
Gli special guest di questo mercoledì sono gli amici di Sentieri del mondo Onlus che dopo averci raccontato del fiume Usumacinta e aver visitato con loro la misteriosa Yaxchilán, ci danno appuntamento oggi nel meraviglioso sito archeologico di Bonampak, nel Chiapas. Buona lettura.
Cari lettori di miprendoemiportovia l’appuntamento non è per nulla casuale, infatti Yaxchilán e Bonampak, oltre ad essere relativamente vicini fra loro, circa 30 Km, da secoli hanno un forte legame che li tiene uniti, un’alleanza basata sul matrimonio tra le rispettive famiglie maya dominanti. Difatti sulle steli presenti nella zona archeologica è possibile leggere che alcuni governatori di Bonampak avevano come consorte donne provenienti dalla vicina Yaxchilán. Non male per evitare spargimenti di sangue!
Raggiungere questi luoghi non è mai stato facile; però, prima che fosse costruita l’autostrada di confine all’inizio degli anni Novanta, la maniera più comoda per arrivare ai due siti era a bordo di piccoli aeroplani. Ancora oggi entrando a Bonampak, prima di arrivare alle rovine, i visitatori potranno vedere una pista d’atterraggio nel bel mezzo della selva e di conseguenza intuire la grande abilità dei piloti di allora!
Anche se sono diversi anni che questi siti maya sono aperti al pubblico, citati in tutte le guide turistiche e indicati come mete imperdibili in molti itinerari organizzati, mantengono tuttora un aspetto genuino e reale, dovuto probabilmente alla loro collocazione geografica che li pone vicini a… vicini a niente! In tutte le occasioni in cui noi di Sentieri del Mondo ci siamo spinti da queste parti, sia arrivando da nord passando per Palenque, sia da sud passando per la micidiale Benemerito, effervescente città di confine con il Guatemala, non abbiamo mai trovato una grande affluenza turistica, anzi tutt’altro.
Anche Bonampak, come altre meraviglie archeologiche, è stato scoperto un po’ per caso, quando nel 1946 due esploratori americani vi furono accompagnati dagli indigeni lacandoni, che vi si recavano abitualmente per effettuare i propri riti di preghiera all’interno degli antichi templi.
La costruzione delle maggiori strutture si fanno risalire al primo periodo classico della civiltà Maya che va indicativamente dal 580 al 800 d.c., ma il sito è famoso in tutto il mondo per una serie di affreschi, posti all’interno di una struttura chiamata non a caso “Tempio delle pitture murali”. Infatti Bonampak in lingua maya significa proprio “muro dipinto”.
Vista dall’esterno la struttura ha tre porte che introducono in altrettanti ambienti, indipendenti fra loro, ognuno affrescato seguendo un tema ben preciso; la conquista militare è il filo conduttore fra le tre scene rappresentate.
Qui forse più che negli altri siti archeologici fanno impressione le ripide e strette scalinate che conducono alle vette delle piramidi, costringendo i visitatori più atletici a vere e proprie arrampicate. Attenzione!
In tutta la foresta che circonda il sito archeologico vivono le ultime famiglie di indigeni lacandoni, ormai ridotte a poche centinaia, legatissime alla propria terra, alla propria discendenza quasi diretta con gli antichi Maya e alla loro lingua ancestrale. Gli uomini sono inconfondibili per l’ampia veste bianca e per i lunghi capelli neri. Vivono grazie al turismo, offrendosi come guide, gestendo i trasporti all’interno della Selva Lacandona, mettendo a disposizione dei viaggiatori le loro semplici abitazioni in legno e preparando pasti caldi. Molto tipici sono gli oggetti di uso quotidiano scolpiti magistralmente nel legno e le collane ottenute infilando semi e noccioli di frutta rinvenuti nella foresta. Pezzi unici, vere opere d’arte!
Consigli di viaggio
Tanto che arriviate da queste parti con un auto a noleggio, quanto con un trasporto collettivo, vi dovrete ricordare a memoria queste parole: “Crusero San Javier” (situato a circa 2 ore e mezza da Palenque); infatti da questo bivio potrete decidere di andare verso Yaxchilán oppure di girare verso Bonampak, o di raggiungere il “Campamento Rìo Lacanja”, o perdervi come meglio credete!
Il “Campamento Rìo Lacanja” è perfetto per trascorrere qualche giorno con i nostri amici lacandoni, che saranno felicissimi di offrirvi vitto, alloggio e stupende escursioni nella foresta in cambio di pochissimi pesos.
Il sito archeologico di Bonampak è aperto dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 16.
Un invito
Rinunciate a un giorno di mare a Cancun per trascorrere almeno una notte nella Selva Lacandona, in questo modo sosterrete i centri ecoturistici gestiti dagli indigeni lacandoni. Questa è una scelta che può fare veramente la differenza.
Dianella
magnifico
Dianella
com’è dopo 10 anni?