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Miprendoemiportovia - Blog di viaggi

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Ciao lettori gli special guest di oggi sono Sara e Michele che ad un certo punto della loro vita hanno lasciato tutto e si sono presi e portati in… Venezuela! Queste storie ci affascinano sempre tanto perché anche a noi prima o poi piacerebbe migrare verso nuovi lidi. Come sapete ci piace dare voce ad altri viaggiatori che possano portare la loro esperienza arricchendo il blog con punti di vista diversi. Buona lettura!

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Ciao, siamo Sara e Michele, siamo dei fans di “miprendoemiportovia” e vogliamo raccontare la nostra storia. Ci siamo trasferiti da poco in Venezuela. In Italia eravamo due giocatori di Basket professionisti (Sara è più forte e ha giocato anche in serie A vincendo diversi titoli, Michele è un giocatore più “simpatico”…).

La vita è così. Avanza l’età (sportivamente parlando!), poi arriva una crisi nello sport pazzesca e ci si trova di fronte ad un bivio incredibile.

Siamo stati sempre appassionatissimi di viaggi e già da tempo avremmo voluto dare un cambio alla nostra vita, ma prima una cosa, poi un’altra, abbiamo sempre rimandato la partenza. Poi sono arrivate le difficoltà e noi siam arrivati al bivio: restare o coltivare un sogno, seppur incosciente?

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La decisione di partire

Arrivati al bivio noi abbiamo deciso di partire e andare in Venezuela, un paese pieno di contraddizioni ma anche di bellezze naturali incredibili. Michele è italo-venezuelano e da tanto i suoi parenti ci proponevano di andare a vivere là. La partenza non è stata facile, in molti ci hanno sconsigliato di fare questo passo per la presunta pericolosità del paese. Chi diceva che il Venezuela è un paese violento, chi diceva che c’era una dittatura, chi era preoccupato che non avremmo trovato da mangiare, un Paese senza acqua, dove non arriva niente, dove ti rapinano e dove cascano gli aerei.

venezuelaMa noi siamo partiti lo stesso.

Il primo ricordo che abbiamo è l’arrivo all’aeroporto di Caracas dove un po’ impauriti abbiamo commesso il primo errore da “turisti”, scambiando i porta valige per le forze armate, vi lascio immaginare le risate generali. La nostra tensione iniziale (che ci eravamo portati dall’Italia’Italia) ci stava trasmettendo una percezione della realtà completamente diversa da quella che avremmo trovato nei mesi a seguire.

Qui la gente è gentile, ospitale, calorosa, ma molto smaliziata. Il Venezuela è una nazione abituata ad ospitare. Cinesi, arabi, europei, americani convivono in armonia quasi da tempo.

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Le prime esperienze di lavoro in Venezuela

Passano i giorni, iniziano i primi progetti di lavoro, tra le mille differenze culturali. Ricordo con un sorriso il primo giorno di lavoro, la tensione del giorno prima…e che accade? I compagni di lavoro non si presentano, non rispondono al cellulare, irraggiungibili. Scopro qualche giorno dopo che non erano venuti perché la sera prima era festa e qui quando è festa…è festa e il rum la fa da padrone. Dopo i primi scambi culturali ci siamo ben presto resi conto che la presunzione di superiorità “occidentale” con la quale eravamo partiti era “presunta”.

Qui tutti vivono con poco, hanno priorità diverse alle “nostre”, più semplici, meno stressanti. Siamo partiti come i “conquistodores” nell’ antichità, cercando di imporre il nostro modello, e siamo stati conquistati. Conquistati dalla gente, dai posti incredibili, dalla cultura.

venezuelaDecidiamo quindi che questo è un paese che vale la pena conoscere e far conoscere. Ci lanciamo nella scrittura di un blog (altro sogno che avevamo nel cassetto), creiamo così welovevenezuela.com dove raccontiamo i nostri viaggi, le nostre esperienze e cerchiamo nuovi amici, un po’ “incoscienti” come noi, pronti a mettere poche cose nella valigia e partire per condividere con noi la scoperta di questo paese.

Chiudiamo questo articolo con la frase che un po’ descrive il nostro modo di essere e di affrontare il viaggio della vita. “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.  E se un po’ vi abbiamo incuriosito…Buon Venezuela a tutti! Ci vediamo sul nostro blog e su miprendoemiportovia il mese prossimo!

Michele e Sara

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Ciao siamo Elisa e Luca, due viaggiatori incalliti che hanno fatto della loro vita un viaggio senza fine. Ci siamo entrambi licenziati da un lavoro che ci piaceva ma che non ci permetteva di vivere la vita che volevamo. Abbiamo un cuore rock’n’roll che batte all’unisono e un’anima gipsy. Il nostro motto? I sogni nel cassetto fanno la muffa, quindi tiriamoli fuori che la vita è lì che ci aspetta!

Comments:

  • 20 Novembre 2013

    Ciao lettori gli special guest di oggi sono Sara e Michele che ad un certo punto della loro vita hanno lasciato… https://t.co/WmngKBuyWi

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  • 20 Novembre 2013

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  • 20 Novembre 2013

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  • 20 Novembre 2013

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  • Tania Maio

    21 Novembre 2013

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  • 22 Novembre 2013

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  • Davide Palermo

    23 Novembre 2013

    Ho avuto una forte curiosità nel leggere l’articolo, quello che mi lascia perplesso è la superficialità con cui è stato trattato l’aspetto lavorativo, non si dice nulla su come abbiate trovato un lavoro in Venezuela, ci sono vincoli come la barriera della lingua, le conoscenze professionali e personali.

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  • 25 Novembre 2013

    Provero’ a rispondere alle critiche del nostro articolo, anche se non sara’ facile…
    Diciamo che non siamo stati noi a scegliere il Venezuela, ma una serie di circostanze.
    Infatti Michele e’ italo-venezuelano (e qui avere la cittadinanza venezuelana aiuta molto!), ha dei parenti e degli appoggi qui che lavorano nel campo alberghiero-turistico.
    Diciamo che quindi siamo partiti molto avvantaggiati.
    Ovviamente se una persona parte dall’italia da zero per venire a lavorare qui o a investire qui e’ tutto molto piu’ difficile.
    Il Venezuela e’ un paese dalle grandi potenzialita’ e dalle grandi ricchezze, ma purtroppo ha una perenne instabilita’ economica.
    Ci sarebbero buoni investimenti qui, perche’ e’ tutto oiu’ economico, a differenza dell’Italia c’e’ una grande leggerezza burocratica e fiscale, ma l’instabilita’ economica frena sempre un po’ tutto e rende tutto un po’ piu’ difficile.
    Questo non toglie che il Venezuela sia un Paese bellissimo, affascinante con la sua natura mozzafiato, le sue differenze, le persone gentili e calorose.
    Dal nostro articolo volevamo evidenziare questo lato del Venezuela, quasi del tutto sconosciuto perche’ in Italia arrivano arrivano quasi sempre solo le notizie negative di questo paese.
    Volevamo far incuriosire, perche’ il venezuela vissuto da turisti non ha niente da togliere ad altre mete dei caraibi piu’ gettonate e conosciute.
    Semplicemente volevamo descrivere una parte di questo Paese.
    La realta’ economica del Venezuela e’ molto piu’ complessa, e probabilmente non basterebbe un semplice post per descriverla.
    Pero’ chi e’ interessato ci puo’ contattare in privato e magari proveremo ad essere piu’ precisi (anche se non e’ facile, qui i cambiamenti sono repentini e drastici!)
    Per chi semplicemente vuole conoscere invece un Paese diverso, che ha tanto da raccontare, ci puo’ seguire sui vari network, o magari venirci a trovare.
    E poi con i propri occhi giudicare…

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  • 28 Novembre 2013

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    • PASQUALE

      27 Ottobre 2016

      Ciao Sara, buon giorno.
      Mi chiamo Pasquale Passaro e vivo a Marigliano un paese in provincia di Napoli.
      Ho letto un pò della vostra storia ed è affascinante. Io sto cercando di venire in Venezuela per lavorare presso le raffinerie.

      Sono un piccolo imprenditore che sa fare molto bene il suo lavoro ma in Italia è difficile se non hai tante conoscenze politiche.
      Io volevo sapere se ci sono persone che magari possano fare da traduttore, se costano tanto o poco e come fare per prendere una casa una volta che sono lì.

      Grazie

      Pasquale 3331499110

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  • 3 Gennaio 2014

    Ho voluto prendermi del tempo prima di commentare questo post perché mi ha spiazzato abbastanza e non volevo che l’impulsività trasmettesse l’aggressività cui non aspiro. Se risulterò lo stesso aggressiva vi prego di scusarmi.
    Sono nata in Venezuela da genitori italiani emigranti; ho trascorso lì la mia infanzia dopo di che la mia famiglia ha deciso di trasferirsi in Italia. Grazie a Facebook, santosubito, sono riuscita a riprendere i contatti con i miei amici d’infanzia tanto che tre anni fa sono tornata in Venezuela per rivederli. Ho fatto questa premessa per spiegare che il mio commento non è frutto di ricordi d’infanzia ma di ricordi molto recenti e di testimonianze di venezuelani, e non, che vivono lì e che mi portano a contestare per prima cosa la ‘presunta’ pericolosità del Venezuela che si afferma nel post. Presunta? rapine a mano armata mentre sei al semaforo oppure in casa nonostante molti condomìni siano custoditi; sequestri con richieste di riscatto risibili, tipo 1000 euro, ma anche a salire, certo; l’utopia di poter uscire di sera a fare una passeggiata in città tanto da preferire incontrarsi in casa con gli amici; uno spiegamento di forze militari che ti fa sentire di essere in stato di guerra; avere una ‘patria’ ma stare mesi senza i primi generi alimentari di necessità; rimanere senza acqua e senza luce periodicamente; un clima di terrore in aeroporto non quando arrivi che ti trattano come se fossi il figliol prodigo ma quando lasci il paese tanto da farti sentire in difetto anche se non lo sei e non vedi l’ora che l’aereo decolli. Non aver trovato nessuno, né amici né macchine a noleggio con autista, disposto ad accompagnare me e mia sorella nella zona dove abitavamo da bambine, ritenuta un Paradiso da mia mamma, perché è diventata una zona off limits.
    La pericolosità e la dittatura di fatto in Venezuela sono reali e non presunte.
    Passo ora all’argomento che dà il titolo al post e che ha incuriosito anche me. La mia curiosità è stata subito delusa dal contenuto perché se è vero che la burocrazia è inesistente in Venezuela e basta aver voglia di lavorare per aprire un’ attività, una volta che l’hai aperta devi però fare i conti con la corruzione non dei privati ma dello Stato nelle persone dei militari ai posti di blocco. Parlo per l’esperienza degli amici sia venezuelani che non che lavorano lì in proprio. Mi dicono che occorre essere molto forti anche psicologicamente per resistere. Tornando al titolo del post è, ma correggetemi se sbaglio, ingannevole in quanto voi non avete propriamente ‘aperto un’attività’. Sarebbe stato davvero interessante e utile sapere nel concreto i passaggi da seguire magari per un’attività come quella alberghiera che non prevede trasferte e quindi non deve fare i conti con i posti di blocco ad esempio. Il titolo ha creato questo tipo di aspettativa. Secondo me avete dato del Venezuela un immagine troppo idilliaca censurando la realtà. Siete sicuri che non ci sia dittatura? C’erano venezuelani a Miami pronti con le valigie per tornare in Venezuela se solo Capriles ce l’avesse fatta alle ultime elezioni. Chi può va altrove, negli Stati Uniti, ad esempio.
    Anche sulle priorità diverse dalle nostre avrei dei dubbi: blackberry e, le donne, seno rifatto ce l’hanno tutti. Anche questo mi ha colpito molto perché il dislivello di benessere economico è la prima cosa che salta all’occhio quando si arriva in Venezuela, come in altri paesi sudamericani. Che poi i venezuelani siamo persone fantastiche penso che il mondo se ne sia accorto e come. Come dicono loro? Mi casa es tu casa ed è proprio così; anche all’incontrario ovviamente 🙂 In vacanza io ci tornerei ancora e molto volentieri; per viverci, non credo. La sicurezza per me ha il suo peso in una decisione del genere.

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  • 5 Gennaio 2014

    Ciao Amina,
    grazie per aver commentato, per aver spiegato le tue origini, le tue idee.
    Provo a risponderti senza l’obiettivo di voler cambiare le tue convinzioni.
    La nostra idea era quella di raccontare la nostra esperienza lavorativa (ma soprattutto la nostra scelta di vita) senza cercare di deviare alcuna realtà.
    Voglio infatti chiarire che noi siamo in Venezuela perchè Michele è Italo-Venezuelano e si è trovato a gestire un albergo di famiglia.
    Poi non so tu in quale zona abbia vissuto, noi viviamo a Lecheria, a 300 km da Caracas, di fronte al Parco Nazionale di Mochima, una zona molto tranquilla, sul mare.
    Non siamo mai rimasti senza luce e l’acqua ce l’hanno tolta un giorno perché facevano dei lavori nel nostro condominio. Ti posso assicurare che è impossibile morire di fame, e solo ogni tanto periodicamente non si trova la carta igienica (basta fare la scorta quando c’è), la nostra farina non si trova facilmente (ben saprai che i venezuelani usano la farina di mais), lo zucchero si trova solo in bustine e non in pacchi. Tutti questi mi sembrano problemi superabili con un minimo di organizzazione e spirito di adattamento.
    Su una cosa ti do ragione, mia cara Amina… il titolo può essere ingannevole, e mi dispiace se l’articolo non rispecchi il titolo, ma noi volevamo semplicemente raccontare la nostra esperienza di vita, e alcuni lati più diversi del Venezuela.
    Abbiamo già sconsigliato investimenti in Venezuela in questo periodo storico, data la poca sicurezza economica, ma abbiamo sottolineato che qualora cambiassero le cose questo sarebbe un paradiso terrestre (lo è per risorse, paesaggi, ecc).
    Comunque la nostra attività in Venezuela non è solo gestire un albergo, ma ospitare gente a scoprire le bellezze del posto fruibili a prezzi molto bassi, e sono contenta che tu abbia detto che da turista verresti volentieri.
    Per fare questo ci appoggiamo ad agenzie locali , all’associazione italo-venezuelana e operiamo sul web.
    L’ idea sta piacendo tantissimo dato che tanta gente sta venendo a trovarci e sta facendo pubblicità positiva a noi e a tutto il paese. Per capire il nostro operato ti invito a visitare la nostra pagina http://www.welovevenezuela.com e i nostri gruppi facebook con lo stesso nome.
    Li raccontiamo le bellezze del paese, le stranezze e anche gli aspetti negativi. Il nostro tono è sempre pacato, ma solare dato che non ci permettiamo di giudicare un paese che sta lottando per diritti più giusti condivisi per tutti. Un nostro articolo passato parlava proprio di come le cose cambino quando si cambia la prospettiva da cui le guardiamo.
    Non pensiamo che il Venezuela sia il paradiso terrestre, ma semplicemente un paese diverso e che merita di essere conosciuto e in tanti ci chiedono di venirci a trovare e di scoprire le bellezze di questo Paese. E ce ne sono…
    Questo è il nostro pensiero, noi rispettiamo il tuo, tu cerca di rispettare il nostro sospendendo il giudizio e non dubitando a contattarci in privato.
    Buona giornata e buona vita,
    Sara e Michele

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    • 6 Gennaio 2014

      Grazie Sara e Michele; allora non può che farmi piacere che ci siano posti così in Venezuela. Io sono ristata a Valencia, Caracas e Morrocoy nel 2010; il posto invece dove mi è stato impossibile tornare per i motivi già detti, è stato Palma Sola, vicino a Morón e Puerto Cabello.

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  • 7 Gennaio 2014

    Ciao Amina,
    se vuoi, quando tornerai in Venezuela, facci una chiamata…
    Magari andiamo a mangiare insieme o ti portiamo noi in qualche posto bello!!!!
    Ciao ciao,
    Sara e Michele

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  • Mario l.

    22 Giugno 2014

    Ciao mi chiamo Mario sono stato in Venezuela a gennaio 2014 precisamente a lecheria e devo dire che per me è un posto bellissimo sono rimasto sconvolto totalmente differente dall’Italia avrei voglia di tornarci per investire anche se all’Italia sono legato per molte cose N.1 la famiglia moglie e 2 figli anche se sono giovane solo 30 anni una bella attività e molte altre cose ma sinceramente sono stufo il mio sogno è di trasferirmi in Venezuela anche se sarà difficilissimo per ora ma in vacanza tornerò presto !!!!

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  • Andrea

    22 Novembre 2015

    Apprezzo davvero il vostro passo; avvantaggiati o meno dai contatti già presenti sul posto, credo sia stata comunque una scelta coraggiosa ma che ha pienamente ripagato!! Se mai un giorno avremo il Venezuela come destinazione sapremo a chi chiedere qualche consiglio pre partenza.. E perché no, passarvi a conoscere 🙂

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