosa vedere a Reggio Emilia per un tour emiliano architettonico!
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